venerdì 8 novembre 2013

KARL MARX


 
Secondo Marx la molla più influente e dinamica dell’ evoluzione del mondo umano è costituita dalla produzione economica e dai correlativi rapporti sociali ch’essa porta ad instaurare . A partire dall’ evo moderno (caratterizzato dallo sviluppo prima della manifattura e poi dell’ industria) , tale produzione economica da un lato genera una crescente accumulazione di ricchezza nelle mani dei proprietari-produttori , dall’ altro tende ad auto-rafforzarsi attraverso l’ instaurazione di un regime di crescente monopolio produttivo . Costretti a trattare con una controparte sempre più forte , i lavoratori si trovano obbligati ad accettare condizioni di vita sempre più dure . Sono essi , a ben guardare , gli effettivi fabbricatori di merci e di beni . Ma non possedendo né le materie prime né gli utensili e le macchine , non possiedono neppure ciò che le loro mani hanno fabbricato : prodotti che vanno invece ad aumentare la Potenza dei loro Padroni . Così , per un tragico paradosso sottolineato da Marx «Il Lavoratore diventa tanto più Povero quanto maggiore è la Ricchezza che produce» .

Utilizzando la categoria (hegeliana e feuerbachiana) dell’ Alienazione , Marx mostra come il Proletario asservito alla produzione capitalistica venga per così dire reificato e reso subalterno rispetto alle cose che crea . «L’ Operaio ripone la sua vita nell’ Oggetto: d’ora in poi la sua vita non appartiene più a Lui , ma all’ Oggetto … L’ Alienazione dell’ Operaio nel suo prodotto significa non solo che il suo lavoro diventa un oggetto , qualcosa che esiste all’ esterno , ma che esso vive fuori di lui , indipendentemente da lui , a lui estraneo , e diventa di fronte a lui una Potenza per sé stante ; significa che la vita che egli ha dato all’ oggetto gli si contrappone ostile ed estranea» . Non basta . Alienato in tutta la sua attività lavorativa , l’ Operaio smarrisce la funzione (il Lavoro appunto) che dovrebbe invece favorirne l’ auto-realizzazione in quanto uomo . Per un altro tragico paradosso , egli finisce col sentirsi se stesso , col sentirsi libero soltanto nelle sue funzioni animali , come il mangiare , il bere , il procreare …. E invece si sente nulla più che una bestia nelle sue funzioni umane . Il paradosso consiste nel fatto che , in tal modo , ciò che è animale diventa umano e ciò che è umano diventa animale . Tutto questo snatura , letteralmente , l’ uomo : ne fa un essere privo d’ identità . L’ Individuo diviene , così , estraneo al proprio io , al proprio corpo , al proprio prossimo : ogni uomo è reso estraneo all’ altro uomo e … ciascuno di essi è reso estraneo all’ essere dell’ uomo .

Per Marx i filosofi si sono limitati a interpretare il mondo : ora si tratta , invece , di trasformarlo . Tale trasformazione può avvenire soltanto se la filosofia saprà fare lo sforzo di cogliere l’ ansia di emancipazione dell’ umanità alienata e di offrire ad essa i propri cospicui strumenti intellettuali . Soltanto un dispiegamento , una maturazione della Ratio filosofica entro la concreta realtà del popolo in lotta per la propria liberazione costituisce la precondizione di una possibile svolta rivoluzionaria nella storia e anche nel pensiero moderno . La realtà , scrivono Marx ed Engels , si fonda non sulle idee ma sui fatti , anzi sui fatti materialmente intesi . Non è il Pensiero che governa la Società , ma è la Società che ispira e plasma il Pensiero . Anche la Coscienza va tolta dal piedistallo sul quale una determinata tradizione speculativa l’ aveva collocata . Essa è infatti , almeno in larga misura , un «Prodotto Sociale» . La storia comincia per Marx ed Engels quando gli uomini rispondono a determinati bisogni materiali non già in modo istintivo , immediato , bensì in modo Culturale e Sociale .

