Secondo
Marx la
molla più influente e dinamica dell’ evoluzione del mondo umano è costituita
dalla produzione economica e dai correlativi rapporti sociali ch’essa porta ad
instaurare . A partire dall’ evo moderno (caratterizzato dallo sviluppo prima
della manifattura e poi dell’ industria) , tale produzione economica da un lato
genera una crescente accumulazione di ricchezza nelle mani dei
proprietari-produttori , dall’ altro tende ad auto-rafforzarsi attraverso l’
instaurazione di un regime di crescente monopolio produttivo . Costretti a
trattare con una controparte sempre più forte , i lavoratori si trovano
obbligati ad accettare condizioni di vita sempre più dure . Sono essi , a ben
guardare , gli effettivi fabbricatori di merci e di beni . Ma non possedendo né
le materie prime né gli utensili e le macchine , non possiedono neppure ciò che
le loro mani hanno fabbricato : prodotti che vanno invece ad aumentare la
Potenza dei loro Padroni . Così , per un tragico paradosso sottolineato da Marx
«Il Lavoratore diventa tanto più Povero quanto maggiore è la Ricchezza che
produce» .
Utilizzando la categoria (hegeliana e feuerbachiana) dell’ Alienazione ,
Marx mostra come il Proletario asservito alla produzione capitalistica venga
per così dire reificato e reso subalterno rispetto alle cose che crea . «L’
Operaio ripone la sua vita nell’ Oggetto: d’ora in poi la sua vita non
appartiene più a Lui , ma all’ Oggetto … L’ Alienazione dell’ Operaio nel suo
prodotto significa non solo che il suo lavoro diventa un oggetto , qualcosa che
esiste all’ esterno , ma che esso vive fuori di lui , indipendentemente da lui
, a lui estraneo , e diventa di fronte a lui una Potenza per sé stante ;
significa che la vita che egli ha dato all’ oggetto gli si contrappone ostile
ed estranea» . Non basta . Alienato in tutta la sua attività lavorativa , l’
Operaio smarrisce la funzione (il Lavoro appunto) che dovrebbe invece favorirne
l’ auto-realizzazione in quanto uomo . Per un altro tragico paradosso , egli
finisce col sentirsi se stesso , col sentirsi libero soltanto nelle sue
funzioni animali , come il mangiare , il bere , il procreare …. E invece si
sente nulla più che una bestia nelle sue funzioni umane . Il paradosso consiste
nel fatto che , in tal modo , ciò che è animale diventa umano e ciò che è umano
diventa animale . Tutto questo snatura , letteralmente , l’ uomo : ne fa un
essere privo d’ identità . L’ Individuo diviene , così , estraneo al proprio io
, al proprio corpo , al proprio prossimo : ogni uomo è reso estraneo all’ altro
uomo e … ciascuno di essi è reso estraneo all’ essere dell’ uomo .
Per Marx i filosofi si sono limitati a interpretare il mondo : ora
si tratta , invece , di trasformarlo . Tale trasformazione può avvenire
soltanto se la filosofia saprà fare lo sforzo di cogliere l’ ansia di
emancipazione dell’ umanità alienata e di offrire ad essa i propri cospicui
strumenti intellettuali . Soltanto un dispiegamento , una maturazione della
Ratio filosofica entro la concreta realtà del popolo in lotta per la propria
liberazione costituisce la precondizione di una possibile svolta rivoluzionaria
nella storia e anche nel pensiero moderno . La realtà , scrivono Marx ed Engels
, si fonda non sulle idee ma sui fatti , anzi sui fatti materialmente intesi .
Non è il Pensiero che governa la Società , ma è la Società che ispira e plasma
il Pensiero . Anche la Coscienza va tolta dal piedistallo sul quale una
determinata tradizione speculativa l’ aveva collocata . Essa è infatti , almeno
in larga misura , un «Prodotto Sociale» . La storia comincia per Marx ed Engels
quando gli uomini rispondono a determinati bisogni materiali non già in modo
istintivo , immediato , bensì in modo Culturale e Sociale .
