sabato 1 febbraio 2014

LA «POTENZA» DELLA TECNICA (CAP. 2)



Davanti alla Tecnica non esiste più alcun limite da rispettare La gente si accorge che le leggi difendono spesso gli interessi dei più forti. Leggi cattive, dunque , anche se vogliono sembrare giuste. Però la gente crede ancora che se ne sono fatte e se ne potrebbero fare di buone. Nelle scienze giuridiche tradizionali, buone e giuste sono innanzitutto quelle che rispecchiano la natura dell' uomo: leggi del «Diritto naturale». Per il quale la natura dell' uomo rispecchia a sua volta l' «Ordinamento» vero e divino del mondo, immutabile e inviolabile, portato alla luce dal pensiero filosofico sin dall' inizio della nostra civiltà e poi interpretato dal Cristianesimo. 
Ma da uno due secoli questa concezione giuridica è profondamente in crisi (sebbene non sia ancora morta). Si pensa cioè che non esista alcun «Diritto naturale» e che ogni legge esprima un «Diritto positivo», «posto», «imposto» dalla libera volontà dell' uomo. Anche alla radice di questa crisi si trova la Filosofia, quella che mostra l' inevitabilità della «Morte di Dio» e la conseguente morte di ogni «natura» che, in qualsiasi campo, intenda rispecchiare l' «Ordinamento» vero e divino della realtà. 
Anche il Diritto (come la Democrazia) diventa pertanto semplice procedura in cui può essere immesso qualsiasi contenuto , quello delle democrazie parlamentari, del Capitalismo, del Nazionalsocialismo, del Socialismo reale, del Cristianesimo, della grande e piccola criminalità (la procedura correttamente praticata può anche sopprimere se stessa). Che una forza si imponga sulle altre non dipende dunque dalla sua «Verità», ma, appunto, dalla sua «forza». Questa tendenza conduce dalla tradizione alla sua distruzione , e pertanto conduce alla civiltà della Tecnica , ma che ancora deve fare i conti con la sopravvivenza di fatto del passato. 
Le forze del passato, che intendono servirsi della Tecnica come mezzo, sono infatti sempre più costrette ad assumere come scopo non più i valori da esse perseguiti, ma l' efficacia del mezzo di cui si servono per realizzarli, la quale è pertanto destinata a diventare il loro scopo. 
La Tecnica non mira «a uno scopo specifico e escludente», ma all' incremento indefinito della «Potenza», dunque la Tecnica (a differenza delle forze che mirano a servirsi di essa) tende a far sì che gli scopi da essi realizzati non impediscano la realizzazione di altri scopi che aumentano la «Potenza» disponibile. 
Ad esempio che la produzione di farmaci che arricchiscono certe industrie non impedisca la produzione di farmaci non remunerativi ma indispensabili alla sopravvivenza di intere popolazioni; o che le istanze ecologiche siano soddisfatte evitando la catastrofe economica; o che le condizioni della libertà e quelle dell' eguaglianza non si limitino a vicenda. Lo scontro fondamentale è tra le forme meno potenti della Tecnica e la Tecnica Moderna, cioè tra le forze del passato , fra cui il «Diritto naturale» , che ancora tentano di trattenere i loro apparati tecnici al rango di mezzi (illudendosi di dominarli), e l' inarrestabile tendenza di questi apparati a farsi strada e a diventare essi gli scopi di quelle forze, detronizzandole. 
La Tecnica Moderna è il nostro destino perché è la forza oggi più «Potente», ed è la più «Potente» perché avverte sempre più la voce della Filosofia. Tale voce dice che davanti alla Tecnica non esiste più alcun limite, alcuna «natura» da rispettare (né con ciò si intende affermare che a questa voce sia affidata l' ultima parola). 
Anche l' uomo etico e religioso vuole salvarsi alleandosi con la suprema «Potenza» di Dio. La Volontà di avere «Potenza» stabilisce oggi come ieri anche le tendenze della Politica mondiale. L' Unione europea rafforza i propri legami con Russia e Cina; si consolidano quelli tra Usa, India, Giappone. L' Islam contrasta tutto questo insieme di forze, tendendo a porsi alla testa dei popoli non privilegiati. La semplice «Potenza» non risolve i problemi del mondo. Però ogni buona Volontà priva di «Potenza» fallisce. 
Oggi la «Potenza» maggiore è prodotta dalla Tecnica. Esistono tecniche della natura e dell' anima. Che «moltitudini» siano in lotta contro l' «impero» della globalizzazione capitalistica , un concetto che risale a Marx , è uno dei modi di ignorare il carattere decisivo della Tecnica guidata dalla Scienza Moderna. Se le «moltitudini» intendono dominare il mondo, debbono adottare proprio l' alimento decisivo dell' organizzazione occidentale dell' esistenza, cioè la Tecnica. La distruzione dei popoli privilegiati ad opera dei non privilegiati, è possibile, ma non significherebbe altro che la maggiore capacità dei non privilegiati di gestire la «Potenza» Tecnologica: I poveri sostituirebbero i ricchi nel godimento della ricchezza prodotta da tale «Potenza» e a vincere sarebbe la Tecnica, non lo «Spirito».


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