mercoledì 20 novembre 2013

LO SPIRITO CRITICO


 
Lo Spirito Europeo è lo Spirito Critico . Lo Spirito Critico è lo Spirito dell' Europa perché, comparso a un certo punto della storia dell' uomo, in Grecia, si è allargato sino a dominare tutti gli eventi del continente europeo, e nonostante tutto tende oggi a estendersi sull' intero pianeta. Nessun altro Spirito è stato in grado di far questo. Per millenni gli uomini vivono nel mito, cioè accettando le consuetudini culturali della società in cui vivono o, prima ancora, facendosi guidare dai loro impulsi. Poi, cinque secoli prima di Cristo, nell' antico popolo greco viene alla luce la Volontà di dubitare di ogni consuetudine e di ogni impulso, e di respingere tutto ciò che si lascia respingere. A questa Volontà i Greci hanno dato il nome di Filosofia. Filosofia è sinonimo di Spirito Critico. O ne è la Radice.
Gesù è un grande sostenitore dello Spirito Critico «respingendo i sepolcri imbiancati ed esaltando la retta intenzione» anche se sarà tradito da molti che si porranno al suo seguito. Il Cristianesimo autentico è la religione filosofica per eccellenza, si è detto. Ed è giusto, per quel tanto che il Cristianesimo è critica dei sepolcri. Alla base della libertà, della democrazia, del rispetto della dignità dell' uomo (che la Costituzione europea dichiara di promuovere) c' è quello Spirito, cioè la lotta contro le antichissime e le più recenti tirannidi che esigono la cieca accettazione dei loro comandi. L' atteggiamento critico si estende sin dove gli è possibile. Non si ferma sin quando gli è possibile detronizzare tiranni e abbattere idoli. Si ferma cioè solo dinanzi all' innegabile , e l' innegabile autentico è la Verità. Filo-sofia significa, alla lettera, Cura per ciò che è luminoso (saphés); e la Verità è per essenza ciò che si mantiene nella luce.
Tutte le forme della cultura e della civiltà europea tengono al loro centro questa Volontà di Verità. Che non può essere regolata da leggi esterne (in questo Senso è anarchica) ma solo dalla legge che prescrive di respingere tutto ciò che può esser respinto (in questo Senso è sommamente non anarchica). È palese l' anima comune della Verità, della Scienza Moderna e della crescente razionalizzazione dell' agire in Europa. E anche dell' Arte Europea , la quale conduce sì nel sogno, ma perché ha costantemente dinanzi i connotati della Verità del mondo, da cui vuol prendere provvisorio o definitivo congedo. Il rapporto alla Verità divide gli uomini perché di fronte a essa ogni individuo deve essere solo e perdere in qualche modo di vista quel che fanno gli altri.
Non guardava in questa direzione Gesù, quando diceva di esser venuto a portare la spada? Nessuna meraviglia se, a differenza di quanto accade negli Stati Uniti, gli Stati europei, come le antiche città greche, siano così differenti, divergenti, in lotta e liberi gli uni dagli altri. Una libertà, questa, che non ha nulla a che vedere con le degenerazioni dello Spirito Critico, come la libertà che è licenza delle masse europee e occidentali, o come l' inerzia culturale che trasforma in un dogma lo stesso Spirito Critico. Del quale il Cristianesimo, nel suo sviluppo storico, è stato un grande nemico. Si comprende quindi che cosa stia al fondo delle riserve di chi avrebbe dovuto inserire nella Costituzione europea il riconoscimento delle nostre radici cristiane. È breve il tragitto che (indipendentemente dalle intenzioni) conduce da questo riconoscimento a quello della sopravvivenza di tali radici e dunque al riconoscimento che l' Europa è uno Stato Cristiano , con l' inevitabile conseguenza che una condotta di vita non cristiana sarebbe una violazione della Costituzione europea.
È un' affermazione dello Spirito Critico che l' Europa non abbia i suoi Patti Lateranensi. Fuori discussione, dunque, l' importanza della Costituzione europea. Ma è ancora un passo formale. Più decisivo è come l' Europa possa disporre, sul piano della politica estera, di una capacità operativa ricorrendo a mezzi civili e militari» (art. 40 della Costituzione).
L' Europa non può allontanarsi dagli Stati Uniti, ma può esserne un interlocutore credibile e dunque un valido alleato solo se è militarmente forte. Pensiamo alla Forza che, in un mondo sempre più pericoloso, non può essere improvvisata, e che però esiste già, ed è l' Armamento Nucleare Russo. Europa e Russia stanno già da tempo riavvicinandosi. Come potrebbe essere diversamente? Se si prospetta l' aggregazione della Turchia all' Europa, come ignorare, oltre al resto, che lo Spirito Critico ha condotto in Russia al tramonto del Comunismo? Detto questo, il passo più decisivo incomincia a questo punto: gettar luce nell' abisso inesplorato da cui lo Spirito Critico è emerso.
 

