Stando al significato assunto storicamente dalla
parola Dio, esiste qualcosa di infinitamente
più alto di Dio. Il Dio storico, infatti, è una delle forme più radicali della
violenza, e la vicinanza tra Satana, che è omicida sin dall'inizio, e Dio
diventa inevitabile. Ma in quello stare infinitamente più in alto appare che la
«Violenza» e la «Morte» sono già da sempre vinte anche se la «Fede» nella loro
esistenza domina il mondo. La «Violenza» domina il mondo. Rende nemici stati, etnie,
famiglie, individui e l'individuo stesso rispetto a sé stesso.
Il Cristianesimo è una delle
forme più alte che l'uomo abbia evocato contro di essa. Tutte le grandi
religioni hanno l'intento di tenerla lontana. Parlano un linguaggio che i
popoli possono capire. Ma soprattutto il Cristianesimo si è confrontato per due
millenni con la Filosofia, la quale non parla certo il linguaggio che la gente
capisce, ma è entrata nel sangue delle religioni, e poi di tutti i grandi
eventi della storia europea: Rinascimento e Arti, Scienza moderna e Diritto,
Rivoluzione francese, Capitalismo e Comunismo.
La Filosofia stende la mano alla coscienza religiosa, a
quella cristiana in particolare, per portarla più in alto. Si distingue la «Violenza»
dalla «Volontà». Esiste la «Volontà» buona, si dice: combatte quella cattiva
che, essa sì, è «Violenza». La «Volontà» non può esser messa in discussione!
Allora si potrebbe incominciare a pensare che altro è volere sapendo che volere
è «Peccare», è «Violenza», altro è volere non sapendolo. Volere è «Peccato» e «Violenza»?
La «Violenza» può esistere solo perché si crede che il mondo sia disponibile
alla volontà (umana o divina) di trasformarlo.
Nel Paradiso cristiano non c' è «Violenza», soprattutto
perché l'Ordinamento divino che vi regna è un sole immutabile, inviolabile,
immodificabile. E nessuno dei beati vuole trasformarlo. Gesù dice ai Farisei,
che vogliono ucciderlo, che il loro padre è il diavolo, che sin dall'inizio è
stato omicida e non è rimasto nella verità . Infatti ha indotto i nostri
progenitori al «Peccato», cioè ad essere come Dio , e Dio ha punito l'uomo
consegnandolo alla «Morte».
Ad opera
di un uomo , dice Paolo , entrò nel mondo il «Peccato», e ad opera del
«Peccato» la «Morte». Ma ecco il centro di quanto va soprattutto pensato : che
non è che la «Morte» sia entrata nel mondo ad opera del «Peccato», ma, all'opposto,
che il «Peccato» è entrato nel mondo ad opera della «Morte»; e cioè che il
vero «Peccato» è la «Morte».
Nei
Vangeli, la parola più usata per nominare il «Peccato» è hamartìa, che
innanzitutto significa errore. Ma prima abbiamo sentito l'errore più radicale,
cioè la convinzione che le «Cose» divengano altro da ciò che esse sono, e che,
diventate altro, sono altro da sé. Diventando un morto, il vivo è un morto. E
ogni diventar altro è un morire.
Credere
nell'esistenza della «Morte» è credere che un vivo sia un morto, cioè
un non vivo; che la stella sia non stella, e così via per tutte le cose che la
volontà vuole far diventar altro da quello che sono, e che così vuole perché,
appunto, crede che possano diventar altro.
Credere
nell'esistenza della «Morte» è l'errore estremo, il «Peccato» più profondo,
più originale. Con la «Morte» il «Peccato» entra nel mondo perché il vero «Peccato»
è la «Morte» stessa, cioè la «Fede» nella sua esistenza. È sul fondamento di
questa «Fede» che si può decidere di uccidere.
Ma
la Filosofia ha un duplice volto: Uno guarda la notte, l' altro il
giorno. Il vento che sta parlando è il vento del giorno. L' altro volto,
mostrato dal popolo Greco , dice ancora il vento, se qualcuno è rimasto a
sentirlo , rende estremo l' errore più radicale: crede di vedere che le «Cose»
diventando altro da sé, diventano «Nulla» e da «Nulla» che erano, diventano «Esseri».
A ciò provvede la volontà di Dio e dell'uomo.
L'errore estremo è credere che il «Nulla», diventato
«Essere», sia «Essere», e che l' «Essere» diventato «Nulla», sia «Nulla».
Quando l'uomo vuole che l'uomo vada nel «Nulla» è omicida. Quando Adamo pecca è
deicida. Ed omicida è il diavolo che spinge l'uomo nella morte.
E Dio? Ma anche Dio non vuol
forse creare il mondo dal «Nulla», e annientarlo quando creerà un nuovo cielo e
una terra nuova? (Apocalisse ,21). Non crede forse anche Dio nell'esistenza
della «Morte»? E non è forse questo il «Senso» originario dell'omicidio e della
violenza?». Se la follia estrema è credere che uomini e cose divengano «Nulla»
e ne escano, e questa «Fede» è il vero «Peccato», l' «Essere» è ucciso proprio
dalla «Fede» che esso divenga «Nulla».
Sul
fondamento di questa «Fede» viene perpetrato l'omicidio autentico: si
mette l'uomo (e le cose tutte) nel sepolcro del «Nulla», lo si fa diventare un «Nulla»
, lui, che è uomo e non un «Nulla», lo si considera qualcosa che di per sé è un
«Nulla». Poi si solleva il coperchio del sepolcro, e, trovando un cadavere, lo
si salva, prima creandolo dal «Nulla» e poi liberandolo dalla «Morte», che però
è la «Morte Eterna», non questa nostra «Morte», nella quale si continua
a credere.
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