venerdì 16 ottobre 2015

I SETTE DONI DELLO SPIRITO SANTO (PREMESSA)




















Lo “Spirito Santo è un dono che custodisce altri doni. Come un melograno che ha all’interno tanti semi, così lo «Spirito» porta nuovi doni per spargerli nella nostra vita affinché portino frutti buoni. I doni dello «Spirito» sono tantissimi, la Chiesa ha scelto “sette” (numero che simbolicamente dice pienezza, completezza) doni per ricordarli tutti: «sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timor di Dio». Sono quelli che si apprendono quando ci si prepara al sacramento della “Confermazione” e che invochiamo nell’antica preghiera detta “Sequenza allo Spirito Santo”.Sette” sono i doni, perché “sette” è il numero della perfezione e della santità. Accogliere e ringraziare per i “Sette doni dello Spirito Santo” significa lasciare che la santità di Dio entri dentro di te e cambi il tuo cuore. Ecco cosa significa accogliere i “Sette doni dello Spirito Santo”: essi ti rendono forte per aiutare gli altri, non per sopraffarli, ti rendono intelligente per scegliere ciò che è giusto e rifiutare cosa non lo è, ti rendono sensibile per vincere l’indifferenza del mondo. 

lo “Spirito Santo costituisce l’anima, la linfa vitale della Chiesa e di ogni singolo cristiano: è l’Amore di Dio che fa del nostro cuore la sua dimora ed entra in comunione con noi. Lo “Spirito Santo” sta sempre con noi, sempre è in noi, nel nostro cuore. Lo «Spirito» stesso è «il dono di Dio» per eccellenza (cfr Gv 4,10), è un regalo di Dio, e a sua volta comunica a chi lo accoglie diversi doni spirituali. 

I doni dello Spirito Santo sono regali che lui ci fa per affinarci di più a sé. Troviamo questi doni enumerati nel Libro del profeta Isaia al capitolo 11 dove parlando del Messia che verrà il profeta dice che sarà ricoperto dello Spirito del Signore che è spirito di Sapienza ecc. ecc.. È interessante notare che nell’originale ebraico erano nominati solo sei doni, mancava la pietà, quando invece è stata preparata la versione greca chiamata dei 70 (circa un secolo prima di Cristo), essi introdussero anche la pietà perché nella lingua greca il termine timore di Dio non rendeva la pienezza di significati del corrispondente ebraico. 

I “sette” doni ci sono dati perché nello Spirito Santo portiamo frutti, noi che ora siamo innestati nella vite vera. I frutti dello Spirito santo li conosciamo da Galati 5,22-23. Nella sequenza allo Spirito Santo diciamo: «Senza il tuo spirito non c’è nulla nell’uomo senza colpa». Il Signore vuole darci questi doni ma tocca a noi aprirci. Gv 7,37: «Chi ha sete venga a me e beva, chi crede in me, fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno». E diceva questo riferendosi allo “Spirito Santo". Abbiamo dunque la certezza di questi doni. 

La Risurrezione ha realizzato in pienezza il disegno salvifico del Redentore, l'effusione illimitata dell'amore divino sugli uomini. Spetta ora allo «Spirito» coinvolgere i singoli in tale disegno d'amore. Per questo c'è una stretta connessione tra la missione di Cristo e il dono dello Spirito Santo, promesso agli apostoli, poco prima della Passione, come frutto del sacrificio della Croce. «Lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti» (Rm 8,11) deve abitare in noi e portarci ad una vita sempre più conforme a quella del Cristo risorto.

Tutto il mistero della salvezza è evento dell'amore trinitario, dell'amore che intercorre tra Padre e Figlio nello Spirito Santo. La Pasqua ci introduce in questo amore mediante la comunicazione dello Spirito Santo, «che è il Signore e dà la vita». Invochiamo l'intercessione della Vergine Maria perché ci sia dato di comprendere più a fondo i doni dello Spirito Santo (sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timore di Dio), ricordando con fede che su di lei per prima è sceso lo “Spirito Santo” ed «ha steso la sua ombra la potenza dell'Altissimo» (cfr. Lc 1,35) (Giovanni Paolo II, Regina Coeli, 2 aprile 1989).

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