Va facendosi largo nel mondo la «convinzione» che l’uomo non possa mai raggiungere
una «Verità Assolutamente Innegabile»; che, prima o poi, ogni «Verità» siffatta
resti travolta da altri modi di pensare, da altri costumi, cioè si trasformi,
muoia: divenga. Travolta, anche la certezza che esistano le «Cose» che ci
stanno attorno; essa è innegabile solo fino a che esse non vanno distrutte: era
innegabile solo provvisoriamente. Essere «convinti» dell’inesistenza di ogni «Verità
Assoluta», è quindi essere «convinti» dell’inesistenza di ogni «Essere
Immutabile ed Eterno».
«Dio è morto»,
si dice . La negazione di ogni «Verità Assoluta» e «Innegabile» non investe
dunque l’esistenza del «Divenire» del Mondo. Anzi, proprio perché si fa largo
la «convinzione» che il «Divenire» di ogni «Cosa» e di ogni stato sia
assolutamente «Innegabile» ed «Eterno», proprio per questo è inevitabile che ci
si «convinca» dell’impossibilità di ogni altro «Innegabile» e di ogni altro «Eterno».
Il Cristianesimo intende essere
l' «Ordinamento Assoluto» che rende possibile la salvezza dell' uomo. A quell'ordine
di fenomeni appartiene anche la crisi del Capitalismo: non tanto quella
relativa alle difficoltà in cui oggi si trova, quanto piuttosto quella per cui
è sempre meno inteso come una legge naturale eterna, cioè come l' «Ordinamento
Assoluto» che rende possibile la salvezza economica , e sempre più come un esperimento
storico dai molti meriti, ma dall'esito incerto, anche per la devastazione
della terra a cui esso conduce.
Ma in
modo eminente è la Filosofia a rompere col passato, e innanzitutto col
proprio, mostrando l' impossibilità di quell'«Ordinamento degli Ordinamenti»
che è l'esistenza stessa di una «Verità Assoluta» e di un «Essere Assoluto» che
intenda valere come Principio del mondo. «Dio è morto», si dice , e alla radice
è morta quella «Verità Assoluta» che presume di potersi mantenere stabile e
inalterabile al di sopra della storia, del tempo, del «Divenire». Di questo
atteggiamento del pensiero filosofico risentono le scienze naturali e logico-matematiche,
che nei modi loro propri non si presentano più come «Verità Assolute», ma come
ipotesi o leggi statistico-probabilistiche di cui è sempre possibile la
falsificazione.
Anche le scienze
giuridiche abbandonano il concetto di Diritto Naturale, nella misura in
cui esso vuol essere un Diritto Assoluto, assolutamente vero e presente nella
coscienza di ogni uomo, e portano in primo piano il concetto di Diritto Positivo,
posto dall'uomo in determinate circostanze storiche. Con ciò non si vuol dire
che la tradizione dell'Occidente non possa essere «Verità Assoluta», ma che il
modo, in cui il «Tramonto» degli assoluti è messo in luce dal pensiero
filosofico del nostro tempo , si fa in qualche misura sentire anche da chi non
sarebbe in grado di capirlo. E, certo, quel modo di «Tramontare» si è fatto
sentire più chiaramente nella distruzione degli «Assolutismi e Totalitarismi»
politico-economici operata nell' Europa del XX secolo.
Rilievi, questi, che mettono in luce come le guerre e le
rivoluzioni del Novecento europeo tendano ad avere un carattere del tutto
diverso da quelle dei secoli precedenti, che per quanto profonde e
anticipatrici, rovesciavano sì vecchi ordinamenti assoluti, ma lasciando che i
nuovi conservassero il carattere dell' assolutezza. Per questo è più difficile
, ma non tanto , che le rivoluzioni del Nord Africa, che in qualche modo
possono dirsi europee, abolendo regimi totalitari abbiano a sfociare in nuove
forme di Assolutismo, quale l' «Integralismo Islamico».
Quanto si è detto sin qui è infatti soltanto la descrizione
di un fatto, sia pure di enormi proporzioni , ma non si è detto ancora nulla
della «Irrefutabilità», ossia della «Verità» di tale fatto: non si è ancora
detto nulla di quell'altra forma di «Verità» che è la «Verità della distruzione
della Verità della tradizione Occidentale» , ossia della «Verità» che, si è
detto, pretende porsi, inalterabile e immutabile, al di sopra del tempo e della
storia.
