Gli “assiomi” che studia la filosofia
sono quei principi o leggi che «valgono per tutti quanti gli esseri e non sono
proprietà peculiari di qualche genere particolare di essere ad esclusione di
altri. E tutti quanti si servono di questi “assiomi”, perché sono propri dell’essere
in quanto essere e ogni genere di realtà è essere» (Met., IV, 3, 1005 a 22).
Primo assioma è il “principio
di non contraddizione”, così formulato: «È impossibile che la stessa cosa
ad un tempo appartenga e non appartenga ad una medesima cosa, secondo lo stesso
rispetto»; o anche: «è impossibile a chicchessia credere che una stessa cosa
sia e non sia», o: «è impossibile ad un tempo affermare e negare».
Di due proposizioni contraddittorie
una deve essere falsa. Il “principio del
terzo escluso” afferma che non c’è alcun medio tra essere e non essere.
Tale principio ha primariamente valore ontologico e può declinarsi in modo
particolare in riferimento a ciascun aspetto specifico di realtà o scienza. Del
“principio di non contraddizione”
Aristotele afferma che è il principio più sicuro di tutti, perché intorno ad
esso è impossibile cadere in errore. Inoltre è il più noto, non ha carattere
ipotetico e deve essere posseduto da colui che vuole conoscere qualsiasi cosa.
Dunque esso è immediatamente evidente. In quanto evidente, non può essere
dimostrato: ogni dimostrazione infatti lo presuppone. Esso si pone solamente
per via confutatoria o dialettica.
La
confutazione mostra, a partire da quanto afferma il suo negatore,
l’impossibilità del costituirsi della negazione medesima. Per questo è
sufficiente che chi nega il principio «dica qualcosa che ha significato per lui
e per gli altri: e questo è pur necessario, se egli intende dire qualcosa».
Dire qualcosa e dire qualcosa di determinato è lo stesso. Si determina solo in
quanto ciò che è così determinato è posto come se stesso e non altro. Dunque,
senza il principio non è possibile alcun linguaggio, dialogo o pensiero. Senza
il principio neppure è possibile agire. Chi nega il principio, nega i
significati o li riduce a uno: vero e falso, giusto e ingiusto si identificano.
ok
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