sabato 1 febbraio 2014

LA «POTENZA« DELLA TECNICA (CAP. 3)


Da quando l' uomo si crede attivo, non esiste attività umana che non sia Tecnica: Religione, Mistica, Arte, Filosofia, Scienza, Diritto, Politica; e quindi gestioni ideologiche della Tecnica: Statunitense e Sovietica, Russa, Cinese, Europea, Indiana, Islamica, Cristiana, Democratica, Capitalistica, ecc. Tutti apparati di mezzi coordinati a fini tra loro conflittuali: «Una pluralità di tecniche» in lotta tra loro. 
Oggi, per realizzare i loro scopi, le Tecniche del passato (Capitalismo, Democrazia, Cristianesimo ecc.) intendono servirsi, come mezzo, della Tecnica guidata dalla Scienza Moderna, la più «Potente». È allora per più motivi inevitabile che esse finiscano per assumere tutte, come scopo, non più il loro, ma l' aumento indefinito della «Potenza» del mezzo che dovrebbe servire a produrre il loro scopo. 
Molteplici, dunque, le Tecniche per aumentare la «Potenza» disponibile, ma questo aumento tende a essere il loro scopo comune, tende a prevalere. Lottano ancora tra loro, ma più radicale è la lotta di ognuna contro il proprio strumento, affinché non divenga il loro scopo. L' esito della lotta rimane incerto sino a che la Tecnica viene intesa in modo semplicemente scientistico, tecnicistico. 
Le Tecniche della tradizione, infatti, possono risospingere la Tecnica scientifica alla sua funzione di mezzo sino a che essa non percepisce l' insegnamento essenziale del pensiero filosofico del nostro tempo: l' impossibilità di ogni limite assoluto all' azione dell' uomo. Percependolo (più o meno adeguatamente), la Tecnica scientifica ha infatti una «Potenza» superiore a quella che le compete se essa sospetta (più o meno fondatamente) di volere violare l' Inviolabile (che da ultimo è il Divino), di voler realizzare l' impossibile. 
la «Potenza» è la capacità di superare i limiti che ostacolano la Volontà. Ma i valori eterni sono i limiti assoluti, che più degli altri ostacolano la Volontà di «Potenza» e di governo della storia. Se l' Essenza della Filosofia degli ultimi due secoli mostra l' impossibilità di ogni Valore Eterno, la Volontà di «Potenza» che scorge questa impossibilità è più «Potente» e da ultimo è inevitabilmente vincente rispetto alla Volontà di «Potenza» che invece non scorge quella impossibilità e crede, illudendosi, che la maggiore «Potenza» sia data da Dio. 
Se la salvezza dell' Europa è una questione di «Potenza», allora la salvezza può farsi avanti solo se ci si allontana dalla tradizione europea, dunque solo se si recidono le Radici Giudaico-Cristiane dell' Europa. Questo processo è già in atto. Certo, esiste lo sbandamento attuale dell' Europa , Il quale è però la conseguenza del fatto che anch' essa si trova in mezzo al guado: tra la sponda della Tradizione Occidentale e la sponda della Volontà di «Potenza» vincente. Che non è l' economia di mercato, ma la Tecnica guidata dalla Scienza Moderna. 
Anche il Capitalismo intende essere un valore eterno . Sono un valore eterno, nel Capitalismo, l' «Individuo», la «Proprietà privata», la «Libertà» e la sua applicazione al «Mercato», la «Concorrenza» (il cui fondamento è la riduzione della «Potenza» dei concorrenti, con la conseguente riduzione della «Potenza» globale a disposizione dell' uomo), il «Carattere» escludente della Volontà capitalistica (come di ogni altra forma di Volontà della tradizione occidentale), cioè il «Carattere» per il quale il tipo di «Potenza» voluta (cioè un mondo capitalistico) esclude la realizzazione di altre forme di «Potenza» (cioè un mondo comunista, cristiano, democratico, ecc.). Nonostante le crisi, il Capitalismo sembra oggi vincente perché si serve della Tecnica. È inevitabile che per continuare a vincere voglia rafforzare sempre più lo strumento che gli consente di vincere. Ma con questa volontà il Capitalismo non assume più come scopo l' incremento indefinito del «Profitto», ma l' incremento indefinito della «Potenza» della Tecnica. 
Inevitabile quindi che, rinunciando al proprio scopo, rinunci a se stesso, ossia perda proprio perché vuole vincere. Rinuncia a se stesso anche quando si vuole che l' Economia sia guidata dalla Politica e la Politica dalle Radici Cristiane non si avvede che se il «Bene Comune» cristiano, cioè la «Potenza» e la «Salvezza» date da Dio, diventa lo scopo del Capitalismo, il Capitalismo e l' uso capitalistico della Tecnica cessano di vivere. 
Il Capitalismo, comunque, non è la Tecnica. Se la «Salvezza» è una questione di «Potenza», l' Europa si salva alleandosi non alla «Potenza» di Dio, ma a quella della Tecnica , qualora quest' ultima ascolti la voce della Filosofia del nostro tempo. Ma è anche inevitabile che la ascolti, perché ascoltandola raggiunge la maggiore «Potenza» , che d' altra parte non è data dalla semplice «Fede» nell' inesistenza di Dio. La Morale autentica è oggi l' adeguazione alla maggiore «Potenza», che non può più essere quella di Dio, ma è quella della Tecnica.

Sinistra e Destra restano accomunate, anche a livello mondiale, dalla persistente incapacità di comprendere il «Senso» autentico della destinazione della Tecnica al «Dominio», cioè il «Senso» autentico di ciò che possiamo chiamare la Grande Politica. La Politica può modificare il contesto immediato del proprio agire, ma, ancora, sta andando contro il vento dell' Occidente: o ha «Fede» nelle radici cristiane, oppure ha «Fede» nella modernità, nella Scienza, nella Tecnica, senza affrontare la tradizione europea ma voltandole semplicemente e ingenuamente le spalle. Il pensiero non dice che cosa i popoli o l' Europa debbano fare, ma mostra che cosa sono destinati a volere.

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