lunedì 9 settembre 2019

SECONDA LETTERA DI GIOVANNI



Come la successiva terza lettera, anche questo scritto rimanda a un non meglio precisato «presbìtero», che la tradizione identificherà con l’evangelista Giovanni. Siamo in presenza di una breve missiva indirizzata a una Chiesa locale dell’Asia Minore, chiamata in modo curioso «Signora eletta», un termine che non permette un’identificazione più precisa, ma in uso presso le prime comunità.

Nella linea di certe pagine del quarto vangelo, si propone innanzitutto il «comandamento nuovo» che è stato affidato da Gesù, nelle ultime ore della sua vita terrena, ai suoi discepoli riuniti nel Cenacolo, cioè «che ci amiamo gli uni gli altri» (versetto 5). E, come è noto, questo è il precetto fondamentale che già era stato intensamente ribadito dalla prima lettera di Giovanni.

C’è, però, un secondo tema che domina questo breve scritto e che è specchio di una crisi profonda della comunità cristiana a cui il «presbìtero» si rivolge. Infatti, sta diffondendosi la negazione dell’incarnazione di Cristo. I «seduttori» che sconvolgono la «Signora eletta» - si afferma nel versetto 7 - «non confessano che Gesù Cristo è venuto nella carne», rinnegando così una dottrina fondamentale.

Questa tentazione demoniaca, che proviene dall’anticristo, nasce da quella che verrà poi chiamata l’“eresia gnostica”: essa esalta la conoscenza pura dell’anima ed esclude l’umiliazione del Verbo divino nella carne umana, misera e fragile. In questo modo si nega il mistero centrale del cristianesimo che il «presbìtero» vuole, invece, con forza riaffermare, per riportare la Chiesa alla purezza della sua fede.

Nota Finale

Questa seconda lettera di Giovanni è indirizzata a una Chiesa dell’Asia Minore chiamata, con un gioco di parole intraducibile, la “Signora eletta”. Si tratta di una comunità a noi sconosciuta, minacciata dalla propaganda di falsi maestri, i quali negano che il Figlio di Dio si sia veramente incarnato e non seguono la sua dottrina. In loro, l’apostolo vede i lineamenti dell’anticristo. Giovanni vuole mettere in guardia i credenti circa l’insegnamento di questi falsi maestri; ritiene che coloro che possiedono la conoscenza della verità devono anche continuare a camminare nella verità e – ribadendo un tema espresso nella prima lettera – devono amarsi gli uni gli altri, vivendo nella luce del comandamento venuto da Dio.



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