L’ Evento Sociale che attira maggiormente l’ attenzione di Marx e di Engels  è la divisione del lavoro . Sotto un certo profilo essa è infatti la principale matrice dello sviluppo antagonistico , conflittuale della società . Tale divisione si realizza anzitutto nella forma della separazione tra il Lavoro manuale e il lavoro intellettuale . Nell’ analisi di Marx , la divisione del lavoro produrrà , direttamente o indirettamente , la distribuzione ineguale dei ruoli sociali , degli strumenti e dei beni. E produrrà , soprattutto , la possibilità , anzi la realtà , che l’ attività spirituale e l’ attività materiale , il godimento e il lavoro , la produzione e il consumo tocchino a individui diversi . Individui diversi : ma , presto , anche Ceti diversi . Sollecitati da bisogni sempre crescenti e dalla distribuzione sempre più ineguale dei beni e delle ricchezze , gli uomini si dividono e si contrappongono in due schieramenti diversi e opposti . Se la storia cammina e si evolve , è perché gli individui reali che ne sono i protagonisti creano e trasformano di continuo nuove forme sociali in stretta connessione col modo della produzione e del suo controllo . Il sistema statuale , le leggi , le stesse strutture culturali rispondono in larga misura a obiettivi di potere sociale . In un certo senso tutto il divenire storico può essere ripensato intorno all’ asse costituito dalla relazione tra i mezzi produttivi e i rapporti sociali di produzione . Sono le tensioni , gli squilibri determinati da tale relazione che alimentano la dinamica della storia .

Per Marx non è soltanto l’ interpretazione della storia in generale che deve mutare : è anche il modo di analizzarla , di raccontarla nei suoi contenuti specifici . A tale concezione della storia e della sua scienza Marx ed Engels  hanno attribuito , non a torto , la qualifica di «Materialistica» . Questa concezione si fonda sui seguenti punti : spiegare il processo reale della produzione e precisamente muovendo dalla produzione materiale della vita immediata . Assumere come fondamento di tutta la storia la forma di relazioni che è connessa con quel modo di produzione e che da esso è generata (dunque la società civile nei suoi diversi stadi) e sia rappresentarla nella sua azione contro lo stato , sia spiegare partendo da essa tutte le varie creazioni teoriche e le forme della Coscienza , Religione , Filosofia , Morale , ecc. ecc. e seguire sulla base di queste il processo della sua origine . Essa non deve cercare in ogni periodo una categoria (come la concezione idealistica della storia) ma resta salda costantemente sul terreno storico reale . Non spiega la prassi partendo dall’ idea , ma spiega le formazioni di certe idee partendo dalla prassi materiale , e giunge di conseguenza anche al risultato che tutte le forme e i prodotti della coscienza possono essere eliminati non mediante la critica intellettuale , risolvendoli nell’ autocoscienza o trasformandoli in spiriti , fantasmi , spettri , ecc. ecc. , ma solo mediante il rovesciamento pratico dei rapporti sociali esistenti dai quali queste fandonie idealistiche sono derivate . Non la Critica , ma la Rivoluzione è la forza motrice della storia , anche della storia della Religione , della Filosofia e di ogni altra Teoria .

Per Marx il Comunismo non è tanto un Idea (e neppure un ideale) quanto una Realtà : una Realtà che si esprime in un determinato processo storico . La sua prima manifestazione (o precondizione) comincerà a profilarsi visibilmente quando lo sviluppo dei mezzi produttivi sarà entrato nel massimo contrasto coi rapporti sociali di produzione ; quando il processo di accumulazione capitalistica avrà completamente espropriato e alienato la Massa dell’ Umanità ; quando tale processo avrà internazionalizzato (anzi universalizzato) il potere del capitale e , insieme , l’ asservimento del proletariato . E’ dunque la radicalizzazione di una determinata situazione socio-economica e politica  (una radicalizzazione implicante il fronteggiarsi ormai antinomico di un Massimo di Potere e di un Massimo di Miseria) che aprirà la fase operativa della rivoluzione comunista . In tale situazione , infatti , i proletari saranno quasi costretti ad appropriarsi della totalità delle forze produttive esistenti non solo per arrivare alla loro manifestazione personale , ma semplicemente per assicurare la loro stessa esistenza . Il Comunismo , insomma , emergerà solo dall’ azione congiunta del soggetto e della storia , dell’ attiva lotta soggettiva contro il sistema capitalistico e della maturazione di precise condizioni oggettive . Coerentemente coi principi acquisiti in sede di riflessione Storico-Teorica , gli obiettivi primari del processo rivoluzionario vengono così identificati nella Soppressione della proprietà privata , nella Socializzazione dei mezzi di produzione , nella Soppressione delle classi sociali , nell’ Estinzione dello stato . Solo una società affrancata da un ‘ organizzazione eretta sullo sfruttamento dell’ uomo da parte dell’ uomo consentirà all’ individuo il responsabile sviluppo del proprio essere , una corretta cooperazione con gli altri individui , l’ affermazione di una convivenza tra uguali fondata su una giustizia e una libertà non più formali ma sostanziali .

