venerdì 28 marzo 2014

IL TRAMONTO DELLA VERITA' ASSOLUTA


Va facendosi largo nel mondo la «convinzione» che l’uomo non possa mai raggiungere una «Verità Assolutamente Innegabile»; che, prima o poi, ogni «Verità» siffatta resti travolta da altri modi di pensare, da altri costumi, cioè si trasformi, muoia: divenga. Travolta, anche la certezza che esistano le «Cose» che ci stanno attorno; essa è innegabile solo fino a che esse non vanno distrutte: era innegabile solo provvisoriamente. Essere «convinti» dell’inesistenza di ogni «Verità Assoluta», è quindi essere «convinti» dell’inesistenza di ogni «Essere Immutabile ed Eterno». 
«Dio è morto», si dice . La negazione di ogni «Verità Assoluta» e «Innegabile» non investe dunque l’esistenza del «Divenire» del Mondo. Anzi, proprio perché si fa largo la «convinzione» che il «Divenire» di ogni «Cosa» e di ogni stato sia assolutamente «Innegabile» ed «Eterno», proprio per questo è inevitabile che ci si «convinca» dell’impossibilità di ogni altro «Innegabile» e di ogni altro «Eterno».
Il Cristianesimo intende essere l' «Ordinamento Assoluto» che rende possibile la salvezza dell' uomo. A quell'ordine di fenomeni appartiene anche la crisi del Capitalismo: non tanto quella relativa alle difficoltà in cui oggi si trova, quanto piuttosto quella per cui è sempre meno inteso come una legge naturale eterna, cioè come l' «Ordinamento Assoluto» che rende possibile la salvezza economica , e sempre più come un esperimento storico dai molti meriti, ma dall'esito incerto, anche per la devastazione della terra a cui esso conduce. 
Ma in modo eminente è la Filosofia a rompere col passato, e innanzitutto col proprio, mostrando l' impossibilità di quell'«Ordinamento degli Ordinamenti» che è l'esistenza stessa di una «Verità Assoluta» e di un «Essere Assoluto» che intenda valere come Principio del mondo. «Dio è morto», si dice , e alla radice è morta quella «Verità Assoluta» che presume di potersi mantenere stabile e inalterabile al di sopra della storia, del tempo, del «Divenire». Di questo atteggiamento del pensiero filosofico risentono le scienze naturali e logico-matematiche, che nei modi loro propri non si presentano più come «Verità Assolute», ma come ipotesi o leggi statistico-probabilistiche di cui è sempre possibile la falsificazione. 
Anche le scienze giuridiche abbandonano il concetto di Diritto Naturale, nella misura in cui esso vuol essere un Diritto Assoluto, assolutamente vero e presente nella coscienza di ogni uomo, e portano in primo piano il concetto di Diritto Positivo, posto dall'uomo in determinate circostanze storiche. Con ciò non si vuol dire che la tradizione dell'Occidente non possa essere «Verità Assoluta», ma che il modo, in cui il «Tramonto» degli assoluti è messo in luce dal pensiero filosofico del nostro tempo , si fa in qualche misura sentire anche da chi non sarebbe in grado di capirlo. E, certo, quel modo di «Tramontare» si è fatto sentire più chiaramente nella distruzione degli «Assolutismi e Totalitarismi» politico-economici operata nell' Europa del XX secolo. 
Rilievi, questi, che mettono in luce come le guerre e le rivoluzioni del Novecento europeo tendano ad avere un carattere del tutto diverso da quelle dei secoli precedenti, che per quanto profonde e anticipatrici, rovesciavano sì vecchi ordinamenti assoluti, ma lasciando che i nuovi conservassero il carattere dell' assolutezza. Per questo è più difficile , ma non tanto , che le rivoluzioni del Nord Africa, che in qualche modo possono dirsi europee, abolendo regimi totalitari abbiano a sfociare in nuove forme di Assolutismo, quale l' «Integralismo Islamico». 
Quanto si è detto sin qui è infatti soltanto la descrizione di un fatto, sia pure di enormi proporzioni , ma non si è detto ancora nulla della «Irrefutabilità», ossia della «Verità» di tale fatto: non si è ancora detto nulla di quell'altra forma di «Verità» che è la «Verità della distruzione della Verità della tradizione Occidentale» , ossia della «Verità» che, si è detto, pretende porsi, inalterabile e immutabile, al di sopra del tempo e della storia. 
