venerdì 8 agosto 2014

IL VERO PECCATO: LA MORTE.


Stando al significato assunto storicamente dalla parola Dio, esiste qualcosa di infinitamente più alto di Dio. Il Dio storico, infatti, è una delle forme più radicali della violenza, e la vicinanza tra Satana, che è omicida sin dall'inizio, e Dio diventa inevitabile. Ma in quello stare infinitamente più in alto appare che la «Violenza» e la «Morte» sono già da sempre vinte anche se la «Fede» nella loro esistenza domina il mondo. La «Violenza» domina il mondo. Rende nemici stati, etnie, famiglie, individui e l'individuo stesso rispetto a sé stesso. 
Il Cristianesimo è una delle forme più alte che l'uomo abbia evocato contro di essa. Tutte le grandi religioni hanno l'intento di tenerla lontana. Parlano un linguaggio che i popoli possono capire. Ma soprattutto il Cristianesimo si è confrontato per due millenni con la Filosofia, la quale non parla certo il linguaggio che la gente capisce, ma è entrata nel sangue delle religioni, e poi di tutti i grandi eventi della storia europea: Rinascimento e Arti, Scienza moderna e Diritto, Rivoluzione francese, Capitalismo e Comunismo. 
La Filosofia stende la mano alla coscienza religiosa, a quella cristiana in particolare, per portarla più in alto. Si distingue la «Violenza» dalla «Volontà». Esiste la «Volontà» buona, si dice: combatte quella cattiva che, essa sì, è «Violenza». La «Volontà» non può esser messa in discussione! Allora si potrebbe incominciare a pensare che altro è volere sapendo che volere è «Peccare», è «Violenza», altro è volere non sapendolo. Volere è «Peccato» e «Violenza»? La «Violenza» può esistere solo perché si crede che il mondo sia disponibile alla volontà (umana o divina) di trasformarlo. 
Nel Paradiso cristiano non c' è «Violenza», soprattutto perché l'Ordinamento divino che vi regna è un sole immutabile, inviolabile, immodificabile. E nessuno dei beati vuole trasformarlo. Gesù dice ai Farisei, che vogliono ucciderlo, che il loro padre è il diavolo, che sin dall'inizio è stato omicida e non è rimasto nella verità . Infatti ha indotto i nostri progenitori al «Peccato», cioè ad essere come Dio , e Dio ha punito l'uomo consegnandolo alla «Morte». 
Ad opera di un uomo , dice Paolo , entrò nel mondo il «Peccato», e ad opera del «Peccato» la «Morte». Ma ecco il centro di quanto va soprattutto pensato : che non è che la «Morte» sia entrata nel mondo ad opera del «Peccato», ma, all'opposto, che il «Peccato» è entrato nel mondo ad opera della «Morte»; e cioè che il vero «Peccato» è la «Morte»
Nei Vangeli, la parola più usata per nominare il «Peccato» è hamartìa, che innanzitutto significa errore. Ma prima abbiamo sentito l'errore più radicale, cioè la convinzione che le «Cose» divengano altro da ciò che esse sono, e che, diventate altro, sono altro da sé. Diventando un morto, il vivo è un morto. E ogni diventar altro è un morire. 
Credere nell'esistenza della «Morte» è credere che un vivo sia un morto, cioè un non vivo; che la stella sia non stella, e così via per tutte le cose che la volontà vuole far diventar altro da quello che sono, e che così vuole perché, appunto, crede che possano diventar altro. 
Credere nell'esistenza della «Morte» è l'errore estremo, il «Peccato» più profondo, più originale. Con la «Morte» il «Peccato» entra nel mondo perché il vero «Peccato» è la «Morte» stessa, cioè la «Fede» nella sua esistenza. È sul fondamento di questa «Fede» che si può decidere di uccidere. 
Ma la Filosofia ha un duplice volto: Uno guarda la notte, l' altro il giorno. Il vento che sta parlando è il vento del giorno. L' altro volto, mostrato dal popolo Greco , dice ancora il vento, se qualcuno è rimasto a sentirlo , rende estremo l' errore più radicale: crede di vedere che le «Cose» diventando altro da sé, diventano «Nulla» e da «Nulla» che erano, diventano «Esseri». A ciò provvede la volontà di Dio e dell'uomo. 
L'errore estremo è credere che il «Nulla», diventato «Essere», sia «Essere», e che l' «Essere» diventato «Nulla», sia «Nulla». Quando l'uomo vuole che l'uomo vada nel «Nulla» è omicida. Quando Adamo pecca è deicida. Ed omicida è il diavolo che spinge l'uomo nella morte. 
E Dio? Ma anche Dio non vuol forse creare il mondo dal «Nulla», e annientarlo quando creerà un nuovo cielo e una terra nuova? (Apocalisse ,21). Non crede forse anche Dio nell'esistenza della «Morte»? E non è forse questo il «Senso» originario dell'omicidio e della violenza?». Se la follia estrema è credere che uomini e cose divengano «Nulla» e ne escano, e questa «Fede» è il vero «Peccato», l' «Essere» è ucciso proprio dalla «Fede» che esso divenga «Nulla». 
Sul fondamento di questa «Fede» viene perpetrato l'omicidio autentico: si mette l'uomo (e le cose tutte) nel sepolcro del «Nulla», lo si fa diventare un «Nulla» , lui, che è uomo e non un «Nulla», lo si considera qualcosa che di per sé è un «Nulla». Poi si solleva il coperchio del sepolcro, e, trovando un cadavere, lo si salva, prima creandolo dal «Nulla» e poi liberandolo dalla «Morte», che però è la «Morte Eterna», non questa nostra «Morte», nella quale si continua a credere. 

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