Il pensiero conosce solo in quanto
definisce, distingue e discrimina, cioè solo in quanto si articola in seno alle
distinzioni logiche e alla molteplicità. Ma nel pensiero si avverte una
tensione che trascende ogni oggetto finito e ogni sistemazione raggiunta.
Questa tensione porta al di là delle distinzioni inaugurate dal pensiero verso
quell’«Uno in sé» che, non potendo
essere raggiunto da alcuna conoscenza e da alcun linguaggio, perché questi
hanno sempre come contenuto la distinzione che è separazione, è inconoscibile e
inafferrabile (ágnoston kaì árreton).
La speculazione di Plotino
non prevede soltanto, come il dialogo platonico, la presenza di un “lógos” razionale e definibile, ma anche
e soprattutto una totalità inesprimibile che condiziona gli atti intellettivi e
ne è insieme la conclusione e il fine. A differenza del misticismo di
provenienza orientale, che aveva percorso alcuni dei molteplici filoni
gnostici, il misticismo di Plotino non è solo il culmine della sua filosofia,
ma ne è la condizione vitale; l’«essere»
nel suo fondo è mistero, ma non si arriva a “ri-conoscere” il mistero se prima non si “conosce” il senso dell’«essere».
Il pensiero (Nous) che pensa l’«Uno» si pone fuori di esso, perché già
vive l’ “alterità” di pensante e
pensato. Il pensiero è l’«ipostasi» generata dalla sovrabbondanza dell’«Uno».
«Ipostasi» è parola greca che significa «ciò che sta sotto», e il pensiero è
appunto ciò che sta sotto la molteplicità delle idee che, nel loro insieme,
costituiscono il “mondo noetico” che
vive dell’ “alterità” tra pensante (Nous) e pensato (Einai).
ll Dio che Aristotele
concepiva come pensiero del pensiero (nóesis
noéseos) viene così da Plotino depotenziato a seconda ipostasi, dopo quella
originaria dell’«Uno in sé» che non
ospita distinzioni. Dal pensiero procede l’anima (psyché) che non rende ragione né dell’unità né
dell’intelligibilità, ma della vita e del movimento. Essa quindi non è né
l’«Uno» né il «Nous», ma quell’intermedio (metaxú) tra l’«essere» e la realtà sensibile che da lui procede. L’anima, infatti,
è l’ultima delle ipostasi; dopo di lei non c’è che apparenza e «non-essere».
La doppia concezione che Platone ha dell’anima come capacità
di astrarre dal sensibile per cogliere le idee nella loro essenza (Fedone e Repubblica), e come principio psichico che genera vita (Fedro e Simposio) trova il suo sviluppo nella speculazione di Plotino dove
l’anima, in quanto dipende dal Nous e ne partecipa, è
soggetto di conoscenza e, come tale, si inserisce nel mondo noetico che è fuori
del tempo, mentre, in quanto è per sua natura principio di vita, diventa
condizione del processo generativo che si svolge nel tempo.
Il mondo sensibile è opera
dell’anima che, come un inconscio artefice, molto simile al demiurgo di
Platone, mentre contempla essenze intelligibili plasma parvenze corporee. Essa
è natura (phýsis), e poiché la sua
potenza produttiva si esplica in una successione di atti e movimenti, il tempo
sorge insieme con essa. Non c’è quindi tempo nell’«Uno» originario e nel Nous che presiede il mondo delle idee
eterne.
Al limite estremo dell’emanazione divina incontriamo la
materia che non è un’ipostasi, una realtà sostanziale, ma è quel «non-essere», quella mancanza di realtà
simile alla tenebra che si produce per mancanza di luce. Se l’«Uno» è ineffabile
perché è al di là di ogni definizione e distinzione, la materia è indefinibile
per difetto di determinazioni. Essa è «pura aspirazione all’esistenza» che acquista
spessore solo perché l’anima, per la sua parte inferiore, è cieca tensione
verso l’esteriorità, è desiderio di perdersi nel mondo. In questa tensione e in
questo desiderio è il male che, al pari della materia che lo ospita, non esiste
come realtà opposta al bene, ma solo come privazione del bene. E l’uomo come non
può pensare il «non-essere» assoluto,
così non può volere il male assoluto (Ennedi,
IV, 9, 11).
Se può interessarvi ho scritto un articolo che spiega come mai si dice che Dio Abramitico Gesù (Joshua) sia "generato e non creato", e come il concetto di "Dio che genera" sia stato rubato dal Platonismo.
RispondiEliminahttp://hokmaph-iperuranio.blogspot.com/2018/07/riprendiamoci-dio.html