sabato 20 ottobre 2018

ABDIA



Abdia (“servo del Signore”) ha lasciato il più breve di tutti gli scritti profetici: un solo capitolo di 21 versetti. Dell’uomo Abdia e della sua storia non sappiamo nulla né è da confondere – come farà una successiva tradizione giudaica – con Abdia, maggiordomo del re Acab al tempo del profeta Elia (1Re 18).

Secondo alcuni studiosi il testo di Abdia a noi giunto sarebbe costituito da due frammenti (versetti 1-14 e 15-21). Nel primo si legge un veemente oracolo contro Edom, la popolazione imparentata con gli Ebrei, ma ad essi ostile. Il profeta lo pronunzia perché gli Edomiti si schierarono con gli invasori babilonesi al momento della distruzione di Gerusalemme (586 a.C.). Ben dieci versetti di questo oracolo si ritrovano, con alcune varianti, nel libro di Geremia (49,7-16).

Il secondo frammento, pur partendo ancora da Edom, allarga l’orizzonte descrivendo «il giorno del Signore», che vedrà la rivincita gloriosa di Israele su Edom e il sorgere di una nuova era di gioia per il popolo di Dio, ritornato sul monte di Sion. Si può, dunque, pensare a uno scritto immediatamente post-esilico.

Segnata da una forte passione nazionalistica, quest’unica pagina a noi giunta di Abdia è la testimonianza dell’incarnazione della parola di Dio nella storia di Israele, nelle sue sofferenze e passioni, ma anche nelle sue speranze in un futuro migliore di libertà, attuato dalla giustizia divina che si schiera dalla parte degli oppressi. Il profeta vede realizzarsi tutto ciò nel «giorno del Signore».

Nota Finale

Si tratta del libro più breve dell’Antico Testamento. Il profeta, il cui nome significa “servo del Signore” e del quale si hanno scarse notizie, ammonisce il paese di Edom (discendente da Esaù) preannunciando che sarà colpito dalla punizione divina per aver rifiutato di combattere contro gli stranieri che hanno conquistato Gerusalemme e per aver anzi approfittato della situazione saccheggiando il territorio di Giuda. Il brano esalta la giustizia di Dio, che agisce come difensore del diritto non solo del suo popolo ma di tutte le genti. Abdia assicura quindi i superstiti d’Israele che la terra promessa sarà loro restituita e che avranno la rivincita su Edom. 

La sventura di Gerusalemme descritta dal profeta è probabilmente il sacco (assalto, devastazione) della città compiuto dai Babilonesi nel 586 a.C. e, poiché Edom viene soggiogato dai Nabatei nel 312 a.C., la profezia di Abdia si può collocare fra queste due date.




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