domenica 13 ottobre 2013

LA CRISI DELLA POLITICA - CAP.3


I mass media dedicano un'eccessiva attenzione ai politici e credono che la gente si interessi di quello che fanno costoro. I politici ostentano una straordinaria sicurezza circa la bontà dei propri progetti. In effetti, per agire bisogna esser sicuri delle proprie capacità . A maggior ragione, quando l'agire consiste nel comandare o nel proporre un piano di azione. A un politico indeciso non vanno voti. Ma la sicurezza dovrebbe indicare che la persona sicura e' guidata da un giudizio vero sulle cose. Invece il nostro tempo si e' reso conto che in un mondo continuamente fluente e cangiante non può esistere alcuna verità definitiva e immutabile.

Di uomini sicuri ne esistono ancora; ma ormai la nostra cultura sa bene che la loro sicurezza non ha alcun fondamento. I filosofi e gli scienziati riconoscono i limiti della filosofia e della scienza (e comunque la Verità non potrà mai abitare nelle opinioni e nei principi con cui gli individui affrontano i problemi della vita quotidiana). La prassi giuridica sa che ogni sentenza e' fallibile, e pertanto impugnabile.

Gli artisti non ritengono più di essere gli autentici custodi della verità. Per la psicologia chi crede di aver sempre ragione e' un malato mentale. La morale si adatta ai tempi. I capi economici si affidano alla Scienza e alla Tecnica, ossia a quelle incertezze che si sono mostrate ben più potenti delle antiche certezze. Solo i politici tendono a mantenere e a mostrare l'atteggiamento dell'uomo religioso, che non deve avere alcun dubbio intorno alla propria fede. Sebbene accada che quanto più un politico si mostra convinto di possedere la verità intorno alle questioni più o meno banali dell'amministrazione pubblica, tanto più i suoi avversari lo considerano un illuso o un disonesto. Una situazione, questa, che e' la caricatura di quanto capita alle non banali discussioni che contrappongono tra di loro i filosofi tradizionali.

In effetti, la grande politica della tradizione occidentale, ormai al tramonto, e' stata figlia legittima della filosofia classica. Cosicché il politico del nostro tempo e' sì, spesso, un sopravvissuto a un mondo che non esiste più ; ma se tutto questo non lo si sa, e' comprensibile che la sicurezza da lui ostentata in una società sempre più insicura trovi ancora credito. Sembra inoltre che sia i politici del nostro tempo sia i mass media siano vittime di un grosso abbaglio. Su scala planetaria, i mezzi stanno diventando gli scopi. Ad esempio, la Tecnica, che nei Paesi dell'Est doveva essere il mezzo per realizzare il Comunismo, e' diventata lo scopo del Comunismo; e il Comunismo e' morto. Qualcosa di simile, ma in modo meno appariscente, sta avvenendo anche per il Capitalismo.

Sino a che gli scopi dell'uomo si presentavano come il suo adeguarsi al vero ordinamento del mondo, questo rovesciamento, in cui il mezzo diventa scopo, non era possibile. A sua volta, la Democrazia e' il grande mezzo che si e' rivelato insostituibile per realizzare gli scopi, tra loro contrastanti, che la gente si propone. Ognuno di questi scopi dice: "Purche' io sia realizzato, adottiamo pure la Democrazia". Nelle democrazie occidentali sta invece prendendo piede l'atteggiamento che parla in quest'altro modo: "Purché la Democrazia sia realizzata e sopravviva, si voti pure per qualsiasi partito che assicuri tale sopravvivenza". Nel primo caso la Democrazia e' il mezzo; nel secondo diventa lo scopo, e le diverse posizioni politiche sono ridotte a mezzo. Esse sono quindi destinate, come ogni altro mezzo, a logorarsi.

Ora, i politici tendono oggi a identificare la loro attività con la Democrazia. Tendono cioè , ecco il loro abbaglio , a confondere il rapporto tra la loro attività e gli scopi che essa si prefigge, col rapporto tra la Democrazia e i contrastanti scopi politici che intendono servirsi di essa come mezzo (e che sono invece essi a diventare dei mezzi logorabili). La Democrazia sta diventando lo scopo dei valori politici; ma i politici si illudono che sia la loro attività , che ha come scopo quei valori, a dover diventare lo scopo della vita sociale. Un sogno. E i mass media lo prendono sul serio. I mezzi non si consumano e diventano scopi quando sono (relativamente) insostituibili. Così la Tecnica; così la Democrazia. Ma oggi l'attività dei politici e' sostituibile per definizione: ha attorno a sé una moltitudine di progetti politici alternativi che si proclamano più idonei e più veri e che con la loro stessa esistenza si indeboliscono a vicenda e si consumano. Ma la durezza delle cose farà uscire dai sogni.

Nessun commento:

Posta un commento