venerdì 8 novembre 2013

KARL MARX


 
Secondo Marx la molla più influente e dinamica dell’ evoluzione del mondo umano è costituita dalla produzione economica e dai correlativi rapporti sociali ch’essa porta ad instaurare . A partire dall’ evo moderno (caratterizzato dallo sviluppo prima della manifattura e poi dell’ industria) , tale produzione economica da un lato genera una crescente accumulazione di ricchezza nelle mani dei proprietari-produttori , dall’ altro tende ad auto-rafforzarsi attraverso l’ instaurazione di un regime di crescente monopolio produttivo . Costretti a trattare con una controparte sempre più forte , i lavoratori si trovano obbligati ad accettare condizioni di vita sempre più dure . Sono essi , a ben guardare , gli effettivi fabbricatori di merci e di beni . Ma non possedendo né le materie prime né gli utensili e le macchine , non possiedono neppure ciò che le loro mani hanno fabbricato : prodotti che vanno invece ad aumentare la Potenza dei loro Padroni . Così , per un tragico paradosso sottolineato da Marx «Il Lavoratore diventa tanto più Povero quanto maggiore è la Ricchezza che produce» .

Utilizzando la categoria (hegeliana e feuerbachiana) dell’ Alienazione , Marx mostra come il Proletario asservito alla produzione capitalistica venga per così dire reificato e reso subalterno rispetto alle cose che crea . «L’ Operaio ripone la sua vita nell’ Oggetto: d’ora in poi la sua vita non appartiene più a Lui , ma all’ Oggetto … L’ Alienazione dell’ Operaio nel suo prodotto significa non solo che il suo lavoro diventa un oggetto , qualcosa che esiste all’ esterno , ma che esso vive fuori di lui , indipendentemente da lui , a lui estraneo , e diventa di fronte a lui una Potenza per sé stante ; significa che la vita che egli ha dato all’ oggetto gli si contrappone ostile ed estranea» . Non basta . Alienato in tutta la sua attività lavorativa , l’ Operaio smarrisce la funzione (il Lavoro appunto) che dovrebbe invece favorirne l’ auto-realizzazione in quanto uomo . Per un altro tragico paradosso , egli finisce col sentirsi se stesso , col sentirsi libero soltanto nelle sue funzioni animali , come il mangiare , il bere , il procreare …. E invece si sente nulla più che una bestia nelle sue funzioni umane . Il paradosso consiste nel fatto che , in tal modo , ciò che è animale diventa umano e ciò che è umano diventa animale . Tutto questo snatura , letteralmente , l’ uomo : ne fa un essere privo d’ identità . L’ Individuo diviene , così , estraneo al proprio io , al proprio corpo , al proprio prossimo : ogni uomo è reso estraneo all’ altro uomo e … ciascuno di essi è reso estraneo all’ essere dell’ uomo .

Per Marx i filosofi si sono limitati a interpretare il mondo : ora si tratta , invece , di trasformarlo . Tale trasformazione può avvenire soltanto se la filosofia saprà fare lo sforzo di cogliere l’ ansia di emancipazione dell’ umanità alienata e di offrire ad essa i propri cospicui strumenti intellettuali . Soltanto un dispiegamento , una maturazione della Ratio filosofica entro la concreta realtà del popolo in lotta per la propria liberazione costituisce la precondizione di una possibile svolta rivoluzionaria nella storia e anche nel pensiero moderno . La realtà , scrivono Marx ed Engels , si fonda non sulle idee ma sui fatti , anzi sui fatti materialmente intesi . Non è il Pensiero che governa la Società , ma è la Società che ispira e plasma il Pensiero . Anche la Coscienza va tolta dal piedistallo sul quale una determinata tradizione speculativa l’ aveva collocata . Essa è infatti , almeno in larga misura , un «Prodotto Sociale» . La storia comincia per Marx ed Engels quando gli uomini rispondono a determinati bisogni materiali non già in modo istintivo , immediato , bensì in modo Culturale e Sociale .

