Tra Capitalismo e dottrina sociale
della Chiesa regna l’ Incompatibilità . Il primo, infatti, ha come scopo
primario il Profitto e basta; la seconda, invece, ritiene che il perseguimento
del Profitto sia solo un mezzo per promuovere il Bene Comune della società , il
Bene che dunque deve essere lo Scopo Primario dell'attività economica.
Molte
delle reazioni suscitate da questa tesi hanno una base comune : la tendenza
dell'Economia Moderna ad affermare , a partire dalla teoria di Léon Walras
dell'equilibrio, e a differenza di quella classica (Smith, Ricardo, Marx) , che
lo scopo della produzione non e' il «Profitto», ma il Consumo, la Soddisfazione
dei bisogni (ma la cosa sembra rimessa in discussione da economisti come Schumpeter,
Von Neumann, Sraffa). E in effetti e' quanto accade nelle economie primitive,
dove il produttore consuma il proprio prodotto. Ma si vuol forse sostenere, con
questa tesi, che lo scopo primario degli imprenditori moderni che fabbricano
vestiti, cibi e bevande sia quello di vestire gli ignudi, dar da mangiare agli
affamati e da bere agli assetati? Che l'impresa capitalistica sia un'opera pia?
Che il capitalista sia, in quanto capitalista, un buon Samaritano?
Si sa che
alcuni capitalisti sono anche buoni Samaritani e altri anime brave. Così come
alcuni di essi sono giocatori di golf e coniugati. Si tratta però di capire che
non e' per il fatto di essere capitalisti, non e' in quanto sono capitalisti
che essi sono buoni Samaritani, anime brave, giocatori di golf, o altro. Come
un medico che va a pescare, va a pesca non in quanto egli sia un medico, ma in
quanto egli e' pescatore. In quanto capitalista, dunque, il capitalista ha come
scopo primario il «Profitto» . Come il pescatore la cattura dei pesci, il medico
la guarigione dei malati, il buon Samaritano le opere pie.
«Lo scopo di
un'azione definisce l'azione» (Aristotele ) . Perseguendo il «Profitto» , assumendolo cioè come
scopo primario , la produzione capitalistica soddisfa di certo i bisogni. (E
molto di più dell'economia comunista). Se il produttore non porta al mercato
merci che soddisfano i bisogni della gente, e' difficile che la gente le
compri. Ma, appunto, il venditore, in quanto venditore, non vende per
soddisfare i bisogni del prossimo, ma soddisfa i bisogni del prossimo per
vendere. Nel primo caso (dove non c'e' un venditore, ma un benefattore), lo
scopo e' la soddisfazione dei bisogni; nel secondo e' la «Vendita» e il «Profitto».
Se si vuole, si può dire che anche nel secondo caso ci sia una cooperazione tra
imprenditori e consumatori. Ma i due casi sono essenzialmente diversi; anzi
opposti.
La tesi che lo scopo della produzione economica sia il consumo o la
soddisfazione dei bisogni e' dunque un infelice modo di dire che tale
soddisfazione , e dunque il «Bene Comune» o la «Morale» , e' una conseguenza, un
sottoprodotto della produzione del «Profitto» , come la concimazione del terreno
e' il sottoprodotto della defecazione animale (non sembrando che gli animali
defechino per concimare).
La Scienza Economica si serve continuamente dei
concetti di mezzo e fine (o scopo), ma fatica a comprendere il «Senso» autentico
del loro rapporto. Oltre a certi economisti, sono anche certi teologi a non
capire quello che la Chiesa intende sostenere. Il Capitalismo, per la Chiesa,
e' Etico, solo se e' mezzo per realizzare il «Bene Comune». Quindi e' Etico quando
non ha più come scopo il «Profitto», cioè quando non e' più Capitalismo. Giacché,
se a un'azione viene assegnato uno scopo diverso da quello a cui era ordinata,
l'azione cambia «Senso», natura, costituzione; e un'impresa che produca per
distribuire equamente o cristianamente ricchezze agisce in modo essenzialmente
diverso da un'impresa che produca per l'incremento del «Profitto»: anche se
apparentemente essa sembra mettere in atto le stesse procedure tecnologiche,
amministrative e organizzative di questo secondo tipo d'impresa. Dunque scopo
primario dell'azione ; quello cioè che sta in cima ai pensieri di chi agisce, e
per realizzare il quale bisogna realizzare molti e molti scopi intermedi; e che
dunque non e' immediato, ma e' il più mediato degli scopi che chi agisce si
propone di realizzare.
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