martedì 2 luglio 2013

DEMOCRAZIA-CAPITALISMO-CHIESA-TECNICA - (CAP.2)


Sembra che le grandi forze delle società democratico capitalistiche tendano ad accordarsi e assimilarsi.
Difficile, oggi, che la Democrazia non riconosca la necessità dell' economia di mercato e non lasci spazio ai valori cristiani; o che il Capitalismo non tenga conto dei principi della Democrazia e del Cristianesimo. Anche la Chiesa cattolica vede nel Capitalismo uno strumento di produzione della ricchezza, incomparabilmente superiore all' economia pianificata del Socialismo reale; ed esorta i fedeli a non smarrire la strada della Democrazia. Ognuna di queste forze vuole anche accordarsi con la crescente «Potenza» della Tecnica Moderna, cioè intende servirsene.

A loro volta, i promotori e gli amministratori della Tecnica si mettono al servizio della società , ossia dei valori democratici e religiosi e del libero scambio economico. Ma questo accordo, questa indolore mescolanza di valori diversi e' illusoria. Si risolve nella dominazione di uno sugli altri. Tuttavia questa politica ha anche vita corta: e' soltanto una ragnatela l' azione politica che considera accordabili e mescolabili forze che invece sono incompatibili e conflittuali.

Il Capitalismo, infatti, ha come scopo primario il «Profitto» e intende liberare il più possibile il mercato dai controlli e dai limiti a cui vorrebbero sottoporlo le Istanze democratiche, la Fede Cristiana, la Dottrina sociale della Chiesa.

La Democrazia, d' altra parte, non solo vede in ogni forma di deregulation della produzione capitalistica un potenziale attentato alla libertà e all' uguaglianza dei cittadini, ma esclude anche che una qualsiasi concezione dell' esistenza (cristiana, comunista, capitalistica, ecc.) possa essere una Verità assoluta avente il diritto di diventare legge permanente dello Stato; e affida unicamente alla competizione elettorale il compito di decidere che cosa debba essere legge.

A sua volta, se la Chiesa cattolica riconosce i meriti del Capitalismo e della Democrazia, al primo prescrive però di avere come scopo primario il «Bene Comune» e non il «Profitto Privato»; alla seconda proibisce di separare la «Libertà» dalla «Verità» , che per la Chiesa non può essere, da ultimo, che «Verità Cristiana», anzi cattolica.

La Tecnica, infine, di cui tutte queste forze vorrebbero servirsi per realizzare i propri scopi, e che dunque tutte sono interessate a rafforzare, e' destinata a salire di rango, a non essere più semplicemente il loro strumento e a diventare anzi il loro scopo supremo. Dalla «Tecnica» dipende ormai la salvezza dell' umanità ; e nessuna forza può avere il diritto di limitarne o arrestarne la crescita in nome dei valori della nostra tradizione. Ognuna di queste forze , Capitalismo, Democrazia, Cristianesimo, Tecnica , chiede dunque alle altre di non essere più quello che sono, o di non diventare quello che potrebbero essere. Al di là del loro accordo apparente, ognuna di esse chiede, ne' più ne' meno, il suicidio delle altre e agisce attivamente per toglierle di mezzo, cioè per togliere al loro scopo il carattere di scopo primario, riducendo tale scopo a mezzo di ciò che, secondo ognuna di esse, e' l' autentico scopo primario.

Per ognuna vale il detto evangelico: «Cercate per primo il regno di Dio». Solo che per ognuna Dio e' qualcosa di molto diverso da ciò che e' per le altre. Ogni Dio vuole assoggettare a sé gli altri. Assoggettati, gli altri, nel migliore dei casi, diventano un Cesare , al quale e' giusto dare quel che e' di Cesare e la Democrazia, ad esempio, ritenendosi il vero Dio, darà al Capitalismo quel che e' del Capitalismo; e viceversa. Ma quando gli altri Dei non si lasciano spodestare e assoggettare al vero Dio, allora, per quest' ultimo, essi diventano «Mammona», a cui non e' giusto dare alcunché . Non assoggettati, essi sono infatti altri padroni.

Gesù sapeva che non si possono servire due padroni. Non si possono avere due scopi supremi. Non si possono avere due scopi unici. Ogni azione umana e' quello che e' , solo in quanto ha lo scopo che ha. Se quest' ultimo e' trasformato in mezzo per la realizzazione di un altro scopo, illanguidisce e muore. Se dovesse avere come scopo il «Bene Comune» e non il «Profitto», il Capitalismo illanguidirebbe e morirebbe. E non sarebbe più Democrazia una «Libertà» unita alla «Verità Cristiana». Dunque , il Capitalista, in quanto Capitalista (lo stesso si dica degli altri) non solo non ha innumerevoli scopi, ma non ne ha nemmeno due: ne ha uno solo, Primario, Supremo, al quale, nel suo agire Capitalistico, subordina tutti gli altri. E quest' unico scopo e' il «Profitto» e basta . Egli non serve due padroni , anche se, certamente, l' uomo, vivendo, passa continuamente da un padrone all' altro. Rimane fermo cioè che se al Capitalismo si prescrive di non aver più come scopo il «Profitto» ma, ad esempio, i valori democratici o il «Bene Comune» del Cristianesimo, il Capitalismo illanguidisce e perisce. E lo stesso si deve dire per le altre grandi forze del nostro tempo. Rimane cioè la loro conflittualità , che le politiche di basso profilo vorrebbero spensieratamente accordare e mescolare. 


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