L’ Evento Sociale che attira maggiormente l’ attenzione di Marx e di Engels  è la divisione del lavoro . Sotto un certo profilo essa è infatti la principale matrice dello sviluppo antagonistico , conflittuale della società . Tale divisione si realizza anzitutto nella forma della separazione tra il Lavoro manuale e il lavoro intellettuale . Nell’ analisi di Marx , la divisione del lavoro produrrà , direttamente o indirettamente , la distribuzione ineguale dei ruoli sociali , degli strumenti e dei beni. E produrrà , soprattutto , la possibilità , anzi la realtà , che l’ attività spirituale e l’ attività materiale , il godimento e il lavoro , la produzione e il consumo tocchino a individui diversi . Individui diversi : ma , presto , anche Ceti diversi . Sollecitati da bisogni sempre crescenti e dalla distribuzione sempre più ineguale dei beni e delle ricchezze , gli uomini si dividono e si contrappongono in due schieramenti diversi e opposti . Se la storia cammina e si evolve , è perché gli individui reali che ne sono i protagonisti creano e trasformano di continuo nuove forme sociali in stretta connessione col modo della produzione e del suo controllo . Il sistema statuale , le leggi , le stesse strutture culturali rispondono in larga misura a obiettivi di potere sociale . In un certo senso tutto il divenire storico può essere ripensato intorno all’ asse costituito dalla relazione tra i mezzi produttivi e i rapporti sociali di produzione . Sono le tensioni , gli squilibri determinati da tale relazione che alimentano la dinamica della storia .

Per Marx non è soltanto l’ interpretazione della storia in generale che deve mutare : è anche il modo di analizzarla , di raccontarla nei suoi contenuti specifici . A tale concezione della storia e della sua scienza Marx ed Engels  hanno attribuito , non a torto , la qualifica di «Materialistica» . Questa concezione si fonda sui seguenti punti : spiegare il processo reale della produzione e precisamente muovendo dalla produzione materiale della vita immediata . Assumere come fondamento di tutta la storia la forma di relazioni che è connessa con quel modo di produzione e che da esso è generata (dunque la società civile nei suoi diversi stadi) e sia rappresentarla nella sua azione contro lo stato , sia spiegare partendo da essa tutte le varie creazioni teoriche e le forme della Coscienza , Religione , Filosofia , Morale , ecc. ecc. e seguire sulla base di queste il processo della sua origine . Essa non deve cercare in ogni periodo una categoria (come la concezione idealistica della storia) ma resta salda costantemente sul terreno storico reale . Non spiega la prassi partendo dall’ idea , ma spiega le formazioni di certe idee partendo dalla prassi materiale , e giunge di conseguenza anche al risultato che tutte le forme e i prodotti della coscienza possono essere eliminati non mediante la critica intellettuale , risolvendoli nell’ autocoscienza o trasformandoli in spiriti , fantasmi , spettri , ecc. ecc. , ma solo mediante il rovesciamento pratico dei rapporti sociali esistenti dai quali queste fandonie idealistiche sono derivate . Non la Critica , ma la Rivoluzione è la forza motrice della storia , anche della storia della Religione , della Filosofia e di ogni altra Teoria .

