sabato 20 gennaio 2018

ESODO


Il titolo Esodo, attribuito a questo celebre libro biblico dall’antica versione greca della Sacra Scrittura, definisce acutamente il cuore dell’intera opera. Essa, infatti, si sviluppa attorno a un’ «uscita» materiale, sociale e spirituale: il popolo ebraico, oppresso dalla potenza egiziana, «esce» dalla terra dei Faraoni verso la patria promessa ai padri da Dio, «esce» dal giogo pesante della schiavitù verso un orizzonte di libertà, «esce» dalle limitazioni e imposizioni religiose egiziane per servire il Signore in un culto libero e sincero.

Gli studiosi hanno vagliato accuratamente la documentazione storica offerta da queste pagine: l’autore biblico, infatti, non scrive un manuale di storiografia ma cerca di interpretare il senso religioso di eventi e di memorie antiche. E in molti è sorta la convinzione che questo libro biblico conservi l’eco di due distinti esodi, avvenuti in momenti diversi e unificati in un unico racconto. C’è un esodo fondamentale, una vera e propria “fuga” dall’oppressione faraonica, in cui gli Ebrei sono costretti a seguire la via tortuosa e difficile della penisola sinaitica per evitare di incorrere in pattuglie di frontiera egiziane. Si era forse nel XIII secolo a.C., allorquando, dopo il il regno del Faraone oppressore Ramses II, governava l’Egitto il Faraone Merneptah, del quale nel 1985 a Tebe fu trovata una stele di basalto nero che citava per la prima volta nella storia il popolo ebraico dichiarandolo vinto: «Israele è distrutto, è ormai senza seme».

Ma, all’interno delle pagine bibliche e sotto il manto di questo esodo glorioso e avventuroso sembra emergere la memoria di un altro esodo, forse avvenuto molto prima. Esso sembra avere le caratteristiche di una “espulsione”: gli Egiziani avviano gruppi di Ebrei verso la terra di Canaan facendo loro attraversare la frontiera settentrionale e imettendoli lungo la via litoranea del Mediterraneo, la più breve e diretta. Comunque sia, l’esodo rimarrà nella storia e nella fede di «Israele» come un grande segno divino: il Dio d’Israele si rivela come il Signore della Libertà, che non è indifferente al grido degli oppressi.

Il libro dell’Esodo, però, è dominato anche da un Monte, il Sinai, che si erge nell’aspra solitudine del deserto in cui vaga «Israele». E’ su quella vetta che la grande guida dell’esodo, Mosè, riceve le «Dieci Parole», il Decalogo, che sarà la base della morale biblica e della risposta che «Israele» dovrà offrire al Dio che si è alleato con lui. Attorno a quelle parole si distenderanno per lunghi capitoli le altre leggi, civili e religiose, del popolo ebraico. Anche se composte in epoche successive, esse vengono ricondotte all’esperienza del Sinai, che è come la culla spirituale dell’Israele biblico. Un popolo spesso ribelle ma destinato a incontrare Dio in un modo unico ed esaltante.

Note Finali

Gli avvenimenti narrati nel libro dell’Esodo riguardano «due» tappe fondamentali della storia di Israele: La Liberazione degli Ebrei dalla schiavitù cui erano ormai sottoposti in Egitto, dopo la morte di Giuseppe, e la costituzione definitiva di «Israele» come popolo attraverso l’alleanza stipulata da Dio con Mosè sul Monte Sinai.

Il Libro si apre con la storia di Mosè: la nascita, il mandato divino di liberare i suoi compagni, le dieci piaghe che colpiscono l’Egitto, l’istituzione della Pasqua e la fuga miracolosa degli israeliti attraverso il mar Rosso. La narrazione biblica prosegue con la conclusione dell’alleanza tra Dio e il suo popolo sul monte Sinai. Qui Mosè riceve dal Signore i «Dieci Comandamenti», ma al Sinai vengono anche definite tutte le strutture fondamentali della vita sociale e religiosa del futuro «Israele».


La Liberazione della schiavitù degli israeliti viene celebrata nell’«Antico Testamento» come straordinario esempio dell’«Amore» di Dio per il popolo eletto e ha una parte importante anche nel «Nuovo Testamento», dove il simbolismo della Pasqua è applicato al sacrificio di Cristo sul Calvario e all’Eucarestia. Vari sono gli elementi di tradizione letteraria, alcuni antichissimi, altri riferibili al VI secolo a.C., che compongono il libro dell’Esodo.

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