domenica 8 gennaio 2017

ARISTOTELE E LA METAFISICA O FILOSOFIA PRIMA (PREMESSA)



Il termine «Metafisica» è stato introdotto probabilmente da Andronico di Rodi (I sec. a.C.) per designare il complesso dei trattati, quattordici libri di differente argomento che, nella sua raccolta, venivano «dopo» gli scritti sulla scienza naturale (tà metà tà physiká). Poiché in una sua accezione rilevante oggetto di questa scienza sono quelle realtà che stanno «al di là» delle cose sensibili, cioè le realtà sovrasensibili, il titolo nella tradizione  storica venne assunto per designare la scienza che tratta delle realtà sovrasensibili: Dio e i movimenti celesti. Non a caso Kant ritenne che il termine «non fosse nato a caso, dal momento che conviene tanto esattamente alla scienza stessa». 

Aristotele designa solitamente tale scienza con il termine «filosofia prima» o «scienza circa le cose prime». La definizione di «filosofia prima» fa riferimento alla divisione aristotelica delle scienze. Egli distingue le scienze in: teoretiche, pratiche e poietiche (Met., XI, 7-8). La scienza si distingue innanzi tutto dalle altre forme di conoscenza, in quanto «ha per oggetto la ricerca dei principi e delle cause di quelle realtà che essa intende studiare». L’attitudine, che nello studio delle realtà viene assunta, può essere o "teoretica", cioè meramente contemplativa, o "pratica", se la realtà viene considerata in vista della sua trasformazione. 

Si vengono così a delineare due grandi gruppi di scienze: quelle "teoretiche", che comprendono teologia, matematica e fisica; e quelle "pratiche", distinte in scienze pratiche in senso stretto – etica e politica – e in scienze "poietiche" o produttive. Inoltre, «come all’interno delle scienze, le scienze "teoretiche" costituiscono il genere più eccellente, così tra queste la più eccellente è la «teologia», giacché tra le realtà studiate il suo oggetto è quello più degno di rispetto e ogni scienza si dice superiore o inferiore in rapporto al proprio oggetto» (ibidem - nella stessa opera -, 7, 1064 b).

Per questi motivi, quella parte della filosofia che tratta le realtà più elevate nell’ordine dell’essere, cioè le realtà prime – Dio e gli esseri immutabili – costituirà la «filosofia prima» o «teologia», mentre la fisica, che ha come contenuto la realtà diveniente, costituirà la filosofia seconda. Aggiunge Aristotele che «se le sostanze fisiche fossero superiori ad ogni altra sostanza, anche la fisica si porrebbe come la prima fra tutte le scienze. Ma, se esiste un’altra realtà che è separata e immobile, allora necessariamente anche la scienza che indaga su di essa è diversa dalle altre; deve inoltre essere superiore alla fisica e, in quanto superiore, universale» (Met., VI, 1, 1026 a 27 sgg.). 

Nota finale

Tutti i motivi del pensiero di Aristotele convergono nella «metafisica» che costituisce l’espressione delle ragioni ultime della sua filosofia. Purificata la coscienza filosofica da elementi mitici e metaforici, Aristotele cercò di determinare con rigore scientifico i fondamenti della visione del mondo che, nelle linee generali, aveva attinto da Platone. 

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