sabato 16 marzo 2013

SAN TOMMASO D' AQUINO




L' Esistenza di Dio, punto centrale, della speculazione di Tommaso, viene dimostrata razionalmente attraverso le famose «Cinque Vie» (vedi pubbl. Aprile 2014): la Cosmologica, la Causale, quella della Contingenza, dei Gradi e dell' Ordine delle cose. Ne deriva alla fine Dio le cui connotazioni sono assolute: Egli è l'Immutabile, l'Incausato, il Necessario, l' Infinito o Illimitato, il Supremo Ordinatore. E ancora: Dio come atto puro dell'essere, e perciò Perfettissimo, Unico, Creatore. 


Tratto caratteristico della Teologia Razionale di Tommaso è la concezione di Dio come "Persona", Dio che pensa la «Verità» e che liberamente vuole il «Bene». In qualche modo congiunto il "Vero" di Aristotele e il "Bene" di Platone  Tommaso prepara il terreno al Dio-Trinità del Cristianesimo. La Trinità (Essenza di Dio) rimane tuttavia Mistero, oggetto di «Fede», a differenza dell' Esistenza di Dio, oggetto di indagine «Razionale». Se è vero infatti che l'Esistenza di Dio è Necessaria al Mondo, è altrettanto vero che l' Esistenza del Mondo (della totalità delle Creature) Non è necessaria a Dio. Il Mondo c'è perchè Dio c'è; e sappiamo che Dio c'è perchè c'è il Mondo; ma Dio Non c'è perchè c'è il Mondo: Dio c'è e basta. 

Questo vuol dire "Creazione"; vuol dire che l' esserci nel mondo è legato alla Gratuità del gesto del suo Creatore, il quale ne resta infinitamente Libero, e perciò infinitamente Interessato, visto che lo ha Voluto. 

Tra le tesi nuove di Tommaso bisogna certamente annoverare la Determinazione dei rapporti tra la «Ragione» (Filosofica) e la «Fede» (Cristiana). Ciò che dovette sconcertare gli ambienti o certi ambienti teologici parigini fu la drastica difesa tommasiana della "potenza" veritativa della «Ragione», che non doveva a nessun patto essere «manipolata» dalle esigenze della «Fede». 

Per Tommaso i Principi della «Ragione» sono assolutamente Veri e non possono essere contraddetti dalla «Fede». Vale anche la reciproca: per Tommaso gli «Articuli Fidei» (le certezze fondamentali della «Fede» , ossia poi i «Dogmi») sono Creduti altrettanto Veri e non possono essere contraddetti dalla «Ragione». Dunque la «Fede» è «Verità» perché rivelata da Dio, la «Ragione» è «Verità» perché di per sé evidente.  Pertanto tra la «Ragione» e la «Fede» ci deve essere e deve regnare una profonda «Armonia». 

Come accade allora che «Ragione» e «Fede» (Oggi) spesso si trovano in situazione di conflitto ? (vedi anche Pubbl. Marzo 2013 Fede e Politica - Fede e Ragione). Tommaso risponderebbe: il conflitto nasce quando ci si allontana dai principi della «Ragione» e dagli «Aticuli Fidei», ossia quando si sciorinano dei ragionamenti a partire dai principi. Allora si può introdurre l'«Errore» (da una parte e dall'altra). E allora bisogna rifare i conti (da una parte e dall'altra), cioè andare a caccia dell'«Errore». Perché questo è certo, che l'«Errore» sta dalla parte dell'uomo; Dio, infatti, che è l'Autore della «Ragione», così come è l'Autore della «Rivelazione» delle cose di «Fede», non può ingannare né ingannarsi (basta la «Ragione» a provarlo). 

