L' Esistenza di Dio, punto centrale, della
speculazione di Tommaso, viene dimostrata razionalmente attraverso le famose «Cinque
Vie» (vedi pubbl. Aprile 2014): la Cosmologica, la Causale, quella
della Contingenza, dei Gradi e dell' Ordine delle cose. Ne deriva
alla fine Dio le cui connotazioni sono
assolute: Egli è l'Immutabile, l'Incausato, il Necessario, l' Infinito o
Illimitato, il Supremo Ordinatore. E ancora: Dio come atto puro
dell'essere, e perciò Perfettissimo, Unico, Creatore.
Tratto caratteristico della
Teologia Razionale di Tommaso è
la concezione di Dio come "Persona", Dio che pensa la «Verità» e che
liberamente vuole il «Bene». In qualche modo congiunto il "Vero" di Aristotele
e il "Bene" di Platone Tommaso prepara il terreno al Dio-Trinità del
Cristianesimo. La Trinità (Essenza di Dio) rimane tuttavia Mistero, oggetto di «Fede», a differenza
dell' Esistenza di Dio, oggetto
di indagine «Razionale». Se è vero infatti che
l'Esistenza di Dio è Necessaria al Mondo, è altrettanto vero che l' Esistenza
del Mondo (della totalità delle Creature) Non è necessaria a Dio. Il Mondo c'è perchè Dio
c'è; e sappiamo che Dio c'è perchè c'è il Mondo; ma Dio Non c'è perchè c'è il
Mondo: Dio c'è e basta.
Questo vuol
dire "Creazione"; vuol dire che l' esserci nel mondo è legato
alla Gratuità del gesto del suo Creatore, il quale ne resta infinitamente
Libero, e perciò infinitamente Interessato, visto che lo ha Voluto.
Tra le
tesi nuove di Tommaso bisogna certamente annoverare la Determinazione dei rapporti
tra la «Ragione» (Filosofica) e la «Fede» (Cristiana). Ciò che dovette sconcertare
gli ambienti o certi ambienti teologici parigini fu la drastica difesa
tommasiana della "potenza" veritativa della «Ragione», che non doveva a nessun
patto essere «manipolata» dalle esigenze della «Fede».
Per Tommaso i Principi della «Ragione» sono
assolutamente Veri e non possono essere contraddetti dalla «Fede». Vale anche la reciproca:
per Tommaso gli «Articuli Fidei» (le certezze fondamentali della «Fede» , ossia poi i «Dogmi») sono Creduti
altrettanto Veri e non possono essere contraddetti dalla «Ragione». Dunque la «Fede»
è «Verità» perché rivelata da Dio, la «Ragione» è «Verità» perché di per sé evidente. Pertanto tra la «Ragione» e la «Fede» ci
deve essere e deve regnare una profonda «Armonia».
Come accade allora che «Ragione» e «Fede» (Oggi)
spesso si trovano in situazione di conflitto ? (vedi anche Pubbl. Marzo 2013 Fede
e Politica - Fede e Ragione). Tommaso risponderebbe: il conflitto nasce
quando ci si allontana dai principi della «Ragione» e dagli «Aticuli Fidei»,
ossia quando si sciorinano dei ragionamenti a partire dai principi. Allora si
può introdurre l'«Errore» (da una parte e dall'altra). E allora bisogna rifare
i conti (da una parte e dall'altra), cioè andare a caccia dell'«Errore». Perché
questo è certo, che l'«Errore» sta dalla parte dell'uomo; Dio, infatti, che è
l'Autore della «Ragione», così come è l'Autore della «Rivelazione» delle cose
di «Fede», non può ingannare né ingannarsi (basta la «Ragione» a provarlo).
