venerdì 21 febbraio 2014

TECNICA E IL «SENSO» GRECO DELLA «COSA» (CAP. 1)


A partire dalla Filosofia Greca , una «Cosa» è ciò che si mantiene in un provvisorio equilibrio tra l’ «Essere» e il «Non Essere», e quindi come oscillante tra l’ «Essere» e il «Niente». Queste due ultime parole, certo, esistono già nella lingua più antica dei Greci , ma soltanto con la comparsa della Filosofia il «Non Essere» viene pensato come negazione di ogni aspetto del «Tutto» e il «Tutto» viene pensato come «Essere», ossia come ciò che ha «Niente» fuori di sé . 
A partire dalla Filosofia Greca, e una volta per tutte, una «Cosa» è ciò di cui si dice che è, ma non era e non sarà. Ossia è, ma era «Niente». Appunto questo è il suo equilibrio provvisorio tra l’ «Essere» e il «Niente». Solo col pensiero Greco viene condotta per la prima volta nel linguaggio quella rete di rapporti che unisce in modo determinato l’ «Essere» e il «Niente» ai colori, ai suoni, qualità, aspetti, forme del mondo, e che da questa unione ottiene ciò che noi, «Uomini dell’ Occidente» intendiamo per «Cosa». 
Ma proprio perché le «Cose» sono pensate come equilibrio provvisorio, e come oscillazione tra l’ «Essere» e il «Niente», e dunque come «Divenire» (Uscire dal «Niente» e ritornarvi), proprio per questo il proposito di dominarle, «Producendole e Distruggendole», acquista una radicalità mai prima posseduta . Infatti, «Produrre» significa ora «Far passare dal “Niente” all’ “Essere”» e «Distruggere» significa «Far passare dall’ “Essere” al “Niente”». Ed è appunto secondo questi significati che, un poco alla volta, si costituiscono tutte le forme della «Cultura» e della «Vita» nella Civiltà Occidentale. 
All’ inizio della Storia dell’ Occidente la forma più alta di questa capacità estrema di «Produzione e Distruzione» è assegnata a «Dio»; al culmine della nostra storia questa capacità estrema si esprime nella «Tecnica» anche se la civiltà della «Tecnica» tende a dimenticare la propria radice Greca. 
La «Repubblica» di Platone non è la grande e vana Utopia di uno Stato governato dai filosofi : la «Civiltà Occidentale» (la gigantesca vicenda di fatti e di eventi che costituiscono la «Civiltà» oggi dominante sulla terra) è la «Repubblica» fondata da Platone e dal pensiero Greco. 
Tale pensiero è il «Seminatore dell’ Occidente», il «Custode» che apre lo «Spazio» in cui cresce la nostra Civiltà. Il «Senso» dell’ «Esser-Cosa», stabilito dal pensiero Greco , è appunto lo «Spazio» all’ interno del quale, un poco alla volta, si sono portate tutte le azioni e le opere dei popoli. La Civiltà della «Tecnica» è il modo in cui oggi domina il «Senso» Greco della «Cosa» (Vedi Pubbl. Gennaio 2014 Tecnica-Introduzione).  


Tale «Senso», però, appare all’ inizio congiuntamente alla volontà di manifestare la «Verità» di esso e quindi la «Verità» dell’ «Ordinamento» secondo cui si costituisce la totalità delle «Cose». Anche qui, appare per la prima volta, con i primi filosofi greci, l’ «Idea» di un sapere che sia «Innegabile»: «Innegabile» non perché la società e gli individui abbiano fede in esso, o vivano senza dubitare di esso (come era accaduto nei millenni precedenti, dove l’ esistenza dell’ uomo era guidata dal mito), ma perché esso stesso è capace di respingere ogni suo avversario e ogni sua negazione: l’ «Idea» di un sapere che non può essere negato né da uomini, né da dei, né da mutamenti di tempi e di  costumi. Un sapere assoluto, definitivo, incontrovertibile, necessario, indubitabile: la «Verità». E’ all’ interno di questa volontà di «Verità» che, nella Civiltà Occidentale, emerge il «Senso» della «Cosa»       

  

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