Da quando l' uomo si crede attivo, non esiste
attività umana che non sia Tecnica: Religione, Mistica, Arte, Filosofia,
Scienza, Diritto, Politica; e quindi gestioni ideologiche della Tecnica:
Statunitense e Sovietica, Russa, Cinese, Europea, Indiana, Islamica, Cristiana,
Democratica, Capitalistica, ecc. Tutti apparati di mezzi coordinati a fini tra
loro conflittuali: «Una pluralità di tecniche» in lotta tra loro.
Oggi, per realizzare i loro
scopi, le Tecniche del passato (Capitalismo, Democrazia, Cristianesimo ecc.)
intendono servirsi, come mezzo, della Tecnica guidata dalla Scienza Moderna, la
più «Potente». È allora per più motivi inevitabile che esse finiscano per
assumere tutte, come scopo, non più il loro, ma l' aumento indefinito della «Potenza»
del mezzo che dovrebbe servire a produrre il loro scopo.
Molteplici, dunque, le Tecniche per aumentare la «Potenza»
disponibile, ma questo aumento tende a essere il loro scopo comune, tende a
prevalere. Lottano ancora tra loro, ma più radicale è la lotta di ognuna contro
il proprio strumento, affinché non divenga il loro scopo. L' esito della lotta
rimane incerto sino a che la Tecnica viene intesa in modo semplicemente scientistico,
tecnicistico.
Le Tecniche della
tradizione, infatti, possono risospingere la Tecnica scientifica alla
sua funzione di mezzo sino a che essa non percepisce l' insegnamento essenziale
del pensiero filosofico del nostro tempo: l' impossibilità di ogni limite
assoluto all' azione dell' uomo. Percependolo (più o meno adeguatamente), la Tecnica
scientifica ha infatti una «Potenza» superiore a quella che le compete se essa
sospetta (più o meno fondatamente) di volere violare l' Inviolabile (che da
ultimo è il Divino), di voler realizzare l' impossibile.
la «Potenza» è la capacità di superare i limiti che
ostacolano la Volontà. Ma i valori eterni sono i limiti assoluti, che più degli
altri ostacolano la Volontà di «Potenza» e di governo della storia. Se l'
Essenza della Filosofia degli ultimi due secoli mostra l' impossibilità di ogni
Valore Eterno, la Volontà di «Potenza» che scorge questa impossibilità è più «Potente»
e da ultimo è inevitabilmente vincente rispetto alla Volontà di «Potenza» che
invece non scorge quella impossibilità e crede, illudendosi, che la maggiore «Potenza»
sia data da Dio.
Se la salvezza dell'
Europa è una questione di «Potenza», allora la salvezza può farsi
avanti solo se ci si allontana dalla tradizione europea, dunque solo se si
recidono le Radici Giudaico-Cristiane dell' Europa. Questo processo è già in
atto. Certo, esiste lo sbandamento attuale dell' Europa , Il quale è però
la conseguenza del fatto che anch' essa si trova in mezzo al guado: tra la
sponda della Tradizione Occidentale e la sponda della Volontà di «Potenza»
vincente. Che non è l' economia di mercato, ma la Tecnica guidata dalla Scienza
Moderna.
Anche il Capitalismo
intende essere un valore eterno . Sono un valore eterno, nel Capitalismo, l' «Individuo», la «Proprietà privata», la «Libertà» e la sua applicazione al «Mercato»,
la «Concorrenza» (il cui fondamento è la riduzione della «Potenza» dei
concorrenti, con la conseguente riduzione della «Potenza» globale a
disposizione dell' uomo), il «Carattere» escludente della Volontà capitalistica
(come di ogni altra forma di Volontà della tradizione occidentale), cioè il «Carattere» per il quale il tipo di «Potenza» voluta (cioè un mondo
capitalistico) esclude la realizzazione di altre forme di «Potenza» (cioè un
mondo comunista, cristiano, democratico, ecc.). Nonostante le crisi, il
Capitalismo sembra oggi vincente perché si serve della Tecnica. È inevitabile
che per continuare a vincere voglia rafforzare sempre più lo strumento che gli
consente di vincere. Ma con questa volontà il Capitalismo non assume più come
scopo l' incremento indefinito del «Profitto», ma l' incremento indefinito
della «Potenza» della Tecnica.
Inevitabile
quindi che, rinunciando al proprio scopo, rinunci a se stesso, ossia
perda proprio perché vuole vincere. Rinuncia a se stesso anche quando si vuole
che l' Economia sia guidata dalla Politica e la Politica dalle Radici Cristiane
non si avvede che se il «Bene Comune» cristiano, cioè la «Potenza» e la «Salvezza»
date da Dio, diventa lo scopo del Capitalismo, il Capitalismo e l' uso
capitalistico della Tecnica cessano di vivere.
Il Capitalismo, comunque, non è la Tecnica. Se la «Salvezza»
è una questione di «Potenza», l' Europa si salva alleandosi non alla «Potenza»
di Dio, ma a quella della Tecnica , qualora quest' ultima ascolti la voce della
Filosofia del nostro tempo. Ma è anche inevitabile che la ascolti, perché
ascoltandola raggiunge la maggiore «Potenza» , che d' altra parte non è data
dalla semplice «Fede» nell' inesistenza di Dio. La Morale autentica è oggi l'
adeguazione alla maggiore «Potenza», che non può più essere quella di Dio, ma è
quella della Tecnica.
Sinistra e Destra restano accomunate, anche a livello
mondiale, dalla persistente incapacità di comprendere il «Senso» autentico
della destinazione della Tecnica al «Dominio», cioè il «Senso» autentico di ciò
che possiamo chiamare la Grande Politica. La Politica può modificare il
contesto immediato del proprio agire, ma, ancora, sta andando contro il vento
dell' Occidente: o ha «Fede» nelle radici cristiane, oppure ha «Fede» nella
modernità, nella Scienza, nella Tecnica, senza affrontare la tradizione europea
ma voltandole semplicemente e ingenuamente le spalle. Il pensiero non dice che
cosa i popoli o l' Europa debbano fare, ma mostra che cosa sono destinati a
volere.
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