Per Marx il Comunismo non è tanto un Idea (e neppure un ideale) quanto una Realtà : una Realtà che si esprime in un determinato processo storico . La sua prima manifestazione (o precondizione) comincerà a profilarsi visibilmente quando lo sviluppo dei mezzi produttivi sarà entrato nel massimo contrasto coi rapporti sociali di produzione ; quando il processo di accumulazione capitalistica avrà completamente espropriato e alienato la Massa dell’ Umanità ; quando tale processo avrà internazionalizzato (anzi universalizzato) il potere del capitale e , insieme , l’ asservimento del proletariato . E’ dunque la radicalizzazione di una determinata situazione socio-economica e politica  (una radicalizzazione implicante il fronteggiarsi ormai antinomico di un Massimo di Potere e di un Massimo di Miseria) che aprirà la fase operativa della rivoluzione comunista . In tale situazione , infatti , i proletari saranno quasi costretti ad appropriarsi della totalità delle forze produttive esistenti non solo per arrivare alla loro manifestazione personale , ma semplicemente per assicurare la loro stessa esistenza . Il Comunismo , insomma , emergerà solo dall’ azione congiunta del soggetto e della storia , dell’ attiva lotta soggettiva contro il sistema capitalistico e della maturazione di precise condizioni oggettive . Coerentemente coi principi acquisiti in sede di riflessione Storico-Teorica , gli obiettivi primari del processo rivoluzionario vengono così identificati nella Soppressione della proprietà privata , nella Socializzazione dei mezzi di produzione , nella Soppressione delle classi sociali , nell’ Estinzione dello stato . Solo una società affrancata da un ‘ organizzazione eretta sullo sfruttamento dell’ uomo da parte dell’ uomo consentirà all’ individuo il responsabile sviluppo del proprio essere , una corretta cooperazione con gli altri individui , l’ affermazione di una convivenza tra uguali fondata su una giustizia e una libertà non più formali ma sostanziali .

Per Marx , il sistema capitalistico non è Natura : è Storia . Una Storia sotto molti profili ingiusta . Per questo , del sistema capitalistico occorre dare non un‘anatomia ma una critica : una critica che non è astratta poiché il sistema capitalistico , in quanto realtà storica , è rivedibile , trasformabile e anche sostituibile . Il meccanismo sociale che pone in essere la produzione economica può essere allora rivisto così : un soggetto chiamato Lavoratore vende la propria attività chiamata Lavoro a un altro soggetto chiamato Proprietario in cambio di un compenso chiamato Salario . Il Produttore (chiamiamolo , ormai Capitalista) paga per la merce che acquista (cioè la prestazione del lavoratore , che possiamo ormai chiamare Proletario) calcolandone il valore in rapporto a ciò ch’ è necessario per renderla possibile : ossia dando all’ operaio/proletario quanto gli serve per la propria stretta sussistenza . Senonché può avvenire (e di fatto avviene) che il lavoro dell’ operaio viene utilizzato da parte del produttore/capitalista al di là di quanto viene effettivamente pagato . La differenza tra il lavoro di fatto pagato e il lavoro di fatto fornito determina quello che Marx chiama il Plusvalore . Il Capitalista si appropria abusivamente di tale Plusvalore e in tal modo avvia la costituzione della propria ricchezza . E’ anche in tal modo che comincia a formarsi il Capitale , il quale però si accumula e si accresce grazie ad ulteriori meccanismi che Marx ha chiarito con grande lucidità . In primo luogo il Capitalista impiega le merci prodotte non già consumandole bensì rivendendole . E rivendendole egli chiede un prezzo maggiore di quello speso per produrle . In tale maniera realizza un ulteriore aumento di ricchezza , generandolo non da un nuovo lavoro ma facendo semplicemente circolare in un certo modo la merce . Tale circolazione produce nuovo Plusvalore , e su questo Marx richiama esplicitamente l’ attenzione . Prodotto da questi e altri sistemi , il Capitale aumenta ancora la propria consistenza e Potenza attraverso meccanismi (riduzione della concorrenza , crescente controllo dei mercati , contenimento dei salari , reinvestimenti finanziari) che consentono al capitalista di operare in condizioni economico-sociali sempre più favorevoli e che Marx analizza assai attentamente . Senonché il Capitalismo non è un sistema tutto costruito nel segno positivo : esso contiene in sé anche molto negativo . E tale negativo produce , Hegelianamente , un movimento , una contraddizione , destinata a minarlo dall’ interno e , da ultimo , a distruggerlo .