Quando dunque Tommaso scrive (ad esempio nel "De Trinitate", q.2 a.3) che in caso di conflitto tra «Filosofia» e «Fede», bisogna rifare i conti in tasca alla «Filosofia», occorre intenderlo bene. Egli non vuole affatto rivendicare una superiorità degli «Articuli Fidei» sui principi della «Ragione», ma solo una superiorità degli «Articuli Fidei» sui "ragionamenti" (su certi "ragionamenti") dei filosofi che paiono contrari alla «Fede» (agli «Articuli»). E comunque la superiorità va provata, nel senso che deve essere fatto concretamente vedere che quei "ragionamenti" non sono necessariamente veri (sono, dunque, «solubilia argumenta»), e quindi non sono in grado di dire nulla di decisivo contro la «Fede». 

Vero è che per Tommaso, come per qualsiasi altro credente, il contenuto della «Fede» è più prezioso del contenuto della «Ragione» e più decisivo in ordine al destino della vita. È la «Fede» che contiene, infatti, le verità necessarie alla salvezza; la «Ragione» da sola non è in grado di offrircele. Ma poi è altrettanto vero che per Tommaso, e non per tutti i credenti, purtroppo, la «Ragione» filosofica o meglio speculativa (in senso aristotelico, ossia come organismo degli asserti rigorosamente dimostrati, e dunque incontrovertibili o necessariamente veri) può vantare una netta superiorità formale sulla «Fede», anche sugli «Articuli Fidei», perché ciò che la «Ragione» veritativamente (necessariamente) possiede come vero è alcunché di manifesto, e dunque di inoppugnabile, e dunque in grado di appagare l'intelligenza; ciò che invece la «Fede» tiene per vero è alcunché di voluto come tale, nonostante esso appaia all'intelligenza privo di fondamento manifesto, e dunque è in sé opinabile, e dunque non è in grado di quietare il nostro naturale desiderio di «Verità».

Così «Ragione e Fede» sono due fonti distinte e autonome, ognuna con uno statuto proprio, ognuna con un proprio tribunale. L'uomo gioca con la «Verità» una partita, su due tavoli distinti. Unico è tuttavia il gioco, non solo perché è uno l'uomo che gioca, ma anche perché uno è l'«Altro» giocatore, Dio, quello che ha stabilito, dalla profondità del suo mistero, le regole del gioco. E unica è, infine, la partita, che ognuno può comunque condurre con tranquillità, perché dall'altra parte non si bara. 
Certo, tutto questo (la teoria delle due fonti) sembra che valga per il credente che è Tommaso, in realtà esso vale anche per «qualsiasi» credente. Come se si pensa (e non si può non pensare, a meno di cessare d'essere uomini e ridursi «come dei tronchi», diceva Aristotele, ridursi cioè alla vita «vegetativa»), non si possono "rifiutare" i principi della «Ragione», così se si crede (e si può non credere, certamente, alla «Rivelazione» cristiana, ma non si può «NON CREDERE A NIENTE»; tutti abbiamo anche una «Fede», quale che essa sia), non si possono rifiutare gli (i propri) «Articuli Fidei». Il modello di Tommaso è, insomma, un modello speculativo, non un modello teologico, nonostante certe (vistose) apparenze in contrario.  

Nota conclusiva 

Aborto, Divorzio, Eutanasia, Fecondazione Artificiale, Ingegneria Genetica esasperata sono Errori della «Ragione» Umana proprio perché contrastano ciò che la Chiesa considera come «Rivelazione» Divina. Non C'è «Armonia» di «Ragione e Fede», perché rimane solo la «Fede».  Lo Scontro tra queste due opposte "Volontà di Potenza" non può avere come Arbitro la «Ragione» (che appunto, secondo quel che si dice, non esiste più), ma può essere deciso solo dalla capacità pratica di una delle due "Volontà" di imporsi sull'altra. La «Grazia Soprannaturale» presuppone l'educazione della natura umana: perché ci sia «Armonia» di «Ragione e Fede» occorre, per la Chiesa, l'educazione della «Ragione», anche se poi si tratta di un'educazione controllata dalla «Fede». E' su questa «Ragione» che la Chiesa mostra di far leva quando combatte Aborto, Divorzio, Manipolazione genetica, Fecondazione artificiale, Unioni di fatto, etc. etc.




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