La
filosofia procede
per superamento di aporie. “Póros” in
greco significa “via”, “a-poría” è una via senza uscita, che più
non consente di proseguire nella direzione dischiusa. Anassimandro, che la
tradizione vuole discepolo di Talete, riflettendo sulla risposta che il suo
maestro dà al problema del «principio» di tutte le cose, avverte che una cosa
fra le tante, come appunto è l’«Acqua»,
non può essere ciò che tutte le cose hanno di identico. Su questa strada non
c’è seguito, per cui, di fronte al dispiegarsi dell’aporia, non resta che
cambiar cammino. In ciò consiste il progresso di Anassimandro per il quale,
siccome tutte le cose sono limitate, il «principio» di tutte le cose dovrà
essere non-limitato.
Questo
«principio» Anassimandro lo nomina «Ápeiron»
che, alla lettera, significa appunto non-limitato, non-finito, non-particolare.
«Ápeiron» è ciò che sfugge al numero,
alla misura, al limite, e perciò, meglio dell’«Acqua» di Talete, può svolgere la funzione di «principio» (Arché) e, come dice Anassimandro, di
governo (Kúbernos) di tutte le cose.
Il governo che l’«Ápeiron» esercita
su tutte le cose è esplicato da un frammento di Anassimandro trasmessoci da
Simplicio: «Donde le cose traggono la
loro nascita, ivi si compie la loro dissoluzione secondo necessità; infatti
reciprocamente pagano il fio e la colpa dell’ingiustizia, secondo l’ordine del
tempo» (In Arist. Phis. 150, 22
sgg.).
Qui Anassimandro dispiega
«due» ordini: «L’ordine dell’Ápeiron»
che contiene, “Periéchei” dice
Anassimandro, ogni opposizione e, così contenendo, si pone come originaria
unità degli opposti, e «L’ordine del
Tempo» dove ogni cosa si presenta come una «prevaricazione» sulle altre,
che si incaricano di farle pagare il fio della sua «ingiustizia», dissolvendola
e facendola ritornare nell’unità originaria dell’«Ápeiron». Così, ad esempio, il giorno sopraggiunge prevaricando
sulla notte che dissolve e da cui sarà dissolto. l’«Ápeiron» è
dunque quell’unità che mantiene sotto il suo governo tutte le cose che, nella
generazione dell’universo, si vanno separando da essa per farvi poi ritorno. «Essere e Divenire», i grandi temi del
pensiero occidentale, sono già presenti nelle poche parole di Anassimandro
giunte sino a noi.
Nota finale: Talete e il suo discepolo
Anassimandro abbandonando le cosmologie mitiche in favore di una spiegazione
naturalistica dell’universo vengono riconosciuti come iniziatori del pensiero
scientifico e filosofico greco.
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