Il processo destinato a minare il Capitalismo riguarda la costituzione entro il sistema capitalistico di una classe che viene a trovarsi in condizioni di vita sempre più difficili . Molti fattori contribuiscono a rendere tali condizioni insostenibili e drammatiche. Il primo è che la logica stessa del Capitalismo tende a contenere i salari , e anche a ridurne (attraverso i processi inflattivi) il potere di acquisto . Di qui la crescita delle tensioni e del conflitto sociale che attraverso varie forme (a cominciare dagli scioperi) , determinano più o meno serie incrinature nell’ apparato di produzione . Non basta . Si deve aggiungere che l’ evoluzione Tecnologica , con l’ impiego su scala sempre più vasta di nuovi macchinari produttivi , rende meno necessario di prima l’ impiego d’ una parte della forza-lavoro . Viene così a formarsi una massa crescente di manodopera disoccupata : quello che Marx chiama «l’ esercito industriale di riserva» . Sul piano Socio-Economico ciò si traduce in un’eccedenza di offerta sul mercato della merce-lavoro : un’offerta che , secondo le inesorabili leggi del sistema capitalistico , determina la diminuzione del valore di tale merce , ossia la diminuzione dei Salari . Senonché tale diminuzione , oltre a ridurre in modo assai pericoloso per l’ apparato produttivo la capacità di assorbimento dei beni prodotti , aumenta la consistenza di un proletariato sempre più in crisi , sempre più risolutamente estraneo e avverso nei confronti del Capitalismo . Cresce , anche , la coscienza che tra il modo d’essere del meccanismo di produzione (potenzialmente in grado di distribuire ricchezza a tanti) e l’ organizzazione sociale che tale produzione attribuisce solo a pochi  v’è una contraddizione stridente e ingiusta .
Da ultimo , insomma , la radicalizzazione delle contraddizioni capitalistiche fa si ch’esse non sono più solo economiche , né solo sociali : sono ormai , o contengono , le premesse strutturali di una «Contraddizione Politica» In un certo senso , uno dei messaggi più impressionanti espressi (o confermati) da Marx è che una determinata Azione Politica (la rivoluzione anti-capitalista e comunista) si può legittimamente fondare su premesse oggettive accertate da un’analisi considerata rigorosamente Scientifica .   

sabato 2 novembre 2013

LA CRISI ECONOMICA

 
 