L’ Evento Sociale che attira maggiormente l’ attenzione di Marx e di Engels è la divisione del lavoro . Sotto un certo
profilo essa è infatti la principale matrice dello sviluppo antagonistico ,
conflittuale della società . Tale divisione si realizza anzitutto nella forma della
separazione tra il Lavoro manuale e il lavoro intellettuale . Nell’ analisi di
Marx , la divisione del lavoro produrrà , direttamente o indirettamente , la
distribuzione ineguale dei ruoli sociali , degli strumenti e dei beni. E
produrrà , soprattutto , la possibilità , anzi la realtà , che l’ attività
spirituale e l’ attività materiale , il godimento e il lavoro , la produzione e
il consumo tocchino a individui diversi . Individui diversi : ma , presto ,
anche Ceti diversi . Sollecitati da bisogni sempre crescenti e dalla
distribuzione sempre più ineguale dei beni e delle ricchezze , gli uomini si
dividono e si contrappongono in due schieramenti diversi e opposti . Se la
storia cammina e si evolve , è perché gli individui reali che ne sono i
protagonisti creano e trasformano di continuo nuove forme sociali in stretta
connessione col modo della produzione e del suo controllo . Il sistema statuale
, le leggi , le stesse strutture culturali rispondono in larga misura a
obiettivi di potere sociale . In un certo senso tutto il divenire storico può
essere ripensato intorno all’ asse costituito dalla relazione tra i mezzi
produttivi e i rapporti sociali di produzione . Sono le tensioni , gli
squilibri determinati da tale relazione che alimentano la dinamica della storia
.
Per Marx non è soltanto l’ interpretazione della storia in generale
che deve mutare : è anche il modo di analizzarla , di raccontarla nei suoi
contenuti specifici . A tale concezione della storia e della sua scienza Marx
ed Engels hanno attribuito , non a torto
, la qualifica di «Materialistica» . Questa concezione si fonda sui seguenti
punti : spiegare il processo
reale della produzione e precisamente muovendo dalla produzione materiale della
vita immediata . Assumere come
fondamento di tutta la storia la forma di relazioni che è connessa con quel
modo di produzione e che da esso è generata (dunque la società civile nei suoi
diversi stadi) e sia rappresentarla nella sua azione contro lo stato , sia
spiegare partendo da essa tutte le varie creazioni teoriche e le forme della
Coscienza , Religione , Filosofia , Morale , ecc. ecc. e seguire sulla base di
queste il processo della sua origine . Essa
non deve cercare in ogni periodo una categoria (come la concezione idealistica
della storia) ma resta salda costantemente sul terreno storico reale . Non spiega la prassi partendo
dall’ idea , ma spiega le formazioni di certe idee partendo dalla prassi
materiale , e giunge di conseguenza anche al risultato che tutte le forme e i
prodotti della coscienza possono essere eliminati non mediante la critica
intellettuale , risolvendoli nell’ autocoscienza o trasformandoli in spiriti ,
fantasmi , spettri , ecc. ecc. , ma solo mediante il rovesciamento pratico dei
rapporti sociali esistenti dai quali queste fandonie idealistiche sono derivate
. Non la Critica , ma la
Rivoluzione è la forza motrice della storia , anche della storia della
Religione , della Filosofia e di ogni altra Teoria .
Per Marx il Comunismo non è tanto un Idea (e neppure un ideale) quanto una
Realtà : una Realtà che si esprime in un determinato processo storico . La sua
prima manifestazione (o precondizione) comincerà a profilarsi visibilmente
quando lo sviluppo dei mezzi produttivi sarà entrato nel massimo contrasto coi
rapporti sociali di produzione ; quando il processo di accumulazione
capitalistica avrà completamente espropriato e alienato la Massa dell’ Umanità
; quando tale processo avrà internazionalizzato (anzi universalizzato) il
potere del capitale e , insieme , l’ asservimento del proletariato . E’ dunque
la radicalizzazione di una determinata situazione socio-economica e
politica (una radicalizzazione
implicante il fronteggiarsi ormai antinomico di un Massimo di Potere e di un
Massimo di Miseria) che aprirà la fase operativa della rivoluzione comunista .
In tale situazione , infatti , i proletari saranno quasi costretti ad appropriarsi
della totalità delle forze produttive esistenti non solo per arrivare alla loro
manifestazione personale , ma semplicemente per assicurare la loro stessa
esistenza . Il Comunismo , insomma , emergerà solo dall’ azione congiunta del
soggetto e della storia , dell’ attiva lotta soggettiva contro il sistema
capitalistico e della maturazione di precise condizioni oggettive .
Coerentemente coi principi acquisiti in sede di riflessione Storico-Teorica ,
gli obiettivi primari del processo rivoluzionario vengono così identificati nella Soppressione della
proprietà privata , nella Socializzazione
dei mezzi di produzione , nella Soppressione
delle classi sociali , nell’ Estinzione
dello stato . Solo una società affrancata
da un ‘ organizzazione eretta sullo sfruttamento dell’ uomo da parte dell’ uomo
consentirà all’ individuo il responsabile sviluppo del proprio essere , una
corretta cooperazione con gli altri individui , l’ affermazione di una
convivenza tra uguali fondata su una giustizia e una libertà non più formali ma
sostanziali .
