sabato 4 febbraio 2017

ARISTOTELE E LA FILOSOFIA PRIMA COME SCIENZA DEGLI ASSIOMI


Gli “assiomi” che studia la filosofia sono quei principi o leggi che «valgono per tutti quanti gli esseri e non sono proprietà peculiari di qualche genere particolare di essere ad esclusione di altri. E tutti quanti si servono di questi “assiomi”, perché sono propri dell’essere in quanto essere e ogni genere di realtà è essere» (Met., IV, 3, 1005 a 22). 

Primo assioma è il “principio di non contraddizione”, così formulato: «È impossibile che la stessa cosa ad un tempo appartenga e non appartenga ad una medesima cosa, secondo lo stesso rispetto»; o anche: «è impossibile a chicchessia credere che una stessa cosa sia e non sia», o: «è impossibile ad un tempo affermare e negare». 

Di due proposizioni contraddittorie una deve essere falsa. Il “principio del terzo escluso” afferma che non c’è alcun medio tra essere e non essere. Tale principio ha primariamente valore ontologico e può declinarsi in modo particolare in riferimento a ciascun aspetto specifico di realtà o scienza. Del “principio di non contraddizione” Aristotele afferma che è il principio più sicuro di tutti, perché intorno ad esso è impossibile cadere in errore. Inoltre è il più noto, non ha carattere ipotetico e deve essere posseduto da colui che vuole conoscere qualsiasi cosa. Dunque esso è immediatamente evidente. In quanto evidente, non può essere dimostrato: ogni dimostrazione infatti lo presuppone. Esso si pone solamente per via confutatoria o dialettica. 

La confutazione mostra, a partire da quanto afferma il suo negatore, l’impossibilità del costituirsi della negazione medesima. Per questo è sufficiente che chi nega il principio «dica qualcosa che ha significato per lui e per gli altri: e questo è pur necessario, se egli intende dire qualcosa». Dire qualcosa e dire qualcosa di determinato è lo stesso. Si determina solo in quanto ciò che è così determinato è posto come se stesso e non altro. Dunque, senza il principio non è possibile alcun linguaggio, dialogo o pensiero. Senza il principio neppure è possibile agire. Chi nega il principio, nega i significati o li riduce a uno: vero e falso, giusto e ingiusto si identificano.    

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