Davanti alla Tecnica non esiste più alcun limite da
rispettare La gente si accorge che le leggi difendono spesso gli interessi dei
più forti. Leggi cattive, dunque , anche se vogliono sembrare giuste. Però la
gente crede ancora che se ne sono fatte e se ne potrebbero fare di buone. Nelle
scienze giuridiche tradizionali, buone e giuste sono innanzitutto quelle che
rispecchiano la natura dell' uomo: leggi del «Diritto naturale». Per il quale
la natura dell' uomo rispecchia a sua volta l' «Ordinamento» vero e divino del
mondo, immutabile e inviolabile, portato alla luce dal pensiero filosofico sin
dall' inizio della nostra civiltà e poi interpretato dal Cristianesimo.
Ma da
uno due secoli questa concezione giuridica è profondamente in crisi (sebbene
non sia ancora morta). Si pensa cioè che non esista alcun «Diritto naturale» e
che ogni legge esprima un «Diritto positivo», «posto», «imposto» dalla
libera volontà dell' uomo. Anche alla radice di questa crisi si trova la Filosofia,
quella che mostra l' inevitabilità della «Morte di Dio» e la conseguente morte
di ogni «natura» che, in qualsiasi campo, intenda rispecchiare l' «Ordinamento»
vero e divino della realtà.
Anche il
Diritto (come la Democrazia) diventa pertanto semplice procedura in cui
può essere immesso qualsiasi contenuto , quello delle democrazie parlamentari,
del Capitalismo, del Nazionalsocialismo, del Socialismo reale, del Cristianesimo,
della grande e piccola criminalità (la procedura correttamente praticata può
anche sopprimere se stessa). Che una forza si imponga sulle altre non dipende
dunque dalla sua «Verità», ma, appunto, dalla sua «forza». Questa tendenza
conduce dalla tradizione alla sua distruzione , e pertanto conduce alla civiltà
della Tecnica , ma che ancora deve fare i conti con la sopravvivenza di fatto
del passato.
Le forze del passato,
che intendono servirsi della Tecnica come mezzo, sono infatti sempre più
costrette ad assumere come scopo non più i valori da esse perseguiti, ma l'
efficacia del mezzo di cui si servono per realizzarli, la quale è pertanto
destinata a diventare il loro scopo.
La Tecnica non mira «a uno scopo
specifico e escludente», ma all' incremento indefinito della «Potenza»,
dunque la Tecnica (a differenza delle forze che mirano a servirsi di essa)
tende a far sì che gli scopi da essi realizzati non impediscano la
realizzazione di altri scopi che aumentano la «Potenza» disponibile.
Ad
esempio che la produzione di farmaci che arricchiscono certe industrie
non impedisca la produzione di farmaci non remunerativi ma indispensabili alla
sopravvivenza di intere popolazioni; o che le istanze ecologiche siano
soddisfatte evitando la catastrofe economica; o che le condizioni della libertà
e quelle dell' eguaglianza non si limitino a vicenda. Lo scontro fondamentale è
tra le forme meno potenti della Tecnica e la Tecnica Moderna, cioè tra le forze
del passato , fra cui il «Diritto naturale» , che ancora tentano di trattenere
i loro apparati tecnici al rango di mezzi (illudendosi di dominarli), e l'
inarrestabile tendenza di questi apparati a farsi strada e a diventare essi gli
scopi di quelle forze, detronizzandole.
La
Tecnica Moderna è il nostro destino perché è la forza oggi più «Potente»,
ed è la più «Potente» perché avverte sempre più la voce della Filosofia. Tale
voce dice che davanti alla Tecnica non esiste più alcun limite, alcuna «natura»
da rispettare (né con ciò si intende affermare che a questa voce sia affidata
l' ultima parola).
Anche l' uomo
etico e religioso vuole salvarsi alleandosi con la suprema «Potenza» di
Dio. La Volontà di avere «Potenza» stabilisce oggi come ieri anche le tendenze
della Politica mondiale. L' Unione europea rafforza i propri legami con Russia
e Cina; si consolidano quelli tra Usa, India, Giappone. L' Islam contrasta
tutto questo insieme di forze, tendendo a porsi alla testa dei popoli non
privilegiati. La semplice «Potenza» non risolve i problemi del mondo. Però ogni
buona Volontà priva di «Potenza» fallisce.
Oggi
la «Potenza» maggiore è prodotta dalla Tecnica. Esistono tecniche della
natura e dell' anima. Che «moltitudini» siano in lotta contro l' «impero» della
globalizzazione capitalistica , un concetto che risale a Marx , è uno dei modi
di ignorare il carattere decisivo della Tecnica guidata dalla Scienza Moderna. Se
le «moltitudini» intendono dominare il mondo, debbono adottare proprio l'
alimento decisivo dell' organizzazione occidentale dell' esistenza, cioè la
Tecnica. La distruzione dei popoli privilegiati ad opera dei non
privilegiati, è possibile, ma non significherebbe altro che la maggiore
capacità dei non privilegiati di gestire la «Potenza» Tecnologica: I
poveri sostituirebbero i ricchi nel godimento della ricchezza prodotta da tale «Potenza»
e a vincere sarebbe la Tecnica, non lo «Spirito».
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