Per Marx , il sistema capitalistico non è Natura : è Storia . Una Storia sotto molti profili ingiusta . Per questo , del sistema capitalistico occorre dare non un‘anatomia ma una critica : una critica che non è astratta poiché il sistema capitalistico , in quanto realtà storica , è rivedibile , trasformabile e anche sostituibile . Il meccanismo sociale che pone in essere la produzione economica può essere allora rivisto così : un soggetto chiamato Lavoratore vende la propria attività chiamata Lavoro a un altro soggetto chiamato Proprietario in cambio di un compenso chiamato Salario . Il Produttore (chiamiamolo , ormai Capitalista) paga per la merce che acquista (cioè la prestazione del lavoratore , che possiamo ormai chiamare Proletario) calcolandone il valore in rapporto a ciò ch’ è necessario per renderla possibile : ossia dando all’ operaio/proletario quanto gli serve per la propria stretta sussistenza . Senonché può avvenire (e di fatto avviene) che il lavoro dell’ operaio viene utilizzato da parte del produttore/capitalista al di là di quanto viene effettivamente pagato . La differenza tra il lavoro di fatto pagato e il lavoro di fatto fornito determina quello che Marx chiama il Plusvalore . Il Capitalista si appropria abusivamente di tale Plusvalore e in tal modo avvia la costituzione della propria ricchezza . E’ anche in tal modo che comincia a formarsi il Capitale , il quale però si accumula e si accresce grazie ad ulteriori meccanismi che Marx ha chiarito con grande lucidità . In primo luogo il Capitalista impiega le merci prodotte non già consumandole bensì rivendendole . E rivendendole egli chiede un prezzo maggiore di quello speso per produrle . In tale maniera realizza un ulteriore aumento di ricchezza , generandolo non da un nuovo lavoro ma facendo semplicemente circolare in un certo modo la merce . Tale circolazione produce nuovo Plusvalore , e su questo Marx richiama esplicitamente l’ attenzione . Prodotto da questi e altri sistemi , il Capitale aumenta ancora la propria consistenza e Potenza attraverso meccanismi (riduzione della concorrenza , crescente controllo dei mercati , contenimento dei salari , reinvestimenti finanziari) che consentono al capitalista di operare in condizioni economico-sociali sempre più favorevoli e che Marx analizza assai attentamente . Senonché il Capitalismo non è un sistema tutto costruito nel segno positivo : esso contiene in sé anche molto negativo . E tale negativo produce , Hegelianamente , un movimento , una contraddizione , destinata a minarlo dall’ interno e , da ultimo , a distruggerlo .

Il processo destinato a minare il Capitalismo riguarda la costituzione entro il sistema capitalistico di una classe che viene a trovarsi in condizioni di vita sempre più difficili . Molti fattori contribuiscono a rendere tali condizioni insostenibili e drammatiche. Il primo è che la logica stessa del Capitalismo tende a contenere i salari , e anche a ridurne (attraverso i processi inflattivi) il potere di acquisto . Di qui la crescita delle tensioni e del conflitto sociale che attraverso varie forme (a cominciare dagli scioperi) , determinano più o meno serie incrinature nell’ apparato di produzione . Non basta . Si deve aggiungere che l’ evoluzione Tecnologica , con l’ impiego su scala sempre più vasta di nuovi macchinari produttivi , rende meno necessario di prima l’ impiego d’ una parte della forza-lavoro . Viene così a formarsi una massa crescente di manodopera disoccupata : quello che Marx chiama «l’ esercito industriale di riserva» . Sul piano Socio-Economico ciò si traduce in un’eccedenza di offerta sul mercato della merce-lavoro : un’offerta che , secondo le inesorabili leggi del sistema capitalistico , determina la diminuzione del valore di tale merce , ossia la diminuzione dei Salari . Senonché tale diminuzione , oltre a ridurre in modo assai pericoloso per l’ apparato produttivo la capacità di assorbimento dei beni prodotti , aumenta la consistenza di un proletariato sempre più in crisi , sempre più risolutamente estraneo e avverso nei confronti del Capitalismo . Cresce , anche , la coscienza che tra il modo d’essere del meccanismo di produzione (potenzialmente in grado di distribuire ricchezza a tanti) e l’ organizzazione sociale che tale produzione attribuisce solo a pochi  v’è una contraddizione stridente e ingiusta .
Da ultimo , insomma , la radicalizzazione delle contraddizioni capitalistiche fa si ch’esse non sono più solo economiche , né solo sociali : sono ormai , o contengono , le premesse strutturali di una «Contraddizione Politica» In un certo senso , uno dei messaggi più impressionanti espressi (o confermati) da Marx è che una determinata Azione Politica (la rivoluzione anti-capitalista e comunista) si può legittimamente fondare su premesse oggettive accertate da un’analisi considerata rigorosamente Scientifica .   

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