sabato 5 ottobre 2013

LA CRISI DELLA POLITICA - CAP.2


La corruzione dei politici e degli imprenditori italiani e' una conseguenza , un sottoprodotto , della lotta che le società' democratico capitalistiche hanno dovuto sostenere nell' ultimo mezzo secolo contro il Comunismo. Ma quali sono i motivi che sostengono questa tesi? Forse l' accesso a fatti o a documenti che ad altri non e' dato conoscere? Certamente no! L' intellettuale si trova estromesso, per definizione, dai luoghi dove si decidono gli eventi più importanti. Ciò non di meno la riflessione critica sullo sviluppo storico riesce a portare alla luce qualcosa , il senso della storia, appunto ,di cui spesso non sono consapevoli nemmeno i protagonisti. Lo scontro tra Sistema Democratico Capitalistico e il Sistema Comunista e' stato senza esclusione di colpi. Ognuno dei due avversari ravvisava infatti nell' altro l' incarnazione stessa del male e dell' errore.
La radicalità di questa lotta e' un fatto; e il fatto da cui si deve partire e su cui più o meno tutti si trovano d' accordo. Ma una volta che lo si accetta si devono anche accettare certe conseguenze che, pur non essendo propriamente dei fatti, sono peraltro necessariamente (o logicamente) implicate da esso. Se, e poiché , quella lotta e' stata radicale, ognuno dei due avversari ha dovuto rendere il più possibile efficace il proprio dispositivo di difesa e di offesa , che non era solo di carattere militare, ma era anche organizzazione economica, finanziamento e distribuzione dei ruoli, controllo dei punti chiave della società . Ma tutto questo sarebbe stato impossibile se tale dispositivo fosse stato predisposto e avesse funzionato alla luce del sole, sotto gli occhi di tutti. L' efficacia del dispositivo ne richiedeva cioè la segretezza, il suo sottrarsi alla dimensione pubblica della società . E nelle democrazie occidentali questo sottrarsi al controllo pubblico era inevitabilmente un porsi sul terreno dell' illegalità , visto che nelle società democratiche tutto ciò che le riguarda e' legale solo se e' pubblico e pubblicamente controllato. La radicalità della lotta anticomunista ha cioè costretto la legalità democratico capitalistica ad agire illegalmente. O soccombere, o agire contrariamente ai principi che essa stava difendendo contro il totalitarismo comunista.
In questo clima di inevitabile illegalità , la violazione delle leggi democratiche aveva lo scopo di difendere la Democrazia e il Capitalismo. Ma questo clima ha favorito quell' altro tipo di illegalità , dove l' anticomunismo era soltanto un alibi, cioè la violazione delle leggi aveva come scopo il vantaggio privato ed e' quindi sopravvissuta alla morte del comunismo. La corruzione privata come sottoprodotto della lotta anticomunista. Sono due forme molto diverse di illegalità se non le si distingue vien fatta sparire prematuramente la classe politica italiana e viene gravemente minacciato l' investimento di capitali.
Quando funziona la Magistratura e' una macchina che non può essere fermata con motivazioni etico giuridiche, ma con la giustificazione politica dell' illegalità che si e' dovuta praticare per difendere la legalità democratica in Italia (dove esisteva il più forte partito comunista occidentale). Questo non significa scagionare i ladri, che devono essere perseguiti e la cui perpetuazione deve essere resa impossibile mediante una legislazione adeguata. E si deve anche impedire, negli interessi della democrazia, che gli apparati illegali che hanno avuto la funzione di combattere il Comunismo vengano utilizzati oggi, da certi gruppi di potere, per arginare le aspirazioni della gente a una società più democratica e più vivibile. I politici e gli imprenditori italiani che hanno praticato l' illegalità per impedire che il Comunismo prendesse piede in Italia non devono dunque comportarsi come quelle ragazze di una volta che andavano all' altro mondo perché , non volendo far sapere in famiglia che non erano più vergini, si rifiutavano di farsi visitare dal ginecologo.
Che la democrazia italiana (e altrui) perdesse la verginità era inevitabile. Altrimenti sarebbe stata vergine e martire. Perché , dunque, non si tira fuori quella legge, approvata dal Parlamento italiano nel maggio del 1988, per la quale chi ha responsabilità politiche e viene accusato di azioni illegali può non essere incriminato qualora egli dimostri di avere agito nel superiore interesse dello Stato (Democratico Capitalistico)? Sembra dunque necessario depenalizzare le forme illegali della lotta anticomunista. Non solo rispetto al mondo dei politici, ma anche a quello degli imprenditori che in Italia hanno finanziato (sarebbe stato sorprendente il contrario) i partiti anticomunisti. Oggi l' Italia non può permettersi ne' la cancellazione della classe politica ne' l' ulteriore indebolimento delle forze imprenditoriali. Non e' un compito facile, ma ha il vantaggio di ridurre il male da curare, di non rendere utopiche le terapie e di ridurre considerevolmente i costi che, sul piano dello sviluppo economico, lo smascheramento della corruzione fa sopportare alla nostra società .

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