giovedì 23 ottobre 2014

MORALE CATTOLICA E MORALE LAICA (CAP.1)


La Morale cattolica proibisce «l'Aborto»; tuttavia proibisce anche la «Fecondazione artificiale» per il motivo che non si deve far nascere un individuo che non potrà crescere in una famiglia normale. Per le Morali laiche, invece, quando il Feto presenta gravi menomazioni «l'Aborto» e' consentito. Cioè non si deve far nascere un individuo umano che quasi sicuramente sarà infelice e renderà infelici. Non si viene dunque a dire, in entrambe le prospettive, che in certe circostanze viene impedita la nascita di un uomo? Ma con questa domanda non si sta anche tentando di introdurre una troppo grossolana consonanza tra le due prospettive? Giacché la prima (cattolica) impedisce la nascita di un essere umano che ancora non esiste; mentre la seconda (Laica), sostenendo «l'Aborto», sopprime un essere umano che già esiste. (vedi anche pubbl. Sett. e Ott. 2014 Embrione e Aborto
Nel primo caso non c'e' omicidio, nel secondo sì . A questo punto la «Morale laica» ha certo da replicare. Ma da entrambe le parti si perde di vista lo sfondo che da' «Senso» e sta al fondamento della discussione. Entrambe danno infatti per scontato che non vi sia alcunché da indagare sul significato dell'esistere che qui sopra ha fatto la sua comparsa insieme all'omicidio. E invece quel significato e' un abisso che si spalanca sotto i piedi dei contendenti. Che significa oggi affermare che un essere umano ancora non esiste? Un essere umano ancora non esiste quando ancora e' un «Nulla». 
Morale cattolica e Morale laica, impedendo alla nascita di un uomo per i differenti e contrapposti motivi sopra richiamati, affermano dunque che in certi casi si deve trattenere nel «Nulla» un essere umano. Vivrai al di fuori della famiglia naturale, chiede la «Morale cattolica». Meglio allora che tu rimanga nel «Nulla»! Vivrai menomato e infelice, chiede la «Morale laica». Meglio allora che tu rimanga nel «Nulla»! E non provvisoriamente, ma eternamente, perché quando passa l'attimo che ti avrebbe generato, l'attimo successivo non genera più te, ma un altro essere umano. 
La consonanza tra le due contrapposte morali riguarda un terreno più profondo di quello dove esse si scontrano. L'omicidio toglie l'esistenza; fa diventare «Nulla» un essere umano esistente. Ma in qualche modo, l'omicidio e' generoso: concede all'uomo, prima di sopprimerlo, un tempo di esistenza più o meno lungo. Per il Cristianesimo la generosità dell'omicidio e' poi ancora maggiore, perché l'omicidio non impedisce che chi e' ucciso abbia la vita eterna , e' felice, se egli e' vissuto bene. Spaventosamente ingeneroso e' invece quell'altro discorso delle contrapposte ma consonanti morali. 
La Morale e' infinitamente più ingenerosa dell'omicidio, perché non si limita a spingere nel «Nulla» un essere al quale e' stata concessa una certa quantità di esistenza, ma vuole che un essere umano rimanga eternamente nel «Nulla», eternamente e totalmente escluso dall'esistenza. E questa non e' forse una forma infinitamente più radicale di omicidio? Anzi, la più radicale? (E se un Dio, creando, lascia nel «Nulla» certe creature, non si dovrà dire che anche lui, e soprattutto lui, e' legato a quella forma di omicidio?). Chi esiste non può prendere il posto di chi ancora non esiste e decidere che per quest'ultimo e' meglio restare eternamente nel «Nulla». Le considerazioni in cui ci siamo imbattuti non forniscono soluzioni, ma complicano il discorso di chi ha troppa fretta. Eppure come e' strano il «Nulla» di cui parla tutto il pensiero dell'Occidente! E' «Nulla»; ma insieme e' la possibilità di tutto ciò' che incomincia ad esistere , giacché se il «Nulla» fosse l'impossibilita' di esistere, nessuna cosa che ancora e' «Nulla» potrebbe incominciare ad esistere. 
Ma la possibilità dell'esistenza non e' un «Nulla» assoluto! Sì che il «Nulla» a cui concordemente si rivolgono le contrapposte morali, e' un assurdo: e' un che di assolutamente nullo e insieme (in quanto possibilità) e' qualcosa di positivo, cioè di «Non-Nullo». E in quanto l'uomo possibile che e' ancora nel «Nulla» e' un che di positivo, come negargli oggi diritto all'esistenza? Le complicazioni crescono.

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