Le Democrazie parlamentari hanno distrutto gli Stati Totalitari del Novecento, che, appunto, si presentano come la forma terrena della «Verità» e del Dio assoluti. Questo, dal punto di vista delle scienze storiche, si può considerare un fatto. Ma da ciò non si può concludere che le «Democrazie» siano «Verità» e i «Totalitarismi Errore». Concludere così significa confondere i criteri della lotta politica con quelli del pensiero critico-filosofico , che invece in proposito può dire ben di più . Dice infatti che, da un lato, lo Stato Assoluto, controllando l' intera vita dei sudditi, predetermina il loro futuro, lo occupa interamente e gli impone la propria legislazione inviolabile; e che, dall'altro lato, lo Stato Assoluto, ma anche i suoi sudditi, sono tuttavia più o meno consapevolmente convinti che il futuro esiste ed è la dimensione di tutto ciò che ancora non esiste, non è predeterminato, non è già occupato da alcuna inviolabile legislazione. 
Lo Stato Assoluto è dunque una gigantesca contraddizione, in cui l' esistenza del futuro è, insieme, affermata e negata. E la contraddizione non solo è uno stato di essenziale instabilità, prima o poi destinata a crollare, ma è anche la forma essenziale dell' «Errore». Solo se si sa scorgere in modo appropriato la contraddizione da cui è avvolta una certa situazione storica è possibile prevedere il crollo di quest’ultima, senza che la previsione decada al rango di divinazione o di profezia (ad esempio, si può mostrare che il marxismo scorge in modo inappropriato la contraddizione dell'Assolutismo capitalistico e imperialistico). 
La distruzione dello Stato Totalitario (e della sua presunta «Verità») da parte della «Democrazia» ha dunque «Verità» solo se la «Democrazia» è consapevole della contraddizione del «Totalitarismo». Altrimenti (ed è questa la situazione) la «Democrazia» è una forma di violenza che si contrappone a quella totalitaria e che in Occidente ha vinto solo di fatto , provvisoriamente, apparentemente , non di diritto. La contraddizione dell'«Assolutismo» Politico è presente anche in tutte le altre forme di «Assolutismo» (alle quali si è fatto cenno sopra) della «Tradizione Occidentale». Ma, la loro, rispecchia in forma derivata la contraddizione estrema e grandiosa che avvolge la «Verità» della tradizione filosofica. 
Tale «Verità» intende infatti essere l' «Ordinamento di tutti gli Ordinamenti». Tutto deve esistere conformemente alla «Verità Assoluta»: essa non è soltanto la legge che domina il futuro dei sudditi dello Stato Assoluto, ma è la Legge che predetermina e dunque occupa e domina (oltre al presente e al passato) il futuro di tutte le cose, lo riempie completamente con sé stessa; e quindi lo vanifica nel modo più radicale, perché, così riempito, il futuro non è più futuro. Ma, insieme, la «Verità» della «Tradizione Occidentale» è il riconoscimento dell'esistenza del tempo e quindi del futuro: è la «Fede» più incrollabile e profonda in tale esistenza: intende essere appunto la Legge del tempo, sopra il quale pone la dominazione del Dio esso stesso «Eterno» e «Assoluto». 
La Verità Assoluta è cioè «Fede» intransigente nell'esistenza e, insieme, nell'inesistenza del tempo e della storia. Dunque è contraddizione estrema. Se si riesce a scorgere in modo appropriato che la «Verità Assoluta» della tradizione è contraddizione estrema e dunque estrema instabilità, si è in grado di affermare che tale «Verità» è destinata al «Tramonto».

Nota Finale:
La verità assolutamente innegabile esiste e tutto ciò che esiste (nel presente, nel passato, nel futuro) è «Eterno», ossia non esiste alcunché che esca dal proprio esser stato «nulla» e che sia travolto nel «nulla». Certo, la più sconcertante delle affermazioni.
Dunque, la sconcertante affermazione  che tutto ciò che esiste è «Eterno», non è un «paradosso» che «si scontra» con l’esperienza, cioè «con il fatto che l’uomo muore». All’opposto, a scontrasi con l’esperienza sono coloro che, affermando la sua capacità di attestare l’annientamento degli uomini e delle cose, vedono in essa ciò che in essa non c’è e non può esserci. Sono molti, moltissimi, Non importa. Anche quando qualcuno ebbe a mostrare che è la Terra a girare attorno al sole e non viceversa, tutti gli altri lo negavano, sconcertati. (Vedi Post. Marzo 2013 E. Severino il Filosofo della verità)







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