martedì 15 ottobre 2013

LA CRISI DELLA POLITICA - CONCLUSIONI -


Che la politica sia inganno , consapevole o no , lo si sa da qualche migliaio di anni: da quando in Europa si è fatto avanti il cosiddetto «Spirito Critico» (cioè la Filosofia). Il tiranno, antico o moderno, non dice di agire per il bene dei suoi sudditi, anche se fa credere (e per lo più crede) che essi andrebbero in rovina se lui non ci fosse. Come il tiranno, il politico democratico è un uomo. Ora, se il suo scopo primario fosse il bene comune , come egli continuamente ripete , piuttosto che un uomo sarebbe un Santo, perché subordinerebbe e sacrificherebbe il proprio vantaggio personale al vantaggio della comunità che egli intende guidare. L' uomo, invece, promuove un progetto volto a procurare certi benefici alla comunità, solo se nella realizzazione di tale progetto scorge un tornaconto personale. Non vuole il proprio bene allo scopo di realizzare il bene comune, ma vuole il bene comune allo scopo di realizzare il proprio bene. Altrimenti è, appunto, un Santo, ossia qualcosa che facciamo fatica a dire che è anche uomo. E un politico che dice, come dice sempre: «In cima ai miei pensieri c' è il bene comune» sta dicendo: «Io sono un Santo».

Si dirà: ma no, il politico democratico ha come scopo primario sia il proprio bene sia quello comune , che possono stare tutti e due sullo stesso piano. Fuori luogo, quindi, il riferimento alla santità. Ma, così, la torta è spartita tra i due beni. Cioè al bene comune il politico dà la metà delle proprie energie, nel migliore dei casi tale bene è la metà di ciò che il politico vuole. Nel migliore dei casi; perché l' uomo si fa sentire, e tende a rendere sempre più piccola la porzione destinata a quel bene. Di solito, in cima ai suoi pensieri sta il suo Tornaconto. Che d' altra parte deve avere una qualche utilità pubblica , così come in cima ai pensieri dell' imprenditore sta il Profitto, ma bisogna che le merci da lui vendute siano beni appetibili dagli acquirenti.

In ogni caso, il politico democratico non può dire agli elettori quello che sta facendo. Non può dire: «Lo scopo primario della mia attività politica , o della metà di essa , la dedico ai miei tornaconti». Non avrebbe più voti. Quindi è costretto a mentire. Non una volta tanto, ma di continuo. Egli non può essere diverso da come è. Proprio perché è un uomo. Non gli si può chiedere di essere un Santo. Il tiranno può non mentire e chiedere ai sudditi di morire per lui; il politico democratico non può non mentire.

Anche nei rapporti internazionali le dittature e le democrazie sono costrette a mentire. Sia in quanto sono Stati, sia in quanto sono formazioni sociali guidate da individui che, essendo appunto uomini, o si servono dello Stato tutt'intero per i loro vantaggi privati, o, anche qui (e nel migliore dei casi), dividono la torta a metà e assumono come scopo primario sia il bene dello Stato sia il proprio , cioè si servono, per il proprio vantaggio, di una parte dello Stato. E gli Stati, dittatoriali o democratici, sempre e tuttora in conflitto tra loro, furono e sono costretti a mentire per sopravvivere. Non solo non possono comunicare ai nemici attuali o potenziali le proprie procedure di difesa e di sopravvivenza, ma non possono nemmeno renderle pubbliche ai propri cittadini.

D'altra parte, che l'uomo politico ponga come scopo primario o come parte di esso il proprio vantaggio non significa che le cose vadano come egli vuole. L' uomo propone e Dio dispone, si dice. Più recentemente, si è parlato di «eterogenesi dei fini». Significa che gran parte di quanto accade non è ciò che l' uomo si proponeva di far accadere . Con l' inevitabile tramonto del marxismo, e quindi dell' Unione Sovietica e, insieme , per le stesse ragioni l' inevitabile tramonto delle altre grandi forze dell' Occidente, quali il Capitalismo, la Democrazia, il Cristianesimo stesso e la coscienza religiosa in generale, tramonta la loro volontà di porsi come scopi primari della società. Infine , l' Europa è destinata a unirsi sempre più strettamente alla Russia non più sovietica.

Durante la guerra fredda l' arsenale nucleare Usa ha protetto l' Europa dal comunismo sovietico e dalla pressione dei popoli poveri guidati dall'Urss. Dopo la fine di quest' ultima, i rapporti economici tra Europa e Russia acquistano un senso diverso e una diversa consistenza, perché la protezione nucleare americana dell' Europa contro la pressione dei popoli poveri ma sempre più pericolosi può essere sostituita da quella Russa. Il fattore nucleare è decisivo perché solo Stati Uniti e Russia possono distruggersi a vicenda e distruggere la Terra; e gli Stati possono assicurare la propria sopravvivenza solo schierandosi con l' uno o l' altro dei due leader mondiali.

Quindi sta diventando sempre più realistica la possibilità di uno schieramento che veda Europa e Russia dalla stessa parte. Ed è per ridurre questa possibilità che gli Usa intendono smantellare la dipendenza energetica dell' Europa dalla Russia. Il processo di avvicinamento tra Europa e Russia è gestito da individui umani, che inevitabilmente, come prima ho rilevato, pensano innanzitutto al proprio tornaconto personale, o (nel migliore dei casi) lo pongono tra i loro fini prioritari. Sembra che l' Europa compri il gas russo, che costa di più, e non quello americano, che costa di meno. Può darsi che ciò accada perché in questo modo qualcuno si arricchisce, ma resta il fatto che attraverso l' illegalità viene rafforzata la convergenza tra Europa e Russia, e cioè che l' astuzia della ragione si serve di tale illegalità per raggiungere il proprio scopo. Dove la ragione è da intendersi , si diceva , come ciò che accade attraverso ciò che gli uomini si propongono, ma è diverso da ciò che essi si 
propongono.


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