Ogni forma di pensiero e di azione hanno il loro fondamento inevitabile nella manifestazione del mondo, ossia nella manifestazione che include sia i cosiddetti fenomeni esterni sia quelli interni. E, dopo le epoche guidate dal mito, la Filosofia è stata sin dall' inizio l' interprete dell' originaria manifestazione del mondo. Questa interpretazione sta al fondamento della storia dell' Occidente. Essa è la scacchiera dove si giocano tutti i giochi di tale storia. Anche e innanzitutto per questo motivo, lungo la storia dell' Occidente, la Filosofia ha reso possibile e determinato la Potenza, cioè l' agire dell' uomo: l' agire Politico, Morale, Economico, Artistico, Religioso e dunque anche l' agire Tecnico-Scientifico.
Anche quando la Scienza smentisce i contenuti della manifestazione del mondo , come ad esempio con la teoria copernicana che smentisce il moto apparente del sole , la Scienza deve presupporre tale manifestazione, ossia deve riconoscerne la ineliminabile esistenza e procedere sempre in relazione ad essa. Ma per motivi che restano per lo più celati alla coscienza che il nostro tempo ha di se stesso, il tramonto della concezione tradizionale della Verità è inevitabile. È quindi inevitabile anche il tramonto del senso tradizionale della causalità. Ne viene che, anche all' interno del sapere scientifico, il rapporto causale non può essere altro, ormai, che una regolarità empirica, una legge statistico-probabilistica.
Capitalismo e Democrazia si trovano su un piano inclinato lungo il quale stanno scivolando insieme alle altre grandi forze della civiltà occidentale , più o meno velocemente, con accelerazioni e rallentamenti, e anche con risalite provvisorie e visibili, e comunque urtandosi e in conflitto tra loro. Lungo l' inclinazione di questo piano il Comunismo è già arrivato in fondo, ossia è tramontato, e già prima di esso erano tramontate le forme assolutistiche dello Stato. Vanno verso il fondo anche le religioni, sebbene questo sia per loro un tempo di risalita , tuttavia incapace di impedire il crescente abbandono, da parte dei popoli ricchi, della Morale e in generale dei costumi della tradizione.
Ciò che determina l' inclinazione di quel piano è la Tecnica in quanto unita all' essenza vincente e nascosta della Filosofia del nostro tempo. Accade così che il Capitalismo, che assume la Tecnica come mezzo, divenga esso il mezzo per realizzare lo scopo che è proprio della Tecnica : l' aumento indefinito della Potenza. Ora, le forme della criminalità internazionale (ad esempio la Mafia) sono possibili solo all' interno dell' economia capitalistica, ma insieme la indeboliscono. Quindi la Tecnica, diventando scopo del Capitalismo (e della Democrazia eccetera), tende a distruggere ciò che, come la Mafia, indebolisce la potenza del mezzo. Lo stesso discorso si può fare per le degenerazioni della Democrazia. In questo senso, all' interno della storia dell' Occidente, la Tecnica autenticamente intesa non è qualcosa di temibile, ma di auspicabile.
L' attuale crisi Economica, per quanto grave ed estesa, si produce dunque all' interno di un ben più ampio e decisivo contesto. Durante una crisi come quella che stiamo vivendo si rafforza il fastidio per tutte le forme di cultura che non aiutano a risolvere problemi economici o politici ben precisi. Accreditate a dire in che mondo ci troviamo sono oggi soprattutto le discipline scientifiche. Dove i metodi e i parametri delle scienze fisico-matematiche tendono a diventare i modelli non solo delle altre scienze, ma anche del modo in cui si organizzano le istituzioni sociali. Non solo, ma sono tali metodi e parametri , molto più omogenei rispetto a quelli delle altre scienze , a stabilire la configurazione dell' apparato tecnico di cui si servono le grandi forze che oggi, dopo la fine del Comunismo Sovietico, intendono guidare il mondo : Capitalismo, Democrazia, Cristianità, Islam, quella specie di simbiosi di Capitalismo e Comunismo che è venuta a formarsi in Cina. Queste forze si servono della Tecnica ; ossia la Tecnica è ciò che più serve per realizzare gli scopi, peraltro tra loro contrastanti, che esse intendono realizzare.
Nella maggior parte dei Paesi economicamente avanzati, quel che oggi serve per uscire dalla crisi ha lo scopo di rimettere in sesto la forma capitalistica della produzione della ricchezza (una forma che è il quadro, o il contenitore, in cui ricevono senso anche le varie istanze di rigore, equità, crescita). La Tecnica è ciò che più serve per perpetuare tale forma. Tuttavia si sorvola sulle implicazioni del rapporto tra il mezzo (ciò che serve) e lo scopo (ciò che si vuole produrre), e quindi tra la Tecnica e le forze che intendono servirsi di essa per realizzare i loro scopi. Si sottovaluta tra l' altro la circostanza che, servendo, il mezzo si indebolisce, si logora, si consuma; e che è inevitabile che ciò accada affinché lo scopo viva e si mantenga sano e integro il più possibile. Appunto per questo, quando si vuol raggiungere uno scopo, sono i mezzi logorati e consumati a esser sostituiti: non si sostituisce lo scopo (che per il Capitalismo è un mondo capitalista, per la Democrazia un mondo democratico e così via).
