venerdì 4 aprile 2014

ARISTOTELE: DIO, «MOTORE IMMOBILE» «CAUSA INCAUSATA»


Nel «Divenire», come l'intende Aristotele, ogni passaggio dalla «Potenza all'Atto» presuppone un «Essere in Atto». Così la trasformazione dell'uovo in pulcino presuppone l'esistenza di una gallina in «Atto». Soltanto l'«Essere in Atto» fa sì che un «Ente in Potenza» possa evolversi; l'argomento «Ontologico» diventa così «Teologico» per passare alla dimostrazione della «Necessità» dell'«Essere in Atto». Il «Divenire» è tale per cui ogni oggetto è mosso da un altro, questo da un altro ancora, e così via a ritroso, ma alla fine della catena deve esistere un «Motore Immobile», da cui derivi il movimento iniziale ma che a sua volta non sia mosso da altro, altrimenti la catena proseguirebbe nel raggiungimento di una «Causa prima». 

Dio è la «Causa prima» di ogni movimento: egli infatti è «Motore» perché è la meta finale a cui tutto tende, «Immobile» perché «Causa Incausata», essendo già realizzato in se stesso come «Atto Puro».Tutti gli «Enti» risentono della sua forza d'attrazione perché l'essenza, che in costoro è ancora qualcosa di potenziale, in «Lui» giunge a coincidere con l'«Esistenza», cioè è tradotta definitivamente in «Atto»: il «Suo» essere non è più una possibilità, ma una «Necessità». In Lui tutto è compiuto perfettamente, e non v'è nessuna traccia del «Divenire», perché questo è appunto solo un passaggio. Non vi è neppure l'imperfezione della Materia che continua invece a sussistere negli «Enti» inferiori, i quali sono ancora una mescolanza, un insieme non coincidente di «Essenza ed Esistenza», di «Potenza ed Atto», di «Materia e Forma». 

Nella concezione cosmologica aristotelica Dio muove il cielo delle stelle fisse come «Causa Finale» non come «Causa Efficiente» che implicherebbe lo spostamento materiale per il movimento mentre Dio, «Atto Puro», è una realtà immateriale. La divinità poi non può avere contatti né interessarsi del mondo: essendo una «Realtà somma» non può occuparsi, sminuendosi, di una «Realtà inferiore»; quindi egli agisce ma come «Oggetto di Desiderio e Amore», come la cosa amata attira l'amante. Il Dio aristotelico può essere definito inoltre «Mente pura non frammista a Materia». Questa espressione sta ad indicare che Dio non può essere «Materia» (quindi potenzialità). Può essere «Atto» in quanto è un elemento attualizzato e concreto.



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