La corruzione dei politici e degli imprenditori italiani e' una conseguenza
, un sottoprodotto , della lotta che le società' democratico capitalistiche
hanno dovuto sostenere nell' ultimo mezzo secolo contro il Comunismo. Ma quali
sono i motivi che sostengono questa tesi? Forse l' accesso a fatti o a
documenti che ad altri non e' dato conoscere? Certamente no! L' intellettuale
si trova estromesso, per definizione, dai luoghi dove si decidono gli eventi
più importanti. Ciò non di meno la riflessione critica sullo sviluppo storico
riesce a portare alla luce qualcosa , il senso della storia, appunto ,di cui
spesso non sono consapevoli nemmeno i protagonisti. Lo scontro tra Sistema
Democratico Capitalistico e il Sistema Comunista e' stato senza esclusione di
colpi. Ognuno dei due avversari ravvisava infatti nell' altro l' incarnazione
stessa del male e dell' errore.
La radicalità di questa lotta e' un fatto; e il
fatto da cui si deve partire e su cui più o meno tutti si trovano d' accordo.
Ma una volta che lo si accetta si devono anche accettare certe conseguenze che,
pur non essendo propriamente dei fatti, sono peraltro necessariamente (o
logicamente) implicate da esso. Se, e poiché , quella lotta e' stata radicale,
ognuno dei due avversari ha dovuto rendere il più possibile efficace il proprio
dispositivo di difesa e di offesa , che non era solo di carattere militare, ma
era anche organizzazione economica, finanziamento e distribuzione dei ruoli,
controllo dei punti chiave della società . Ma tutto questo sarebbe stato
impossibile se tale dispositivo fosse stato predisposto e avesse funzionato
alla luce del sole, sotto gli occhi di tutti. L' efficacia del dispositivo ne
richiedeva cioè la segretezza, il suo sottrarsi alla dimensione pubblica della
società . E nelle democrazie occidentali questo sottrarsi al controllo pubblico
era inevitabilmente un porsi sul terreno dell' illegalità , visto che nelle
società democratiche tutto ciò che le riguarda e' legale solo se e' pubblico e
pubblicamente controllato. La radicalità della lotta anticomunista ha cioè
costretto la legalità democratico capitalistica ad agire illegalmente. O
soccombere, o agire contrariamente ai principi che essa stava difendendo contro
il totalitarismo comunista.
In questo clima di inevitabile illegalità , la
violazione delle leggi democratiche aveva lo scopo di difendere la Democrazia e
il Capitalismo. Ma questo clima ha favorito quell' altro tipo di illegalità ,
dove l' anticomunismo era soltanto un alibi, cioè la violazione delle leggi
aveva come scopo il vantaggio privato ed e' quindi sopravvissuta alla morte del
comunismo. La corruzione privata come sottoprodotto della lotta anticomunista.
Sono due forme molto diverse di illegalità se non le si distingue vien fatta
sparire prematuramente la classe politica italiana e viene gravemente
minacciato l' investimento di capitali.
Quando funziona la Magistratura e' una
macchina che non può essere fermata con motivazioni etico giuridiche, ma con la
giustificazione politica dell' illegalità che si e' dovuta praticare per
difendere la legalità democratica in Italia (dove esisteva il più forte partito
comunista occidentale). Questo non significa scagionare i ladri, che devono essere
perseguiti e la cui perpetuazione deve essere resa impossibile mediante una
legislazione adeguata. E si deve anche impedire, negli interessi della
democrazia, che gli apparati illegali che hanno avuto la funzione di combattere
il Comunismo vengano utilizzati oggi, da certi gruppi di potere, per arginare
le aspirazioni della gente a una società più democratica e più vivibile. I
politici e gli imprenditori italiani che hanno praticato l' illegalità per
impedire che il Comunismo prendesse piede in Italia non devono dunque
comportarsi come quelle ragazze di una volta che andavano all' altro mondo
perché , non volendo far sapere in famiglia che non erano più vergini, si
rifiutavano di farsi visitare dal ginecologo.
Che la democrazia italiana (e
altrui) perdesse la verginità era inevitabile. Altrimenti sarebbe stata vergine
e martire. Perché , dunque, non si tira fuori quella legge, approvata dal
Parlamento italiano nel maggio del 1988, per la quale chi ha responsabilità
politiche e viene accusato di azioni illegali può non essere incriminato
qualora egli dimostri di avere agito nel superiore interesse dello Stato
(Democratico Capitalistico)? Sembra dunque necessario depenalizzare le forme
illegali della lotta anticomunista. Non solo rispetto al mondo dei politici, ma
anche a quello degli imprenditori che in Italia hanno finanziato (sarebbe stato
sorprendente il contrario) i partiti anticomunisti. Oggi l' Italia non può
permettersi ne' la cancellazione della classe politica ne' l' ulteriore
indebolimento delle forze imprenditoriali. Non e' un compito facile, ma ha il
vantaggio di ridurre il male da curare, di non rendere utopiche le terapie e di
ridurre considerevolmente i costi che, sul piano dello sviluppo economico, lo
smascheramento della corruzione fa sopportare alla nostra società .
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