venerdì 14 febbraio 2014

TECNICA E NATURA


Secondo la Scienza l' Universo è incominciato con un' immane catastrofe, il «Big Bang» che ha squarciato i Sovrumani Silenzi, e terminerà con un' altra non meno gigantesca catastrofe, l' «Entropia», la degradazione dell' energia, che a quei silenzi riconduce (Vedi Pubbl. Marzo/Aprile 2013 «Inquinamento - consumismo - La legge dell’ Entropia - Analisi e Sintesi). 
Nel frattempo altre catastrofi devastano l' Universo e la Terra. Tra l' una e l' altra, intervalli che all' uomo sembrano lunghissimi e nei quali, d' altra parte, e frequenti, altre minori catastrofi si producono, quelle che uccidono migliaia di persone e di cui danno notizia i mass media. Il «Potenziale Tecnico» dell' uomo non è ancora in grado di fronteggiarle. Come è accaduto con l' eruzione del vulcano islandese dell'Eyjafjöll (Marzo 2010). Quel «Potenziale» è invece in grado di gareggiare con la distruttività del Fenomeno Entropico: se scoppiasse un conflitto nucleare tra «Stati Uniti e Russia» (Vedi Pubbl. Dicembre 2013) la terra sarebbe distrutta tanto quanto potrebbe esser distrutta dalla «Natura». 
Sul piano della distruttività Tecnica e Natura si combattono alla pari. Noi viviamo in uno di quegli intervalli tra catastrofi minori, di cui si diceva. E' in relazione ad esso che ha «Senso» parlare di destinazione della Tecnica al «Dominio del mondo» e della sua capacità di tener testa alla «Natura». E dire che la «Natura» si ribella ha «Senso» solo in relazione ai progetti dell' uomo. La sua ribellione, inoltre, può essere ben più radicale di quelle a cui ci è dato di assistere. 
A volte ci si trova di fronte ad affermazioni che sembrano inoffensive. Ad esempio questa, che le leggi della scienza (da cui la Tecnica è guidata) sono ipotetiche, cioè non sono «Verità assolute». Spesso gli scienziati se ne dimenticano. Ma l' ipoteticità delle leggi scientifiche significa ad esempio che un corpo, abbandonato a sé stesso, da un momento all' altro, invece di cadere verso il basso potrebbe andare verso l' alto. 
Qui la ribellione possibile della «Natura» è ben più radicale. La provvisorietà della destinazione della Tecnica al «Dominio del mondo» è ancora più marcata. Si fa avanti, in tutta la sua gravità, il problema della «Salvezza dell' uomo». 

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