Ormai sulla terra ogni
conoscenza è diventata una «Fede»; anche ogni conoscenza che guida la «Volontà»,
e che guida pertanto anche la «Volontà di Pace». Una «Fede» più o meno
complessa, coerente, potente, consapevole di sé, ma pur sempre una «Fede».
Anche la scienza moderna è «Fede». Tuttavia il «Senso» di ciò che viene
chiamato «Fede» si mostra solo in relazione al «Senso» della «Non-Fede», cioè
al «Senso» portato alla luce dalla Filosofia, in Grecia. La Filosofia si
rivolge a ciò che si mostra in modo così pieno e ineludibile da non poter esser
negato , da non poter essere altrimenti, dice Aristotele.
Dio è il contenuto centrale di ciò che si mostra all'interno dell' «Epistéme della Verità». Tutto ciò che non si mostra nell' «Epistéme
della Verità» può essere altrimenti, è controvertibile, lo si afferma perché si
vuole che ad esso competa ciò che di esso si afferma. Tutto il resto è,
appunto, «Fede», «Mito». In quanto sapere ipotetico, anche la Scienza è «Fede»
e «Mito». La «Volontà» stessa, in quanto tale, è «Fede»: innanzitutto è «Fede»
di ottenere ciò che essa vuole.
Ormai
sulla terra ogni «Volontà» , anche la «Volontà di Pace» , è guidata dalle
contrapposte forme della «Fede» e del «Mito». L' «Epistéme della Verità» è
tramontata. Dato il modo in cui ha compiuto il suo primo passo, il suo tramonto
è inevitabile. Il grande problema da affrontare è che volere la «Pace» facendosi
guidare dalla «Fede» significa volere la «Pace» collocandosi nella dimensione
della «Guerra». (Vedi Pubbl. Dicembre 2013
Religioni e Pace nel Mondo). Ogni «Fede» vuole che il mondo abbia un «Senso»
piuttosto che un altro e quindi ogni «Fede» si trova essenzialmente in contrasto
con le altre forme di «Fede», che invece vogliono che il mondo abbia un «Senso»
diverso. Dialogando tra loro, o le Fedi rinunciano a se stesse in favore di una
«Fede» prevaricante, oppure non effettuano questa rinuncia, ma allora è
inevitabile che alla fine si scontrino non solo sul piano del dialogo, ma anche
su quello dell' agire effettivo dei popoli e che alla fine prevalga la «Fede»
più potente.
Relativamente alla «Ragione»,
Cristianesimo e Islam sono in apparenza molto divergenti; ma al di là delle
apparenze e delle loro intenzioni esplicite essi sono sostanzialmente solidali
(anche se la cristianità si è allontanata ben di più dell'islam reale,
storico, dalla brutalità del mondo arcaico).
Ma non è forse del tutto esplicita la sentenza di Gesù, su
quel che si deve a Cesare e a Dio? Non è forse, questa sentenza, la prova più
evidente dell'autonomia che la Chiesa riconosce a Cesare, cioè allo «Stato», e,
da ultimo, alla «Ragione»?(Vedi Pubbl. marzo 2013 Fede e Politica, Fede e Ragione) Indubbiamente, Gesù conduce la coscienza religiosa in una dimensione dove
l'islam si rifiuta di entrare. Per l'islam è quel che è di Dio, ossia è la
legge di Dio, ad avere il diritto di configurare la struttura e le leggi dello «Stato»
e della «Ragione»: date a Cesare quel che è di Dio; rendete Dio padrone di
Cesare.
Ma chiediamoci ancora una
volta: quando Gesù afferma di dare a Cesare quel che è di Cesare e a
Dio quel che è di Dio, pensa forse che a Cesare si possa dare qualcosa che sia
contro Dio? Certamente No!
La Chiesa
cattolica infatti rifiuta quella «Libertà» senza «Verità» (cioè senza Verità
cristiana) che caratterizza la Democrazia semplicemente procedurale del nostro
tempo. Ma allora Gesù e la Chiesa pensano che Cesare debba essere «Cristiano» e
cioè che le leggi dello «Stato» debbano essere cristiane. E poiché non possono
esistere leggi dello «Stato» la violazione delle quali non implichi una
sanzione, ne viene che la violazione delle leggi cristiane dello «Stato»
richiede una sanzione terrena, ossia già qui sulla terra, prima ancora che
nell'aldilà.
La teoria,
sostanzialmente comune ad Avicenna e a Tommaso, che una Filosofia che
smentisca la «Fede» è una falsa Filosofia è la traduzione, sul più ampio piano
della «Ragione», del modo in cui, per Gesù, ci si deve porre in rapporto a
Cesare e a Dio. Infatti, se a Cesare non si deve dare quel che è contro
Dio, allora, quando Cesare è contro Dio, esso è un Cesare falso, uno «Stato»
che è in contrasto col vero «Stato»: è un Cesare falso, così come una Filosofia
che sia in contrasto con la «Rivelazione» è una falsa Filosofia. Anche alla Filosofia
si deve dare quel che è della Filosofia e alla «Fede» quel che è della «Fede» ,
purché alla Filosofia non si dia quel che è contro la «Fede» (o che è
indifferente alla «Fede»).
Anche la Filosofia,
e in generale la «Ragione», come lo Stato, deve essere Filosofia cristiana, o
islamica; «Ragione» cristiana, o islamica. Cristianesimo e Islam non sono
dunque semplicemente due forme diverse e contrastanti di civiltà (non danno
luogo a uno «scontro di civiltà»), ma affondano le loro radici nello stesso
terreno, cioè appartengono entrambi al grande passato dell' Occidente, cioè
della stessa civiltà. Cristianesimo e Islam sono certamente in «contrasto»; ma
questo loro «contrasto» è la superficie di un «contrasto» radicalmente più
profondo, dove Cristianesimo e Islam stanno dalla stessa parte, si trovano a
combattere il comune nemico mortale, cioè l' Europa moderna, sebbene, a un livello
ancora più profondo, un' intima mano unisca l' Europa moderna al Cristianesimo
e all'Islam.
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