Per perpetuare se stesso , e il discorso vale anche per tutte quelle altre forze che oggi vogliono mettersi alla guida del mondo , il Capitalismo si serve di una consistente frazione dell' apparato tecnico-scientifico. Ma proprio perché se ne serve, lo regola. Quindi lo limita. Ad esempio non gli consente di servire altri padroni e di attivare forme alternative di potenza; rinchiude la ricerca di innovazioni all' interno di una certa area e ne stabilisce la direzione; la concorrenza impedisce a ogni gruppo capitalistico di render noti agli altri gruppi i propri progressi nella ricerca; non produce merci per chi non ha denaro per comprarle, ecc. Pertanto, anche se ne sostituisce continuamente gli operatori umani, le macchine, i meccanismi e le apparecchiature particolari, il Capitalismo frena l' insieme di tale apparato: lo indebolisce, ne logora le potenzialità, lo consuma. Ma indebolire e consumare l' apparato tecnico di cui il Capitalismo si serve allo scopo di tenere in vita se stesso significa indebolire il mezzo che deve realizzare tale scopo, significa cioè impedire la realizzazione dello scopo (in generale , per quanto l' affermazione possa suonare fastidiosa o capziosa , servirsi di un mezzo per raggiungere un certo scopo significa ostacolare la realizzazione di tale scopo. Una contraddizione, questa, che, daccapo, non riguarda soltanto il Capitalismo, ma anche tutte quelle altre forze di cui si è detto).
Si aggiunga che la Tecnica è oggi il mezzo più potente per realizzare scopi e quindi, se i singoli elementi da cui esso è composto possono e debbono esser sostituiti continuamente, l' apparato, invece, nel suo insieme, non può esser sostituito da alcun altro mezzo che abbia la stessa potenza ed efficacia.
Ora, tutto questo va messo in relazione all' ulteriore circostanza che il Capitalismo e ognuna di quelle altre forze si trovano tra di loro in conflitto. In questa situazione, lo scopo di ognuna di esse viene a essere costituito non solo da ciò che la definisce e la differenzia, ma anche dalla salvaguardia e dal potenziamento del mezzo , la Tecnica , con cui essa intende realizzare i propri scopi specifici prevalendo sugli scopi delle forze antagoniste. Ad esempio, l' intenzione originaria del Capitalismo è di avere come scopo ultimo, unico e specifico l' incremento del Profitto privato. Ma di fatto il Capitalismo è costretto a tradire le proprie intenzioni. Infatti, se e poiché i suoi avversari , poniamo l' Economia cinese o l' integralismo islamico , per prevalere rafforzano le loro tecniche più di quanto il Capitalismo non rafforzi le proprie, allora o il Capitalismo lascia che l' avversario prevalga, e quindi perisce, oppure, per non perire ed esser lui a prevalere, deve rinunciare ad avere come scopo ultimo e unico l' incremento del Profitto, ossia deve assumere come scopo ultimo anche un potenziamento tale, dell' insieme delle proprie tecniche, che sia maggiore di quello messo in atto dall' avversario. Ma rafforzarle in questo modo è l' opposto di quel lasciarle logorare che è dovuto al loro essere assunte come mezzo che ha il compito di far vivere lo scopo. Nel proprio scopo, il Capitalismo viene cioè a dare spazio a quel potenziamento e toglie spazio al proprio scopo specifico e originario (l' incremento del profitto privato). Sì che anche in questo caso il Capitalismo, indebolendo il proprio scopo caratterizzante e originario, incomincia a perire. Sia che perda sia che vinca, perisce.
Giacché , e questo è uno dei nodi concettuali decisivi sui quali le scienze economiche (ma non solo esse) sorvolano , se lo scopo di un agire cambia, l' agire stesso diventa qualcosa di diverso da ciò che era. Nel caso considerato: l' agire non è più Capitalistico, è diventato o sta diventando qualcosa di diverso, che si tratta di decifrare (solo i cattivi osservatori credono che sia rimasto identico). E ognuna delle forze che oggi si propongono di guidare il mondo è attesa dalla stessa sorte del Capitalismo: se non riescono a prevalere sul proprio avversario tecnicamente più potente periscono; ma periscono anche se prevalgono; giacché possono prevalere solo potenziando le proprie tecniche fino a farle diventare la parte preponderante dei loro scopi.
Ciò significa che il nostro è il tempo in cui è destinata a prevalere l' organizzazione tecnico-scientifica del mondo . Nella sua essenza, il mondo in cui quelle forze credono di vivere è già morto. L' attuale crisi Economica , si dice , è dovuta alla separazione tra Capitalismo Industriale e quello Finanziario ; la crisi può essere superata liberando la Morale (soprattutto Cristiana) o la Politica dalla loro soggezione all' Economia ; può essere superata ritornando a Marx e voltando le spalle all' Economia di Mercato. Karl Marx (1818 - 1883) è stato il filosofo tedesco che ha descritto in chiave materialista lo sviluppo della società umana. Teorico del socialismo scientifico, della critica al Capitalismo e della concezione materialistica della storia, a lui si deve la nascita dell' idea di lotta di classe come movimento attraverso il quale la classe operaia può affrancarsi dalla sua condizione di sudditanza .