venerdì 17 gennaio 2014

IL «DOMINIO» DELLA TECNICA (CAP. 1)


Tecniche, Religioni, Filosofia, Arti, sono i grandi espedienti escogitati dall' uomo per diventare sempre più Potente. La Tecnica fondata sulla Scienza Moderna è ormai il più potente strumento di trasformazione del mondo. Ascoltando la voce della Filosofia del nostro tempo , non è certo un' impresa da poco , la Tecnica può assumere ora un' andatura del tutto diversa ed essenzialmente più incisiva.
Negli ultimi duecento anni della nostra storia s' e' prodotto un cambiamento gigantesco, essenzialmente più decisivo di tutti i cosiddetti grandi avvenimenti mondiali: la Tecnica e' divenuta progetto del dominio illimitato su tutte le cose. I successi della Tecnica sono inseparabili dalla Razionalità scientifica, ma alla radice del progetto d' illimitato dominio del mondo sta il pensiero essenziale della Filosofia contemporanea, cioè la consapevolezza che non esiste alcun Limite insuperabile, alcun Ordinamento assoluto e definitivo, alcuna Legge che non debba e non possa esser violata. La Filosofia contemporanea tiene aperto il campo di gioco della Tecnica, il gioco del dominio. Le grandi forze della cultura e della civiltà tradizionale , Umanesimo, Capitalismo, Socialismo, Democrazia, Cristianesimo, Illuminismo , s' illudono ancora di potersi servire della Tecnica come di un semplice e docile strumento per la produzione degli scopi che di volta in volta esse si propongono. Ma e' la Tecnica che e' destinata a servirsi di quelle forze, a dominarle e a diventare, da semplice mezzo che esse credono di controllare e guidare, il loro scopo supremo. 
La Tecnica e' ormai la suprema forza salvifica dell' umanità . Può persino proporsi di costruire in terra quel paradiso che le religioni promettono invano. E chi vuol salvarsi e' costretto a volere, prima ancora della propria salvezza, la Potenza del proprio salvatore. Sì che alla fine e' questa Potenza a divenire lo scopo supremo di chi vuol salvarsi, e dunque a non esser più il semplice mezzo per la realizzazione della salvezza. Accade con la Tecnica quant' e' già accaduto con Dio: s' incomincia a rivolgersi al salvatore per esser salvati e si finisce col volere che sia fatta la sua volontà : la volontà di Dio, la volontà della Tecnica. Non si può dunque chiedere quali siano oggi i compiti degli intellettuali, prescindendo dalla destinazione della Tecnica al dominio. L' intellettualità autentica e' la coscienza di questa destinazione. 
E’ vero che il dominio della Tecnica e' spesso considerato come una tendenza diffusa e pericolosa ma non inevitabile ed inarrestabile. Ma e' anche vero che, in relazione allo stato di reciproca conflittualità in cui si trovano le forze che intendono servirsi della Tecnica (e per il quale nessuna di esse e' disposta ad indebolire o a non rafforzare indefinitamente lo strumento di cui si serve per prevalere il proprio scopo), e' inevitabile che la «Potenza», e l' incremento indefinito della «Potenza della Tecnica», divenga il loro scopo supremo. Inevitabilità relativa allo scontro tra le diverse forme di Volontà di Potenza. l' intellettualità autentica e' la conoscenza di ciò che nella nostra civiltà e' destinato a diventare lo scopo supremo di tutte le fedi e di tutte le ideologie: la conoscenza del «Senso» autentico della Tecnica. E non e' più nemmeno possibile parlare di compiti dell' intellettuale. 
La Tecnica e' destinata al dominio, ma se ignora d' esserlo non domina. Se non conosce la propria «Potenza» non e' potente. Se si separa dal pensiero che, nella Filosofia contemporanea, tiene aperto il campo di gioco del dominio, la Tecnica rimane legata ai limiti che il passato le proibisce di oltrepassare. Ma proprio perché la Tecnica e' destinata al dominio, cioè a diventare lo scopo supremo del Pianeta, anche la conoscenza di questa destinazione e' un destino, e non un compito che soggetti liberi potrebbero accettare o rifiutare. L' attuale torpore degli intellettuali e' un' incubazione, dove si prepara a venire alla luce l' essenza autentica della Tecnica , che e' ben lontana dal ridursi all' interpretazione ingenuamente scientistica e tecnicistica della Tecnica. Rinviando al terreno filosofico delle proprie radici, tale essenza costringe infatti a risalire ancor più indietro, alle origini stesse d' ogni forma di pensiero e d' azione dell' Occidente. 
Scienza e Tecnica sono oggi la forma più potente di dominio del mondo; e il mondo non può essere dominato se non e' conosciuto; e non e' conosciuto se non se ne conosce il passato. La Fisica teorica o la Matematica possono progredire solo evitando gli errori da esse compiuti nel passato; dunque si illudono di poter dimenticare il passato da cui intendono allontanarsi. La Tecnica agisce efficacemente sul mondo solo se conosce come il presente scaturisce dal passato. Altrimenti non domina il presente, ma domina un sogno. 
La memoria storica e' un ingrediente essenziale della Scienza e della Tecnica. Il conflitto in cui ognuna delle grandi forze ideologiche tenta di impadronirsi e di manipolare a proprio vantaggio la memoria storica e' dunque un aspetto del conflitto in cui esse tentano di impadronirsi e di controllare l'intero apparato della Scienza e della Tecnica per promuovere i loro scopi specifici. Ciò significa che la manomissione ideologica della memoria storica pregiudica e danneggia l'efficienza di tale apparato, ossia riduce la sua capacità di essere il più potente strumento di salvezza oggi nelle mani dell'uomo. 
Nella misura in cui alterano la memoria storica, le grandi forze ideologiche (non solo ex Comunismo e Anticomunismo, ma anche Fascismo, Democrazia, Capitalismo, Cristianesimo, Islamismo, Nazionalismo ecc. ecc...) sono dunque destinate a danneggiare la Scienza e la Tecnica, cioè lo strumento di cui esse intendono servirsi per prevalere le une sulle altre. 
Ed e' inevitabile che prima o poi finiscano col rendersene conto e si decidano ad assumere come scopo primario non più la realizzazione dei loro valori ideologici, ma l'efficienza di quello strumento, e dunque anche la trasparenza della memoria storica. E dunque divengano qualcosa di diverso. E' cioè inevitabile che il Quadro Politico Italiano e Internazionale resti ridisegnato da questa mutazione del nostro rapporto con la Tecnica e la Memoria.

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