domenica 17 dicembre 2017

DIO E IL PENSIERO


«L'uomo non si deve accontentare di un Dio pensato perché così, quando il pensiero ci abbandona, ci abbandona anche Dio» (Meister Eckhart).

La pensée fait la grandeur de l'homme”: non c'è bisogno di tradurre questo che è uno dei Pensieri del grande filosofo francese Pascal. Il suo contemporaneo e altrettanto celebre Cartesio aveva coniato quel «Cogito, ergo sum» che abbiamo imparato a scuola e che univa intimamente essere e pensiero umano. 

Ma molti secoli prima, nella lontana India, tra le sentenze buddhiste del “Dhammapada” si leggeva: «Tutto quello che siamo è il risultato di ciò che abbiamo pensato: è fondato sui nostri pensieri, è formato dai nostri pensieri». Lode, quindi, al pensiero umano, che si inoltra nei meandri dell'essere, dell'esistere e del mistero. C'è, tuttavia, un «ma» che proprio Pascal ha scritto subito dopo nei suoi Pensieri esaltando, come è noto, le «ragioni del cuore» e concludendo che «l'ultimo passo della ragione è riconoscere che ci sono infinite cose che la sorpassano».

A questo punto entra in scena la fede, una conoscenza che segue un altro percorso parallelo a quello dell'amore. E qui vale la considerazione sopra citata sul Dio solo «pensato» che faceva Meister Eckhart, un geniale mistico e teologo domenicano tedesco contemporaneo di Dante. Nei suoi scritti egli spesso procedeva quasi sulla lama di un coltello, inoltrandosi nel mistero divino o in quello dell'essere e del nulla, lungo territori labili di frontiera.


Un Dio che alberga solo nel ragionamento è insufficiente perché, se dovesse scricchiolare l'argomentazione razionale, anch'egli si dissolverebbe. Esemplare l'itinerario di Giobbe che a lungo s'interroga su Dio, ma alla fine è l'incontro a svelarlo: «Io ti conoscevo per sentito dire, ora i miei occhi ti vedono» (Gb 42,5). 



sabato 9 dicembre 2017

INNAMORAMENTO E AMORE (IL LIBRO, 1979)


Per Francesco Alberoni l'innamoramento è un processo della stessa natura della conversione religiosa o politica. Noi ci innamoriamo quando siamo pronti a mutare, quando i tentativi di salvare le nostre relazioni amorose precedenti sono falliti. Allora avviene in noi un rapido processo di ristrutturazione chiamato «stato nascente». La precedente relazione va in pezzi e noi ricostruiamo il nostro mondo e il nostro futuro facendo perno sulla persona amata. Nello «stato nascente» l'individuo diventa capace di fondersi con un altra persona e creare una nuova collettività ad altissima solidarietà. Di qui la celebre definizione: l'«innamoramento è lo stato nascente di un movimento collettivo formato da due sole persone».

L'amore è sempre rivelazione sempre rischio. Per sapere se è veramente innamorato, il soggetto si sottopone a delle prove (prove di verità) e, per sapere se è ricambiato, sottopone la propria amata alle prove di reciprocità. Questo delicato processo può portare a equivoci e anche alla catastrofe dell'amore nascente.

Nell'innamoramento la persona amata viene trasfigurata perché ciascuno diventa il capo carismatico dell'altro. Il processo di fusione, però, è sempre bilanciato dal desiderio di affermare se stesso. Questo conflitto da al processo amoroso un carattere drammatico e passionale. Se i due innamorati non riescono a creare un progetto o quando perché i loro progetti individuali sono troppo diversi e incompatibili, il processo amoroso può naufragare. La “fenomenologia” dell'innamoramento è la stessa nei giovani e negli adulti, nei maschi e nelle femmine, negli omosessuali e negli eterosessuali perché la struttura dello «stato nascente» non cambia.