Quando
dunque Tommaso scrive (ad esempio nel "De Trinitate", q.2 a.3) che in caso di conflitto
tra «Filosofia» e «Fede», bisogna rifare i conti in tasca alla «Filosofia»,
occorre intenderlo bene. Egli non vuole affatto rivendicare una superiorità
degli «Articuli Fidei» sui principi della «Ragione», ma solo una superiorità
degli «Articuli Fidei» sui "ragionamenti" (su certi "ragionamenti")
dei filosofi che paiono contrari alla «Fede» (agli «Articuli»). E comunque la
superiorità va provata, nel senso che deve essere fatto concretamente vedere
che quei "ragionamenti" non sono necessariamente veri (sono, dunque, «solubilia
argumenta»), e quindi non sono in grado di dire nulla di decisivo contro la «Fede».
Vero
è che per Tommaso, come per qualsiasi altro credente, il contenuto della «Fede»
è più prezioso del contenuto della «Ragione» e più decisivo in ordine al
destino della vita. È la «Fede» che contiene, infatti, le verità necessarie
alla salvezza; la «Ragione» da sola non è in grado di offrircele. Ma poi è
altrettanto vero che per Tommaso, e non per tutti i credenti, purtroppo, la «Ragione»
filosofica o meglio speculativa (in senso aristotelico, ossia come organismo
degli asserti rigorosamente dimostrati, e dunque incontrovertibili o
necessariamente veri) può vantare una netta superiorità formale sulla «Fede»,
anche sugli «Articuli Fidei», perché ciò che la «Ragione» veritativamente
(necessariamente) possiede come vero è alcunché di manifesto, e dunque di
inoppugnabile, e dunque in grado di appagare l'intelligenza; ciò che invece la «Fede»
tiene per vero è alcunché di voluto come tale, nonostante esso appaia
all'intelligenza privo di fondamento manifesto, e dunque è in sé opinabile, e
dunque non è in grado di quietare il nostro naturale desiderio di «Verità».
Così «Ragione e Fede» sono due fonti
distinte e autonome, ognuna con uno statuto proprio, ognuna con un proprio
tribunale. L'uomo gioca con la «Verità» una partita, su due tavoli distinti.
Unico è tuttavia il gioco, non solo perché è uno l'uomo che gioca, ma anche
perché uno è l'«Altro» giocatore, Dio, quello che ha stabilito,
dalla profondità del suo mistero, le regole del gioco. E unica è, infine, la
partita, che ognuno può comunque condurre con tranquillità, perché dall'altra
parte non si bara.
Certo,
tutto questo (la teoria delle due fonti) sembra che valga per il credente che è
Tommaso, in realtà esso vale anche per «qualsiasi» credente. Come se si pensa
(e non si può non pensare, a meno di cessare d'essere uomini e ridursi «come
dei tronchi», diceva Aristotele, ridursi cioè alla vita «vegetativa»), non si
possono "rifiutare" i principi della «Ragione», così se si crede (e
si può non credere, certamente, alla «Rivelazione» cristiana, ma non si può «NON
CREDERE A NIENTE»; tutti abbiamo anche una «Fede», quale che essa sia), non si
possono rifiutare gli (i propri) «Articuli Fidei». Il modello di Tommaso è,
insomma, un modello speculativo, non un modello teologico, nonostante certe
(vistose) apparenze in contrario.
Nota conclusiva
Aborto,
Divorzio, Eutanasia, Fecondazione Artificiale, Ingegneria Genetica esasperata
sono Errori della «Ragione» Umana proprio perché contrastano ciò che la Chiesa
considera come «Rivelazione» Divina. Non C'è «Armonia» di «Ragione e Fede»,
perché rimane solo la «Fede». Lo Scontro tra queste due opposte "Volontà di Potenza" non può avere come Arbitro la «Ragione» (che
appunto, secondo quel che si dice, non esiste più), ma può essere deciso solo
dalla capacità pratica di una delle due "Volontà" di imporsi sull'altra. La «Grazia Soprannaturale» presuppone
l'educazione della natura umana: perché
ci sia «Armonia» di «Ragione e Fede» occorre, per la Chiesa, l'educazione della
«Ragione», anche se poi si tratta di un'educazione controllata dalla «Fede». E' su questa «Ragione» che la Chiesa
mostra di far leva quando combatte Aborto, Divorzio, Manipolazione genetica,
Fecondazione artificiale, Unioni di fatto, etc. etc.
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