Per Marx , il sistema capitalistico non è Natura : è Storia . Una Storia sotto molti profili ingiusta . Per
questo , del sistema capitalistico occorre dare non un‘anatomia ma una critica :
una critica che non è astratta
poiché il sistema capitalistico , in quanto realtà storica , è rivedibile ,
trasformabile e anche sostituibile . Il meccanismo sociale che pone in essere
la produzione economica può essere allora rivisto così : un soggetto chiamato Lavoratore vende la propria
attività chiamata Lavoro a un
altro soggetto chiamato Proprietario
in cambio di un compenso chiamato Salario
. Il Produttore (chiamiamolo , ormai Capitalista)
paga per la merce che acquista (cioè la prestazione del lavoratore , che
possiamo ormai chiamare Proletario)
calcolandone il valore in rapporto a ciò ch’ è necessario per renderla
possibile : ossia dando all’ operaio/proletario quanto gli serve per la propria
stretta sussistenza . Senonché può avvenire (e di fatto avviene) che il lavoro
dell’ operaio viene utilizzato da parte del produttore/capitalista al di là di
quanto viene effettivamente pagato . La differenza tra il lavoro di fatto
pagato e il lavoro di fatto fornito determina quello che Marx chiama il Plusvalore . Il Capitalista si
appropria abusivamente di tale Plusvalore
e in tal modo avvia la costituzione della propria ricchezza . E’ anche in tal
modo che comincia a formarsi il Capitale
, il quale però si accumula e si accresce grazie ad ulteriori meccanismi che
Marx ha chiarito con grande lucidità . In primo luogo il Capitalista impiega le merci prodotte non già consumandole
bensì rivendendole . E
rivendendole egli chiede un prezzo maggiore di quello speso per produrle . In
tale maniera realizza un ulteriore aumento di ricchezza , generandolo non da un
nuovo lavoro ma facendo semplicemente circolare
in un certo modo la merce . Tale circolazione produce nuovo Plusvalore , e su questo Marx richiama esplicitamente
l’ attenzione . Prodotto da questi e altri sistemi , il Capitale aumenta ancora la propria consistenza e Potenza
attraverso meccanismi (riduzione della concorrenza , crescente controllo dei
mercati , contenimento dei salari , reinvestimenti finanziari) che consentono
al capitalista di operare in condizioni economico-sociali sempre più favorevoli
e che Marx analizza assai attentamente . Senonché il Capitalismo non è un
sistema tutto costruito nel segno positivo : esso contiene in sé anche molto negativo . E tale negativo
produce , Hegelianamente , un movimento , una contraddizione , destinata a
minarlo dall’ interno e , da ultimo , a distruggerlo .
Il processo destinato a minare il Capitalismo riguarda la costituzione
entro il sistema capitalistico di una classe che viene a trovarsi in condizioni
di vita sempre più difficili . Molti fattori contribuiscono a rendere tali
condizioni insostenibili e drammatiche. Il primo è che la logica stessa del
Capitalismo tende a contenere i salari , e anche a ridurne (attraverso i
processi inflattivi) il potere di acquisto . Di qui la crescita delle tensioni
e del conflitto sociale che attraverso varie forme (a cominciare dagli
scioperi) , determinano più o meno serie incrinature nell’ apparato di
produzione . Non basta . Si deve aggiungere che l’ evoluzione Tecnologica , con
l’ impiego su scala sempre più vasta di nuovi macchinari produttivi , rende
meno necessario di prima l’ impiego d’ una parte della forza-lavoro . Viene
così a formarsi una massa crescente di manodopera disoccupata : quello che Marx
chiama «l’ esercito industriale di riserva»
. Sul piano Socio-Economico ciò si traduce in un’eccedenza di offerta sul
mercato della merce-lavoro : un’offerta che , secondo le inesorabili leggi del
sistema capitalistico , determina la diminuzione del valore di tale merce ,
ossia la diminuzione dei Salari . Senonché tale diminuzione , oltre a ridurre
in modo assai pericoloso per l’ apparato produttivo la capacità di assorbimento
dei beni prodotti , aumenta la consistenza di un proletariato sempre più in
crisi , sempre più risolutamente estraneo e avverso nei confronti del
Capitalismo . Cresce , anche , la coscienza che tra il modo d’essere del
meccanismo di produzione (potenzialmente in grado di distribuire ricchezza a
tanti) e l’ organizzazione sociale che tale produzione attribuisce solo a
pochi v’è una contraddizione stridente e
ingiusta .
Da ultimo , insomma , la radicalizzazione delle contraddizioni
capitalistiche fa si ch’esse non sono più solo economiche , né solo sociali :
sono ormai , o contengono , le premesse strutturali di una «Contraddizione Politica» In un
certo senso , uno dei messaggi più impressionanti espressi (o confermati) da
Marx è che una determinata Azione Politica (la rivoluzione anti-capitalista
e comunista) si può legittimamente fondare su premesse oggettive accertate da
un’analisi considerata rigorosamente Scientifica .
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