Noi tendiamo ad innamorarci quando siamo pronti a cambiare. Perché siamo mutati interiormente, perché è cambiato il mondo attorno a noi, perché non riusciamo più realizzare i nostri desideri o ad esprimere le nostre potenzialità. Allora cerchiamo qualcuno che ci indichi la strada e ci faccia assaporare un nuovo modo di essere. Possiamo perciò innamorarci a qualsiasi età, ma soprattutto nelle svolte della nostra vita. Quando passiamo delle scuole elementari alle medie, poi alle superiori, all’università, o quando cambiamo lavoro, o a quarant’anni quando inizia la maturità o a sessanta, o a settanta quando inizia la vecchiaia. Oppure quando la vecchia relazione si è consumata, o il mondo è cambiato e noi cerchiamo un nuovo accordo con esso.

Ci innamoriamo della persona che, nel particolarissimo periodo in cui siamo predisposti ad innamorarci, col suo comportamento, con i suoi sentimenti, con i suoi valori, con la vita che ha vissuto, con i suoi sogni, con il suo slancio, ci fa sentire che, uniti a lei, possiamo realizzare le nostre potenzialità, soddisfare i desideri maturati dentro di noi. Allora proviamo una attrazione irresistibile e il bisogno di fonderci spiritualmente e fisicamente con lei.

La cotta è quando noi, colpiti da alcune delle caratteristiche, abbiamo l’impressione di cogliere la figura intera ma non è vero. Fuor di metafora abbiamo l’impressione di aver trovato una persone meravigliosa, straordinaria, unica. Ma dopo un po’ di tempo, ci accorgiamo di aver sbagliato e riprendiamo la ricerca.

Due persone che si desiderano “sessualmente” hanno fame l’una dell’altra, fame dei loro corpi. E, facendo all’amore, si saziano. Poi si dimenticano abbandonandosi al sonno. Le persone “innamorate” invece hanno una «duplice fame». Fame dei loro “corpi” e fame della loro “anima”. Fanno all’amore, godono dei loro corpi ma vogliono anche fondere le proprie vite, le proprie esperienze, il proprio passato. E la loro fame non si sazia. Risvegliati dal sonno si desiderano nuovamente, lontani si cercano. Il sesso, placato il desiderio, cerca il distacco, l’amore la vicinanza. L’unico vero profondo regalo che potete fare a due innamorati è farli stare sempre insieme, perché possano cercarsi e ritrovarsi, e godersi infinite volte. Il sesso è un bacio isolato, l’amore una danza vorticosa, una giostra che li trascina.

La Fedeltà non è un dovere ma rende l’amore completo. Un tempo valeva la doppia morale, l'uomo pretendeva la «fedeltà» ma lui non era tenuto ad essere fedele. Oggi maschi e femmine sono sullo stesso piano. Molti credono che sentimenti come l'«esclusività, la fedeltà e la gelosia» appartengano al passato, rappresentino una debolezza di cui nel mondo moderno si deve fare a meno. Per cui, anche se ami e sei riamato, ogni tanto puoi fare sesso con un altro e non succede niente, il vostro amore, la vostra relazione non ne viene alterata. 

Ma non è vero. Quando non c'è un amore puoi fare come vuoi, ma se sei innamorato devi stare attento perché l'amore è come un’opera d'arte, come una sinfonia in cui non puoi mettere dentro degli altri suoni a casaccio senza deformarla e distruggerla. E' poi un errore considerare la «fedeltà» solo un dovere.

Nel grande amore essa non nasce dal “dovere” ma dal “piacere”. Nella passione amorosa la fedeltà viene desiderata perché rende l'amore completo. Chi si lascia tentare non potrà più ritrovare la totalità perduta perché una parte della sua anima sarà sempre lontana. E vorrei concludere dicendo che non è nemmeno vero che il “piacere” massimo si ottiene cambiando continuamente partner. E’ una vecchia concezione maschilista di cui oggi si sono convinte anche numerose donne. Ma è falsa. Per raggiungere la pienezza del “piacere” occorre tempo, devi conoscere a fondo la persona che ami, accettare di amarla senza paura, senza orgoglio, senza tabù, senza mentire e cercare l'intimità totale, il piacere totale, l'abbandono totale.