Le Democrazie parlamentari
hanno distrutto gli Stati Totalitari del Novecento, che, appunto, si
presentano come la forma terrena della «Verità» e del Dio assoluti. Questo, dal
punto di vista delle scienze storiche, si può considerare un fatto. Ma da ciò
non si può concludere che le «Democrazie» siano «Verità» e i «Totalitarismi Errore».
Concludere così significa confondere i criteri della lotta politica con quelli
del pensiero critico-filosofico , che invece in proposito può dire ben di più .
Dice infatti che, da un lato, lo Stato Assoluto, controllando l' intera
vita dei sudditi, predetermina il loro futuro, lo occupa interamente e gli
impone la propria legislazione inviolabile; e che, dall'altro lato, lo Stato
Assoluto, ma anche i suoi sudditi, sono tuttavia più o meno consapevolmente
convinti che il futuro esiste ed è la dimensione di tutto ciò che ancora non
esiste, non è predeterminato, non è già occupato da alcuna inviolabile
legislazione.
Lo Stato Assoluto è
dunque una gigantesca contraddizione, in cui l' esistenza del futuro è,
insieme, affermata e negata. E la contraddizione non solo è uno stato di
essenziale instabilità, prima o poi destinata a crollare, ma è anche la forma
essenziale dell' «Errore». Solo se si sa scorgere in modo appropriato la
contraddizione da cui è avvolta una certa situazione storica è possibile
prevedere il crollo di quest’ultima, senza che la previsione decada al rango di
divinazione o di profezia (ad esempio, si può mostrare che il marxismo scorge
in modo inappropriato la contraddizione dell'Assolutismo capitalistico e
imperialistico).
La distruzione dello
Stato Totalitario (e della sua presunta «Verità») da parte della «Democrazia»
ha dunque «Verità» solo se la «Democrazia» è consapevole della contraddizione
del «Totalitarismo». Altrimenti (ed è questa la situazione) la «Democrazia» è
una forma di violenza che si contrappone a quella totalitaria e che in
Occidente ha vinto solo di fatto , provvisoriamente, apparentemente , non di diritto.
La contraddizione dell'«Assolutismo» Politico è presente anche in tutte le
altre forme di «Assolutismo» (alle quali si è fatto cenno sopra) della
«Tradizione Occidentale». Ma, la loro, rispecchia in forma derivata la
contraddizione estrema e grandiosa che avvolge la «Verità» della tradizione
filosofica.
Tale «Verità»
intende infatti essere l' «Ordinamento di tutti gli Ordinamenti». Tutto deve
esistere conformemente alla «Verità Assoluta»: essa non è soltanto la legge che
domina il futuro dei sudditi dello Stato Assoluto, ma è la Legge che
predetermina e dunque occupa e domina (oltre al presente e al passato) il
futuro di tutte le cose, lo riempie completamente con sé stessa; e quindi lo vanifica
nel modo più radicale, perché, così riempito, il futuro non è più futuro. Ma,
insieme, la «Verità» della «Tradizione Occidentale» è il riconoscimento dell'esistenza
del tempo e quindi del futuro: è la «Fede» più incrollabile e profonda in tale
esistenza: intende essere appunto la Legge del tempo, sopra il quale pone la dominazione
del Dio esso stesso «Eterno» e «Assoluto».
La
Verità Assoluta è cioè «Fede» intransigente nell'esistenza e, insieme,
nell'inesistenza del tempo e della storia. Dunque è contraddizione estrema. Se
si riesce a scorgere in modo appropriato che la «Verità Assoluta» della
tradizione è contraddizione estrema e dunque estrema instabilità, si è in grado
di affermare che tale «Verità» è destinata al «Tramonto».
Nota Finale:
La verità assolutamente innegabile esiste e tutto ciò che esiste (nel
presente, nel passato, nel futuro) è «Eterno», ossia non esiste alcunché che
esca dal proprio esser stato «nulla» e che
sia travolto nel «nulla». Certo, la più
sconcertante delle affermazioni.
Dunque, la sconcertante affermazione
che tutto ciò che esiste è «Eterno»,
non è un «paradosso» che «si scontra» con l’esperienza, cioè «con il fatto che
l’uomo muore». All’opposto, a scontrasi con l’esperienza sono coloro
che, affermando la sua capacità di attestare l’annientamento degli uomini e
delle cose, vedono in essa ciò che in essa non c’è e non può esserci. Sono
molti, moltissimi, Non importa. Anche quando qualcuno ebbe a mostrare che è la
Terra a girare attorno al sole e non viceversa, tutti gli altri lo negavano, sconcertati.
(Vedi Post.
Marzo 2013 E. Severino il Filosofo della verità)
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