La Chiesa cattolica si propone come l'unica guida spirituale del Pianeta; la Morale Laica non e' in grado di
costituire un'alternativa a quella Cristiana. Il Mondo, secondo la Chiesa , si e' allontanato troppo dal messaggio di
Cristo. E qui e' il problema:
La cultura Laica dei nostri giorni e' diventata incapace di scorgere le proprie
grandi e potenti radici, il terreno da cui attinge la propria forza. E dunque
e' una cultura debole, destinata alla sconfitta. Chi non sa di essere forte si
comporta da debole. Prima o poi si fa togliere di mezzo.
L' allontanamento dal Cristianesimo e' prodotto
essenzialmente dalla Filosofia degli ultimi due secoli. Specie in campo
biologico, Scienza e Tecnica oltrepassano oggi confini che per la Chiesa sono
inviolabili. Come Volontà di accrescere indefinitamente la «Potenza» dell' uomo
, esse hanno fiducia di avere dinanzi spazi illimitati, liberi da leggi che
proibiscano certi percorsi e ne prescrivano altri.
E' in nome della tradizione filosofica che la Teologia
cattolica sbarra la strada alle avventure della Scienza e della Tecnica. Ma
tanto la Chiesa quanto i suoi odierni avversari non comprendono la «Potenza» e
l' Inevitabilità del processo in cui la Filosofia contemporanea ha distrutto la
grande tradizione dell'Occidente ed e' giunta alla negazione di ogni «Essere»
e di ogni sapere «Immutabile». Tanto la Chiesa quanto i suoi odierni avversari
riducono la Filosofia contemporanea a un «Relativismo» invertebrato, a uno «Scetticismo»
ingenuo che negando ogni «Verità Assoluta» (Vedi pubbl. Marzo 2014) non sa nemmeno di
avere la pretesa di valere esso come l'unica «Verità Assoluta».
Ma la Filosofia contemporanea non
ha nulla a che vedere con lo «Scetticismo» ingenuo. Nei suoi luoghi più alti
(Nietzsche, Gentile, Wittgenstein, Heidegger, e innanzitutto Leopardi), essa
comprende che se il mondo e' «Divenire», creazione e annientamento delle cose e
degli eventi, allora e' impossibile che al di là o all' interno del mondo
esista una qualsiasi «Realtà Immutabile» e una qualsiasi «Verità definitiva»,
perché esse anticiperebbero tutti gli eventi del «Divenire», che dunque sarebbe
ridotto a pura illusione. Per la Filosofia contemporanea e' quindi necessario
liberarsi dal Cristianesimo, che vuol essere appunto la «Verità definitiva» e
suprema in cui viene affermata la «Realtà immutabile di Dio».
Certo, la «Potenza» invincibile
che questo discorso possiede , una volta che si riconosca l' esistenza del «Divenire»
(Vedi Pubbl. Febbr.-Marzo 2014 Tecnica e Senso Greco della Cosa- Il Divenire), non e' a portata di mano; ne' qui può essere indicato
in modo appropriato. La Filosofia tende oggi a vivere di rendita, a ridursi a
letteratura, a esibizione di stati d' animo, a rimasticatura di concetti
scientifici, a descrizione storica: a qualcosa di imbelle rispetto a una Volontà
che, appoggiandosi o inscrivendosi in una grande e sperimentata istituzione
come la Chiesa cattolica, sia decisa a ripristinare i vecchi valori della
tradizione e a mostrare l' «Armonia» tra la «Ragione» e la «Fede» in Cristo (Vedi Pubbl. Marzo 2013
S. Tommaso D’ Aquino/Fede e Ragione) .
Ma al di sotto di questi fenomeni si distende il sottosuolo della Filosofia Contemporanea, dove l' intera tradizione dell' Occidente (filosofica, politica, giuridica, artistica, religiosa, morale) viene inevitabilmente condotta al tramonto. Qui, l'unico immutabile e' la distruzione di ogni immutabile.
Ma al di sotto di questi fenomeni si distende il sottosuolo della Filosofia Contemporanea, dove l' intera tradizione dell' Occidente (filosofica, politica, giuridica, artistica, religiosa, morale) viene inevitabilmente condotta al tramonto. Qui, l'unico immutabile e' la distruzione di ogni immutabile.
La Morale
della tradizione ha sempre mirato a dare all'uomo la vera e maggiore «Potenza»
rendendolo alleato della suprema «Potenza» di Dio. Con la «Morte di Dio» la Morale
rende l' uomo «Potente» mediante la nuova alleanza con la «Potenza» suprema
della «Tecnica» (vedi Pubbl. Genn.-Febbr. 2014). In questa prospettiva devono essere oggi affrontati i
problemi morali aperti dalla civiltà della «Tecnica». Il cattolicesimo si
crede dunque ed e' creduto vincente proprio nel momento storico in cui la sua
vita reale e' finita , sebbene continui rigogliosa la sua vita apparente.
Nell'apparenza, la Chiesa raccoglie l'
eredità del Comunismo, da' speranza alle masse dei diseredati, si leva
contro il Profitto Capitalistico fine a se stesso. Prigionieri dell' apparenza,
non ci si avvede che anche il Comunismo era morto bene prima del crollo del
muro di Berlino e che anche la sua era una vita apparente. Giacché anche il Comunismo
marxista si e' presentato come «Verità definitiva», come affermazione delle
leggi immutabili che regolano il processo storico del superamento del Capitalismo.
Non si deve dire, allora, che il Comunismo e' morto dello stesso male che mina
il Cristianesimo e tutte le forze della tradizione occidentale? e che la
vittoria apparente della Chiesa maschera la sua sconfitta reale?
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