Con Fare l’amore indichiamo il rapporto fra un uomo e una donna che si amano in modo totale, esclusivo, un amore ad un tempo erotico e spirituale che cresce nel tempo. Un amore in cui i due fondono i loro corpi e le loro anime e creano una terza entità che non esisteva prima, la coppia innamorata, che crea un incantesimo, una bolla, in cui nessuno può entrare senza contaminarla e distruggerla. il grande amore erotico è, nella sua essenza, al contrario del fare sesso, esclusivamente personale e fedele. Vuole la «Fedeltà» e gode della «Fedeltà» perché questa lo concentra solo sull’amato di cui scopre l’infinita ricchezza e l’infinita bellezza e un piacere sessuale sempre nuovo, in una stupefacente continua rivelazione.

Fare sesso, invece, può essere un atto volontario senza nessun coinvolgimento emotivo, senza bisogno di conoscere la vita dell’altro, senza partecipare delle sue emozioni, dei suoi sogni. Un uomo guarda una donna, una donna guarda un uomo, si piacciono fisicamente, vanno a cena insieme e poi, dopo qualche tempo, si rotolano nudi nel letto, si baciano, si penetrano, sembra che non possano più fare a meno l’uno dell’altra, gridano di piacere, poi si addormentano beati.

L'amore è il risvolto emozionale interiore della nascita di una nuova collettività e di un nuovo me stesso. E la persona amata è il perno, l'asse attorno a cui avviene questa ricostruzione. È l'esperienza del fondermi con lei formando una nuova entità che mi riplasma, mi ricrea e ricrea il mondo in cui vivo. È l'esperienza di scoprirmi parte di un nuovo mondo, di un nuovo cielo ed una nuova terra. E la persona amata è la porta per accedere a tutto questo.

L'amore come emozione d'amore, come slancio, languore, desiderio, spasimo, sogno, è quindi l'energia creativa nel suo manifestarsi. Dell'energia creativa che, attraversandomi, mi usa come sostanza per edificare un nuovo mondo e un nuovo me stesso. Noi perciò amiamo ciò che ci sta creando e che stiamo creando. Di cui siamo ad un tempo figli e genitori. Questo nell'innamoramento.

L'amore è perciò sempre brivido dell'assoluto nel contingente, qualcosa di misterioso, meraviglioso e divino. E, quando è ricambiato, è dono, grazia che chiede lode e riconoscenza.

Il libro, in contrasto con le vedute della “psicoanalisi”, non considera l'innamoramento una regressione. Anzi lo fa nascere dallo slancio verso il «futuro», verso il «cambiamento» e lo considera fondamentale per la formazione della coppia amorosa. Scritto con un linguaggio rigoroso ma poetico, è un opera fondamentale per gli studiosi ed una lettura cara agli innamorati. 



sabato 2 dicembre 2017

VERI E FALSI AMICI


«I veri amici vedono i tuoi errori e ti avvertono. I falsi amici vedono i tuoi errori e li fanno notare agli altri». 
È un'amara esperienza che un po' tutti nella vita abbiamo provato ma che, purtroppo, talvolta anche noi abbiamo praticato nei confronti degli amici. Lo scrittore americano Mark Twain, nel romanzo Seguendo l'Equatore (1897), proponeva un'altra possibilità, ugualmente aspra: «Ci vogliono il tuo nemico e il tuo amico insieme per colpirti al cuore: il primo per calunniarti, il secondo per venirtelo a dire». S'intrecciano tanti elementi nel rapporto di amicizia: la sincerità ma anche la delicatezza, la verità ma anche l'affetto, la confidenza ma anche il rispetto
È per questo che è facile avere compagni, sodali (di studi, di collegio, di attività ecc.), confratelli, alleati, simpatizzanti, sostenitori, ma è difficile avere amici nel senso pieno del termine. E, quando si ha la fortuna di incontrare una simile presenza nella vita, è necessario coltivarla, curarla, tutelarla perché - come tutte le realtà autentiche - essa è delicata e può incrinarsi, ferirsi e dissolversi. 
Non per nulla è già la Bibbia a ricordarci che avere un amico è come possedere un tesoro: «Per un amico fedele non c'è prezzo, non c'è peso per il suo valore» (Siracide 6, 15). L'amicizia è, infatti, un prezioso tessuto di familiarità, affinità, intimità, affiatamento, affetto, simpatia, stima, benevolenza, pace, confidenza.