giovedì 5 dicembre 2013

STATI UNITI-RUSSIA (CAP. 1)


 
Da mezzo secolo gli USA hanno posto tra sé e tutte le altre nazioni della Terra una distanza pressoché invalicabile: l' armamento atomico consente loro di distruggere qualsiasi aggressore. Anche la Russia aveva questa chance. La Russia l' ha tuttora. Ma chi ha raggiunto questo straordinario privilegio può essere disposto a rinunciarvi? Assolutamente no, farà di tutto per conservarlo anche a costi enormi. La questione decisiva diventa dunque, per gli Usa, se stiano formandosi nazioni o popoli capaci di ferirli gravemente e intenzionati a farlo. La prima di queste due condizioni è posseduta, ad esempio, da Russia, Cina, India; ma non la seconda. È invece probabile non solo agli occhi degli Usa, che l' Iraq quelle condizioni le possegga entrambe. Anche perché l' aggressività dell' integralismo islamico si sta allineando a quella dell' Iraq. Difficile pensare, dunque, che di fronte alla probabilità di essere colpiti (e ben più gravemente dell' 11 settembre) gli Usa rinuncino all' attacco preventivo. La probabilità non è sicurezza .
Oggi gli Usa non possono ignorare il seguente ragionamento: Se, in un futuro, gli Stati antiamericani fossero fronteggiati dagli Usa come è stata fronteggiata l' Urss, cioè evitando l' attacco preventivo, potrebbe accadere che uno di essi attaccasse per primo e, pur sapendo di andare incontro alla propria distruzione, annientasse una grande città americana come Chicago. Già uno scambio di questo genere sarebbe per gli Usa inaccettabile. Ma, nel mondo, di Stati di quel tipo ce ne possono essere quattro o cinque, e se gli Usa continuassero ad astenersi dall' attacco preventivo, alla fine della sequenza quattro o cinque grandi città americane potrebbero non esserci più. Se bastava la distruzione di una sola per rendere inaccettabile lo scenario, la distruzione di quattro o cinque lo fa diventare del tutto impraticabile. Rispetto alle distruzioni effettuabili nelle «megalopoli» americane, la distruzione dei Paesi attaccanti ipotizzabili, incomparabilmente più poveri e quindi meno esposti, sarebbe una risposta enormemente meno efficace.
Per la Chiesa e per l' Onu è «giusta» solo la guerra di difesa. Ma se è probabile che uno Stato sia attaccato, è ingiusto prevenire l' attacco e colpire per primi il probabile attaccante? Ed è vero che se Usa e popoli ricchi aiutassero veramente quelli poveri la conflittualità mondiale calerebbe di molto. Ma anche se questa improbabile generosità si mettesse subito in moto i suoi effetti avrebbero bisogno di molto tempo per farsi sentire: perlomeno del tempo in cui lo scenario sopra prospettato potrebbe realizzarsi. Cioè, per gli Usa, troppo tardi. Anche l' amministrazione Usa conosce i gravi rischi dell' attacco preventivo; ma se non si mostra l' inconsistenza o la gratuità di quello scenario è forse verosimile che per evitare quei rischi gli Usa lascino aperta la possibilità di essere feriti mortalmente? Essi incominciano forse a percepire che la convinzione di essere rimasti l' unica superpotenza sta rivelandosi un' illusione, e non solo perché La Russia è riuscita a conservare un arsenale atomico concorrenziale rispetto a quello americano, ma anche perché crescono i soggetti a cui , per gli Usa , è conveniente dar conto del proprio operato.
Gli Usa vogliono controllare il petrolio del Medio Oriente soprattutto per impedire che venga usato contro di loro, cioè come fonte di finanziamento del terrorismo islamico. Chi, come gli Usa, ha raggiunto l' invincibilità è disposto a tutto , dunque anche all' attacco preventivo , pur di non perderla o di metterla a repentaglio. D' altra parte «invincibilità» significa oggi possesso e gestione di un arsenale nucleare capace di distruggere qualsiasi avversario; sì che oggi «invincibile» è anche la Russia, nonostante i gravi problemi economici che la affliggono.
Negli ultimi dieci anni gli Usa sono stati e si sono considerati come l' unica Superpotenza planetaria. E, certo, l' economia russa non può competere con quella americana. Da una parte c' è dunque una Superpotenza «invincibile», dall' altra una Potenza «a sua volta invincibile»; che però sta avviando con l' Europa un processo di integrazione che non può non preoccupare l' America. Integrazione tendenziale (e, certo, accompagnata da mille pericoli) tra capitale europeo e arsenale nucleare russo. Processo tendenziale verso una simbiosi che al tempo della «Guerra Fredda» avrebbe scatenato il terzo conflitto mondiale ma che ora procede verso la costruzione della seconda Superpotenza «invincibile», e si chiama asse Parigi - Berlino - Mosca.
Oggi l' Europa è divisa tra Stati Uniti e Russia; ma la situazione attuale segna un passo avanti rispetto ai tempi della guerra contro la Serbia di Milosevic, quando gli Usa erano riusciti a spingere gli europei in un conflitto contro un regime che, almeno in quanto serbo, era appoggiato dalla Russia , e cioè erano riusciti a raffreddare i rapporti tra la Russia e l' Europa intera. La pressione dei popoli poveri contro gli Usa e le società occidentali è diventata acuta da quando la Russia ha lasciato all' Islam la guida delle rivendicazioni planetarie contro i ricchi. Quando alla loro guida c' era l' Urss, esse erano anche frenate, contenute, cioè controllate in modo che non rompessero l' equilibrio che garantiva la pace e la sopravvivenza della Terra. Impensabile, durante la «Guerra Fredda», un attacco del terrorismo islamico alle Torri Gemelle di New York. Ma l' integrazione tendenziale di Russia e Europa avviene nel segno di un atteggiamento comune verso il mondo islamico, che (nonostante le complicazioni della guerra russa in Cecenia) è molto diverso da quello americano.
Gli Stati Uniti mostrano di non aver bisogno dell' Onu. Troppo forti per sottostare a decisioni collegiali. L' Europa (questa volta tutta intera) e la Russia intendono invece riempire l' Onu con la propria forza e in questo hanno il consenso di quasi tutti i popoli della Terra. Nonostante tutto ciò che si è detto in contrario, il vecchio bipolarismo non è mai morto. Cova piuttosto sotto la cenere e tende a ripresentarsi come contrasto tra Stati Uniti e un «Onu» che vuol dire convergenza e al limite integrazione tra Potenza economica europea e Potenza nucleare russa. È possibile che in questa forma inedita di bipolarismo si ripresentino le condizioni che riuscivano a contenere la pressione dei popoli poveri? E non è forse in questa forma inedita che può riprendere vita lo Stato planetario, cioè quel «monopolio legittimo della violenza», che durante la «Guerra Fredda» era costituito dal bipolarismo Usa - Urss  ?


 

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