Il termine «Metafisica» è stato
introdotto probabilmente da Andronico di Rodi (I sec. a.C.) per designare il
complesso dei trattati, quattordici libri di differente argomento che, nella
sua raccolta, venivano «dopo» gli scritti sulla scienza naturale (tà metà tà physiká). Poiché in una sua
accezione rilevante oggetto di questa scienza sono quelle realtà che stanno «al
di là» delle cose sensibili, cioè le realtà sovrasensibili, il titolo nella
tradizione storica venne assunto per
designare la scienza che tratta delle realtà sovrasensibili: Dio e i movimenti
celesti. Non a caso Kant ritenne che il termine «non fosse nato a caso, dal
momento che conviene tanto esattamente alla scienza stessa».
Aristotele designa solitamente
tale scienza con il termine «filosofia prima» o «scienza circa le cose prime».
La definizione di «filosofia prima» fa riferimento alla divisione aristotelica
delle scienze. Egli distingue le scienze in: teoretiche, pratiche e poietiche (Met., XI, 7-8). La scienza si distingue
innanzi tutto dalle altre forme di conoscenza, in quanto «ha per oggetto la
ricerca dei principi e delle cause di quelle realtà che essa intende studiare».
L’attitudine, che nello studio delle realtà viene assunta, può essere o "teoretica", cioè meramente contemplativa, o "pratica", se la realtà viene
considerata in vista della sua trasformazione.
Si vengono così a delineare due grandi gruppi di scienze:
quelle "teoretiche", che comprendono teologia, matematica e fisica; e quelle "pratiche", distinte in scienze pratiche in senso stretto – etica e politica – e
in scienze "poietiche" o produttive. Inoltre, «come all’interno delle scienze, le
scienze "teoretiche" costituiscono il genere più eccellente, così tra queste la
più eccellente è la «teologia», giacché tra le realtà studiate il suo oggetto è
quello più degno di rispetto e ogni scienza si dice superiore o inferiore in
rapporto al proprio oggetto» (ibidem - nella stessa opera -, 7, 1064
b).
Per questi motivi, quella
parte della filosofia che tratta le realtà più elevate nell’ordine dell’essere,
cioè le realtà prime – Dio e gli esseri immutabili – costituirà la «filosofia
prima» o «teologia», mentre la fisica, che ha come contenuto la realtà
diveniente, costituirà la filosofia seconda. Aggiunge Aristotele che «se le
sostanze fisiche fossero superiori ad ogni altra sostanza, anche la fisica si
porrebbe come la prima fra tutte le scienze. Ma, se esiste un’altra realtà che
è separata e immobile, allora necessariamente anche la scienza che indaga su di
essa è diversa dalle altre; deve inoltre essere superiore alla fisica e, in
quanto superiore, universale» (Met., VI,
1, 1026 a 27 sgg.).
Nota finale
Tutti i motivi del pensiero di Aristotele convergono nella «metafisica»
che costituisce l’espressione delle ragioni ultime della sua filosofia.
Purificata la coscienza filosofica da elementi mitici e metaforici, Aristotele
cercò di determinare con rigore scientifico i fondamenti della visione del
mondo che, nelle linee generali, aveva attinto da Platone.
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