venerdì 30 maggio 2014

DIO E L'UOMO


«Nessuno ha un Amore più grande di questo: dare la propria vita per i propri amici» (Gv, 15, 13). Qui Gesù Pensa alla loro «Vita Eterna», alla forma più alta e intensa dell'esistenza. «Il Buon Pastore dice delle sue pecore: Io sono venuto perché abbiano la Vita e l'abbiano abbondantemente». L' abbondanza dell' «Eternità» . Egli ama, cioè da' la propria Vita, affinché l' uomo possa pervenire alla forma più alta e completa del proprio «Essere». Riflettendo su di sé , la Fede cristiana definisce l' «Amore» come «Volontà» che vuole il Bene dell'Amato; e intende il Bene come consistenza, ampiezza, stabilità , ricchezza dell' esistenza: il Bene coincide con l' «Essere». 
Dio ama l' uomo perché gli dona l' «Essere» e poi da' per lui la propria Vita nel tempo, sollevando l' essere umano fino all' «Eternità» . In entrambi i casi, l' «Essere» dell'uomo e' l'effetto di un agire divino. 
Il «Senso» dell'Amore di cui parla Gesù dipende dunque dal significato che si attribuisce a Vita, dare la Vita e avere la Vita, Tempo, Eternità , Volontà , Bene , Essere, Creatura, Azione, Dio, Uomo. In genere, «il Credente» non riflette su questi significati: si limita a parlare il linguaggio della propria tradizione religiosa, restandovi completamente imprigionato. 
Ma la Filosofia non e' la Fede. Essa mette tutto in questione e quindi si allontana dalle abitudini linguistiche e concettuali. Anche da quelle relative all' «Amore» e all' «Amore Cristiano». Se a questo punto «il Credente» rimproverasse la Filosofia di essere senza «Amore» e di ingenerare tristezza, dimostrerebbe di non comprendere il «Senso» della Filosofia. Mettendo in questione l' «Amore Cristiano», la Filosofia non si dichiara favorevole a una vita senza «Amore», ma mette in questione anche questa seconda forma di vita. 
Chi ama l' uomo, creandolo o dando la propria vita per lui, e' un produttore del Bene, cioè dell' «Essere dell'amato». Creando l' universo, Dio annienta la propria solitudine beata. Come ogni altra forma di «Amore» storicamente apparsa, anche l' «Amore Cristiano» e' essenzialmente legato alla «creatività» , e dunque alla «distruttività» . Inoltre, anche per il Cristianesimo l'agire di Dio e dell'uomo e' «Libero». Pertanto, l'agire lascia definitivamente nel «Nulla» tutto ciò che esso non vuole creare e produrre. Ma questo non significa forse che l' «Amore» di Dio e dell'uomo e' inseparabile dall'Odio? Se l' «Amore» e' volere il Bene, cioè l' «Essere dell'Amato», volere che qualcosa rimanga o diventa «Nulla» non e' forse volere il suo Male, cioè Odiarla? 
Nella Bibbia, il testo della Sapienza (11, 24 e seguenti) dice a Dio: «Se tu avessi Odiato qualcosa non l' avresti neppure creata». Ma se l' «Amore» e' volere l' «Essere dell' Amato», questo testo viene ad affermare (nonostante ogni intenzione in senso contrario) che Dio «Odia» tutte le cose che egli non crea e pur potrebbe creare. L' azione umana, fatta a immagine e somiglianza di Dio, imita l' «Amore», cioè l' «Odio» divino. Anche nell' «Amore Cristiano», infine, l' «Essere dell' Amato» e' qualcosa di voluto. Anche la «Vita Eterna» dell'uomo e' voluta da Dio. Amando, la Volontà Libera di Dio e dell' uomo non solo lascia definitivamente nel «Nulla» ciò che essa non vuole produrre , e che dunque essa «Odia» , ma intende anche togliere dal «Nulla» ciò che essa ama e produce. 
Per Amare qualcosa e' dunque necessario pensare che il suo Bene, cioè il suo «Essere», originariamente sia «Nulla». Se non si pensasse l'originaria nullità dell' «Essere dell'Amato», non si potrebbe amare. 
Per Amare, bisogna essere convinti che l' «Essere» , la prodigiosa ricchezza e stabilità in cui l' «Essere» consiste , di per se stesso e' «Nulla», e che solo la Volontà dell'amante lo trae fuori dal «Nulla», facendo sì che il «Nulla» sia «Essere». Ma questo e' il pensiero più orrendo: la sua Volontà di annientare l' «Essere» e' infinita: intende soffocare perfino il significato dell' «Essere». La sua lontananza dalla Verità e' estrema e getta l' uomo nell' «Angoscia» più disperata. E' l'estrema follia. 
Per Amare, bisogna innanzitutto «Odiare» infinitamente l'amato, rendendolo un «Nulla», cioè credendo che innanzitutto esso sia «Nulla». L' orrore e l' «Odio» stanno alla radice dell' «Amore» , dunque anche dell' «Amore Cristiano» , e lo alimentano. L' «Amore» prima uccide l' Amato e lo rinchiude nel sepolcro del «Nulla»; poi, quando vuole il suo Bene e gli da' l' «Essere», trae fuori dalla tomba un cadavere , e magari l' amante giunge a dare la propria vita per ciò che egli stesso ha reso un cadavere. 
Chi si sente Amato in questo modo, nonostante la sua apparente esultanza e' soffocato, nel profondo del cuore, dall' Angoscia. C' e' allora da meravigliarsi e rattristarsi, se la Filosofia prende le distanze dall' «Amore» e si volge verso qualcosa che , più alto e più vero dell' «Amore», e «Libero» dalla Volontà degli amanti divini e umani, e dall' «odio» e dalla follia , non annienta l' Amato, ma lo lascia risplendere nella sua «Eternità?» . 

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