domenica 4 settembre 2016

ANASSIMANDRO


La filosofia procede per superamento di aporie. “Póros” in greco significa “via”, “a-poría” è una via senza uscita, che più non consente di proseguire nella direzione dischiusa. Anassimandro, che la tradizione vuole discepolo di Talete, riflettendo sulla risposta che il suo maestro dà al problema del «principio» di tutte le cose, avverte che una cosa fra le tante, come appunto è l’«Acqua», non può essere ciò che tutte le cose hanno di identico. Su questa strada non c’è seguito, per cui, di fronte al dispiegarsi dell’aporia, non resta che cambiar cammino. In ciò consiste il progresso di Anassimandro per il quale, siccome tutte le cose sono limitate, il «principio» di tutte le cose dovrà essere non-limitato. 

Questo «principio» Anassimandro lo nomina «Ápeiron» che, alla lettera, significa appunto non-limitato, non-finito, non-particolare. «Ápeiron» è ciò che sfugge al numero, alla misura, al limite, e perciò, meglio dell’«Acqua» di Talete, può svolgere la funzione di «principio» (Arché) e, come dice Anassimandro, di governo (Kúbernos) di tutte le cose. Il governo che l’«Ápeiron» esercita su tutte le cose è esplicato da un frammento di Anassimandro trasmessoci da Simplicio: «Donde le cose traggono la loro nascita, ivi si compie la loro dissoluzione secondo necessità; infatti reciprocamente pagano il fio e la colpa dell’ingiustizia, secondo l’ordine del tempo» (In Arist. Phis. 150, 22 sgg.). 

Qui Anassimandro dispiega «due» ordini: «L’ordine dell’Ápeiron» che contiene, “Periéchei” dice Anassimandro, ogni opposizione e, così contenendo, si pone come originaria unità degli opposti, e «L’ordine del Tempo» dove ogni cosa si presenta come una «prevaricazione» sulle altre, che si incaricano di farle pagare il fio della sua «ingiustizia», dissolvendola e facendola ritornare nell’unità originaria dell’«Ápeiron». Così, ad esempio, il giorno sopraggiunge prevaricando sulla notte che dissolve e da cui sarà dissolto. l’«Ápeiron» è dunque quell’unità che mantiene sotto il suo governo tutte le cose che, nella generazione dell’universo, si vanno separando da essa per farvi poi ritorno. «Essere e Divenire», i grandi temi del pensiero occidentale, sono già presenti nelle poche parole di Anassimandro giunte sino a noi. 

Nota finale: Talete e il suo discepolo Anassimandro abbandonando le cosmologie mitiche in favore di una spiegazione naturalistica dell’universo vengono riconosciuti come iniziatori del pensiero scientifico e filosofico greco.   

Nessun commento:

Posta un commento