Dedicata ancora a Teofilo, personaggio prestigioso ma a noi non meglio conosciuto, come il vangelo,
questa è la seconda opera dell’evangelista Luca, che l’ha composta in un greco
accurato e con indubbie capacità narrative (basterebbe leggere l’emozionante
racconto della tempesta e del naufragio di Paolo presente nel capitolo 27). Gli
Atti degli Apostoli uniscono con sapienza al loro interno una serie di memorie
storiche, riguardanti la diffusione del cristianesimo delle origini attraverso
la testimonianza e l’attività dei primi missionari, tra i quali naturalmente
spiccano Pietro e Paolo, a una vera e propria riflessione teologica sulla
Chiesa e sulla sua anima, che è la parola di Cristo e lo Spirito Santo.
Proprio per questa fusione tra storia e interpretazione religiosa il libro degli Atti degli Apostoli
è stato considerato come una specie di quinto vangelo, che traccia il
diffondersi della parola di Cristo da Gerusalemme fino a Roma. Il racconto,
infatti, si apre proprio con la stessa scena gerosolimitana dell’ascensione di
Gesù al cielo con cui si era chiuso il vangelo. Il “testamento” del Risorto è
il progetto dell’opera stessa di Luca: «Mi
sarete testimoni in Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli
estremi confini della terra» (At 1,8).
Gli Atti degli Apostoli sono divisi in due grandi parti dal capitolo 15, che descrive il
cosiddetto concilio di Gerusalemme. Nella prima sezione (capitoli 1-15) si
parte da Gerusalemme e dal grande evento della Pentecoste, che muove la Chiesa
verso l’esterno. È nella città santa che si ha la prima predicazione di Pietro
(capitoli 1-5). Ben presto, però, la scena si allarga in Giudea e Samaria ed
emerge la figura di Saulo-Paolo, il persecutore convertito. Pietro stesso, con l’annunzio
di Cristo al centurione romano Cornelio, e Paolo, con l’impegno tra i pagani di
Antiochia, aprono il cristianesimo all’orizzonte universale.
Le tensioni con i giudeo-cristiani, che vorrebbero un passaggio previo dei pagani nel giudaismo
con la circoncisione prima dell’ingresso nel cristianesimo, sono risolte dal
concilio di Gerusalemme. Ha inizio così la seconda sezione (capitoli 16-28), in
cui il protagonista è Paolo con i suoi tre viaggi missionari che lo portano in
Asia Minore e in Grecia, ma che lo conducono all’arresto in Gerusalemme e a
Cesarea Marittima, sede del procuratore romano. Avendo avanzato l’appello al
tribunale supremo imperiale, in quanto cittadino romano, l’apostolo raggiunge
Roma, ove è posto agli arresti domiciliari, ma con la possibilità di annunziare
il vangelo a quanti lo visitano. Con questa scena si chiude il secondo libro
lucano.
Nota Finale
Dopo il vangelo, è il
secondo libro attribuito a Luca. Il titolo fa capire che vi si narrano le gesta
di alcuni apostoli. Difatti si tratta di un saggio storico-teologico sui primi
trent’anni di vita della Chiesa, dall’ascensione di Gesù fino all’arrivo di
Paolo a Roma nel 61 d.C. Nella prima parte il protagonista è Pietro e il centro
geografico Gerusalemme; nella seconda il protagonista è Paolo ed epicentro sono
le città di Efeso e di Corinto. Tra queste due parti è collocata l’assemblea di
Gerusalemme, che potrebbe essere considerata il primo Concilio della storia
della Chiesa.
Il disegno teologico sottolinea la chiamata alla salvezza
di tutti, anche dei pagani. Essa è voluta da Dio, che porta a compimento ciò
che dicevano le profezie dell’Antico Testamento. Protagonista di questa storia
teologica è lo “Spirito Santo”, che fa sì che la Chiesa continui la missione di
Gesù. Luca, infatti, è attento a mettere in risalto le coincidenze fra i gesti
di Gesù e quelli dei suoi discepoli. Redatto fra gli anni 70-80 d.C., il libro
degli Atti degli Apostoli, che narra la diffusione del vangelo da Gerusalemme a
Roma, resta un libro aperto. La sua storia continua ancora.
Nessun commento:
Posta un commento